Iacp, la Regione riconferma il commissario A dicembre lo aveva denunciato alla Procura

Tornano a far parlare le vicende dell’Istituto autonomo case popolari di Catania. A marzo è cominciato il processo nei confronti dell’ex direttore generale Santo Rubino Schilirò, rinviato a giudizio per falso, abuso d’ufficio e truffa, ma stavolta a suscitare dubbi e sorprese è l’ultima delibera della Regione siciliana, con cui a fine maggio è stato rinnovato l’incarico di commissario straordinario dell’ente all’ingegner Antonio Leone. La proposta della nomina arriva, infatti, proprio dall’assessore alle Infrastrutture Pier Carmelo Russo, che lo scorso dicembre aveva denunciato alla procura l’operato di Leone, colpevole di non aver proceduto a rimuovere dall’incarico di direttore generale l’inquisito Schilirò.

Il dirigente è rimasto attaccato alla sua poltrona nonostante le accuse di una gestione clientelare e accentratrice – durata più di 10 anni – che, secondo le stime della Corte dei Conti, avrebbe causato un danno erariale di più di 30 milioni di euro. E non l’aveva mollata anche dopo l’annuncio dello stesso Iacp di costituirsi parte civile nel processo contro di lui. Fino a quando la Regione Sicilia, istituzione che ha il compito di vigilare sull’operato dell’istituto, si è pronunciata contro il mantenimento dell’incarico, tramite la denuncia fatta proprio da Russo contro una «situazione ritenuta contraddittoria». Ad alimentarla, secondo l’assessore, anche l’operato del commissario, unico soggetto autorizzato a sospendere il direttore. «L’atteggiamento di Leone è certamente dilatorio. Ad accertare se sia anche omissivo sarà la procura e in quel caso si agirà di conseguenza», avvertiva all’epoca l’assessore dalle pagine di questo giornale.

Adesso le cose sono cambiate. E con una nota del 5 aprile – come riportato nella delibera di conferma a firma del presidente Raffaele Lombardo – Russo designa proprio Leone come commissario dell’ente «al fine di evitare soluzioni di criticità nella gestione dell’istituto», si legge. «Quando si è deliberato in giunta io non ricordo se fossi o meno presente, credo di no», risponde Russo. Ma sottolinea che «è in corso un’attività ispettiva e fino a quando non si concluderà, tutti devono essere ritenuti innocenti». Giustificando la scelta, alquanto paradossale, con il fatto che dopo la sua «segnalazione» Leone ha corretto il suo comportamento. «Si è dovuto sollecitare – dichiara – ma a parte la diversa lettura normativa che ci fu a suo tempo non abbiamo riscontrato altre inadempienze gravi. Diciamo che è rinsavito». Per Russo allo Iacp doveva, infatti, essere applicata la norma regionale che impone la rimozione dall’incarico dei dipendenti rinviati a giudizio, mentre per il commissario non era applicabile perché valeva il contratto degli enti locali.

Ma sembra proprio che «il problema tecnico», come lo aveva definito all’epoca l’ingegnere e dirigente della Regione siciliana Leone, sia stato risolto e che pace sia stata fatta. Tanto che all’assessore non sembra strano averlo ritenuto idoneo a mantenere il suo incarico di commissario straordinario. «Non è che ci sia abbondanza di persone che fa questo lavoro», spiega Russo. «L’ingegnere ha sbagliato, ha riconosciuto il proprio errore e ha tolto di lì il direttore».

Schilirò è stato rimosso dal ruolo di direttore generale, ma come responsabile contabile è ancora al suo posto. «Non può licenziarlo», motiva Russo. «La Costituzione si fonda sulla presunzione di innocenza e non consente di licenziare chi è sotto processo. Ma consente le misure di interdizione che sono state adottate», dice. Misure certamente blande. Resta infatti forte la perplessità di fronte alla circostanza che vede chi è indagato per truffa lasciato a capo della funzione che si occupa proprio della gestione dei conti. «A me Schilirò non fa grande simpatia, ma non posso mettere la pubblica amministrazione in condizione di far vincere chi magari non lo merita perché sbaglio i provvedimenti», si giustifica l’assessore, continuando a sottolineare che «lo Iacp è un ente diverso dalla Regione. Quest’ultima ha poteri di vigilanza, ma dirigenti e impiegati non sono suoi dipendenti». E sulla nomina di Leone precisa: «Io posso solo fare proposte di delibera, la decisione spetta al presidente della Regione». E visto che il commissario non ha ancora provveduto a nominare un nuovo direttore generale, chissà che non spetti a Lombardo anche questo.

[Foto di fedeil]


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