Il carrozzon dei carrozzon dell’Amia…

L’Amia è la peggiore delle aziende ex municipalizzate di Palermo. Non che l’Amat stia meglio, ma almeno ai suoi disservizi c’è un rimedio: l’auto privata. Nel caso dell’Azienda di igiene ambientale (il nome suona vagamente ridicolo) invece non c’è rimedio personale che tenga. A meno che la gente non intraprenda gite in direzione Bellolampo, allo scopo di liberarsi dell’immondizia casalinga. Dunque questa azienda ha organici rigonfi, mezzi idonei e nuovi, divise fiammanti e servizi al di sotto di ogni standard decente. E’ sempre stato così.

Se c’è una cosa che i turisti ricordano di Palermo, oltre le sue bellezze, spesso malconce, è proprio l’immondizia. Sembra una condanna divina: tu cittadino di Palermo abiterai per sempre in una città dove le strade non si spazzano, dove i rifiuti non vengono rimossi.


Ma l’Amia non svolge solo l’ombra del servizio a cui è preposta: l’Amia mente a se stessa e per le sue bugie non paga. Per il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani e il trasporto a discarica, per la raccolta differenziata e lo spazzamento manuale o meccanizzato è in flagrante contraddizione con i principi elencati nella sua carta dei servizi ai punti 4.1, 4.2, 4.3, 4.4.

La previsione dei servizi con “frequenza giornaliera” è disattesa in maniera grave in plateale violazione del contratto di affidamento del servizio da parte del Comune. Non solo. Ai sensi dell’art. 11 del d.l. 286/ 99 i cittadini potrebbero chiedere un indennizzo automatico per il mancato rispetto degli standard assicurati dalla carta dei servizi.

Peccato che nessuno lo faccia, sarebbe interessante studiare le prove a discolpa che l’Amia potrebbe presentare. Quando un servizio non viene effettuato o viene effettuato in ritardo, l’utente può essere rimborsato. Nel caso dell’Amia nulla di tutto questo. Anzi, le spese pazze dei suoi dirigenti sono costretti a rifonderle i cittadini con l’aumento delle tasse.

Pochi suggerimenti al commissario straordinario del Comune, prefetto Silvia Latella: lei non teme la perdita di consenso, una condizione felice per poter decidere. Faccia pubblicare sul sito dell’Amia non solo i turni dello spazzamento, mai rispettati, e anche i nomi preposti al servizio. La gente apprezzerebbe. Di fronte all’ammutinamento di alcune decine di persone che impediscono il servizio di rimozione rifiuti, utilizzi strumenti speciali. L’ordinamento ne elenca diversi. A lei la fantasia non manca. I cittadini la sosterranno come una liberatrice.

 

Aldo Penna

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