La speranza del sindaco dopo l’arresto di Messina Denaro: «Ora si parli di Castelvetrano per storia, olive e pane nero»

«Oggi sono particolarmente contento e soddisfatto perché finisce il binomio Castelvetrano – Matteo Messina Denaro». Non nasconde la felicità Enzo Alfano, sindaco M5s della cittadina del Trapanese di cui è originario il boss mafioso latitante da 30 anni e arrestato oggi in un clinica privata a Palermo. «Con questo arresto, atteso da tanto, la città si libera dall’immagine negativa a cui da sempre è stata accostata e associata», commenta il primo cittadino a MeridioNews. Più che una certezza, si tratta di una speranza. Ma concreta, a giudicare dalla mattinata trascorsa dal governo cittadino: neanche un commento sui social, come oggi sembra essere d’obbligo, ma le numerose telefonate di diverse dirigenti scolastiche locali con la voglia di spiegare ai bambini e ragazzi di Castelvetrano il senso di questa giornata storica. E forse avverrà questo mercoledì con un appuntamento nella piazza principale.

Scuole, associazioni, società civile e rappresentanti dell’amministrazione insieme in piazza «per manifestare, in maniera concreta – spiega il sindaco Alfano – la nostra felicità per la fine della latitanza di Matteo Messina Denaro e per esprimere il nostro riconoscimento alle forze dell’ordine». Un momento di confronto pubblico durante il quale, «chiunque voglia potrà condividere il proprio pensiero e la propria gioia per la liberazione, dopo 30 anni. Questo non significa – aggiunge il primo cittadino – che si può abbassare la guardia nei confronti della mafia del nostro territorio che, negli anni, è comunque progredita». Un territorio che ha dato i natali a Matteo Messina Denaro ma che lo ha anche disconosciuto, ormai otto anni fa (nel 2015), eliminandolo dalle liste anagrafiche comunali. «Fu la precedente amministrazione – chiarisce il sindaco – a decidere che il latitante non fosse più ufficialmente cittadino di Castelvetrano».

Che però, negli anni, è comunque rimasta associata nell’immaginario comune alla primula rossa di Cosa nostra. Oggi arrestato, esattamente trent’anni e un giorno dopo Totò Riina. «Da oggi ci sarà più spazio per parlare di Castelvetrano in altri termini», ribadisce il sindaco. Come destinazione turistica che affonda le radici nell’antica Solunto, come il territorio del pane nero, delle olive di qualità Nocellara e della sarduzza di Selinunte. «Il mio augurio è che gli imprenditori, i quali si sono prudentemente tenuti lontani dal nostro territorio, siano adesso spronati a investire qui, perché ci sono tante opportunità da cogliere». Da oggi, forse, una in più.


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