Il Catania di Moriero ricomincia da dove aveva finito quello di Pancaro: da una sconfitta, stavolta contro la penultima in classifica, il Martina Franca. Che con questo risultato sale in classifica a diciannove punti. Venticinque restano, dopo la sconfitta, quelli che, al netto delle penalizzazioni, sono stati accumulati dai rossazzurri. Il cui rendimento nel girone di ritorno rende sempre più concreto il rischio di doversi giocare la salvezza ai play out.
Sulla carta il Catania è una squadra parzialmente rinnovata. In difesa Pelagatti fa l’esterno dalla parte opposta a quella di Nunzella, mentre i centrali sono Ferrario e Bergamelli. A centrocampo, confermato Di Cecco, si interrompe la compresenza tra Musacci e Agazzi e quest’ultimo resta seduto in panchina. Calil, unica punta, ha dietro di sé un terzetto formato da Bombagi, Russotto e Calderini che dovrebbe farlo sentire meno solo in area di rigore. Le cose si complicano però quando i rossazzurri, chiamati come sempre a fare la partita e provare a vincerla, devono dare al cambiamento una fisionomia concreta, che vada oltre le buone intenzioni e i numeri scritti sul tabellino.
A quattro minuti dal fischio d’inizio, Russotto prova a far credere che qualcosa sia cambiato. Sulla sinistra parte da solo verso la porta, ma i metri di vantaggio sono annullati dalla rincorsa di Marchetti, che lo raggiunge in tempo per soffiargli il pallone prima del tiro. Musacci prova a sveltire il gioco affidandosi al lanci lunghi. Ma quando cerca gli esterni trova di solito il fallo laterale mentre – se sceglie la via centrale – incrocia le maglie gialle degli avversari molto più spesso delle mimetiche dei compagni.
Niente di nuovo neanche nelle mosse di Moriero, che inverte le fasce tra Calderini e Russotto. E nulla produce il tentativo dei rossazzurri di affidarsi al pressing al limite dell’area avversaria per creare qualche pericolo. Al 23esimo, su una punizione dalla sinistra di Russotto, Ferrario si svincola bene dalla marcatura e si fa trovare in posizione teoricamente perfetta per battere a rete; ma non riesce neanche a sfiorare il pallone fornitogli dal compagno.
Il Martina Franca, da parte sua, si accontenta di aspettare. E fa bene. Al 31esimo un cross dalla sinistra, apparentemente innocuo, viene respinto da Nunzella e finisce sul corpo di Bergamelli. Quest’ultimo, anziché calciar via il pallone, resta fermo a guardarlo e, alle sue spalle, arriva veloce Baclet che di destro batte a rete. Liverani non può farci niente. Sotto per uno a zero, il Catania di Moriero reagisce esattamente come quello di Pancaro: non reagisce. Potrebbe tuttavia pareggiare al 38esimo con Calderini che è lanciato in area sulla sinistra, mentre Calil gli corre a fianco. Ma la decisione dell’esterno d’attacco – tiro in porta anziché passaggio al compagno meglio piazzato – si rivela quella sbagliata. Più che il Catania al pareggio, è il Martina Franca ad avvicinarsi al raddoppio. Al 41esimo Schetter si allarga sulla destra e, nell’immobilità della difesa rossazzurra, si aggiusta il pallone per il tiro dal limite. La mira del giocatore, per buona sorte di Liverani, è imprecisa.
La speranza che cambi qualcosa, per i tifosi rossazzurri, non va molto oltre l’inizio della ripresa. Anche perché, se pure comincia a vedersi un po’ di quantità, la qualità del gioco rossazzurro non mette paura nemmeno alla penultima in classifica. Al 51esino Bombagi dal limite impegna a terra il portiere, che con i pugni respinge a sinistra. Calil riprende il pallone e crossa per Russotto che tenta una rovesciata acrobatica. Vorebbe essere un gesto spettacolare, e invece risulta solo goffo.
Moriero toglie Calderini e mette Falcone e, al 59esimo, Russotto è atterrato vicino alla linea dei sedici metri. Dentro l’area, dicono le immagini televisive e gridano, protestando, i giocatori rossazzurri. Subito fuori, decide l’arbitro, che si limita ad assegnare la punizione. La barriera del Martina Franca, inframmezzata dagli attaccanti del Catania che si inseriscono a disturbarla, sembra un pacchetto di mischia da rugby. Ma da rugby è soprattutto la trasformazione di Calil, che manda il pallone a spegnersi altissimo lontano dalla porta.
I rossazzurri si innervosiscono; Musacci e Russotto si fanno ammonire e il secondo, con una protesta, per poco non combina un guaio peggiore. Moriero prova a infittire la linea offensiva togliendo Bombagi per Lupoli. Ma il Catania produce poco e, su quel poco, al portiere Viotti basta fare il minimo sindacale. Prima respingendo a terra un tiro di Calil da posizione decentrata; poi smanacciando in aria un colpo di testa di Falcone dalla fascia destra. Quelle rare volte che supera la metà campo, il Martina Franca sembra più pericoloso. Non per suo merito, ma perché i rossazzurri, in chiara difficoltà di gambe e di testa, saltano a vuoto sui palloni più semplici come se avessero il mastice appiccicato sotto i tacchetti.
Le idee di gioco del Catania si ripetono con poche varianti. I lanci centrali di Musacci, anziché infrangersi sulla difesa avversaria, ora finiscono direttamente sul fondo. All’86esimo la migliore occasione per la squadra di Moriero: Falcone si infila sulla destra e trova un cross sporco che arriva sul palo opposto. Lupoli lo indirizza in qualche modo verso la porta, ma la sfera va a battere sulla traversa nello stesso momento in cui il portiere avversario Viotti, ricadendo, va a impattare sul palo. Si muovono i legni della porta, resta fermo il risultato. E Viotti guadagna anche qualche secondo per fare intervenire il massaggiatore.
«Manchiamo sotto il profilo della personalità – commenta a fine gara, in conferenza stampa, il nuovo tecnico Moriero – Avevo chiesto un altro approccio. Dovremmo cominciare da quello del secondo tempo di oggi. Ma in questo momento siamo in difficoltà e dobbiamo uscirne con il lavoro. Non mi aspettavo, comunque, di subire una sconfitta».
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