I diciassettenni catanesi: rassegnati e senza memoria storica

Tra le attività più importanti svolte dall’associazione Addiopizzo Catania, nata tre anni fa con lo scopo di combattere il fenomeno del racket delle estorsioni nel capoluogo etneo, si collocano sicuramente gli incontri organizzati nelle scuole della città, attraverso i quali i volontari diffondono la cultura antipizzo e della legalità tra gli studenti, avvalendosi dell’esperienza di magistrati e di commercianti che hanno denunciato. All’interno di questo progetto scuole è nata l’idea di somministrare ai ragazzi un questionario per sondare le loro conoscenze sull’antimafia e la loro propensione alla legalità. I risultati sono stati recentemente presentati durante una conferenza stampa, alla quale ha anche partecipato una rappresentanza degli studenti e dei professori di alcuni degli istituti scolastici coinvolti.

Il questionario è stato distribuito in 16 scuole medie superiori di Catania e provincia (Acireale, Belpasso, S. G. La Punta, Adrano) a più di mille studenti del quarto e quinto anno, di cui un terzo maschi e due terzi femmine, con un’età media di 17 anni.

Interessanti i dati emersi, dai quali si evince, per esempio, la percezione realistica che i ragazzi hanno del tasso di criminalità presente nella città (alto per il 52% e medio per il 43%) e la loro volontà a collaborare alla crescita della legalità (l’81% di loro si impegnerebbe a costruire una “scuola della legalità”), ma anche che, nonostante le buoni intenzioni, quando si tratta di trovare lavoro più del 50% di loro sarebbe pronto a chiedere la raccomandazione pur sapendo che, come scambio di favori, essa è considerata come atteggiamento mafioso.

Di questi e altri risultati abbiamo parlato con il presidente di Addiopizzo Catania, Chiara Barone.

Quali sono i dati, ricavati dall’elaborazione dei questionari, che più vi hanno colpito?
Le risposte che più ci possono far riflettere sono probabilmente quelle relative alla (non)conoscenza da parte dei ragazzi di chi la lotta alla mafia l’ha fatta nel passato e che per questo ha dato la vita (più del 60% dei ragazzi non sa chi siano Pio La Torre e Libero Grassi, ma anche il dato sulla conoscenza di avvenimenti recenti è sconfortante visto che solo la metà di loro conosce Andrea Vecchio, ndr). I ragazzi non hanno più memoria storica, o comunque non ne hanno a sufficienza, e questo ha delle inevitabili conseguenze anche sul presente. L’altro dato che sicuramente colpisce è quella percentuale che ci dice che, per gli studenti che hanno fatto da campione per i nostri questionari, la mafia è più importante dello Stato (per il 63,5% degli studenti la mafia ha più potere dello Stato e del popolo, ndr.). Non so se i ragazzi l’hanno detto perché lo pensano sul serio o perché, anche inconsciamente, è più “comodo” pensare così, ma la rassegnazione non va bene, specie se si è giovani: il potere che la mafia ha, ce l’ha perché qualcuno gliel’ha dato e perché la rassegnazione contribuisce a mantenerlo costante. Dobbiamo iniziare a muoverci, tutti, per essere più forti di loro, insieme con lo Stato e con le istituzioni. Ognuno deve fare la propria parte, senza mai arrendersi psicologicamente a questa idea che la mafia sia invincibile. Insomma, è evidente che è l’atteggiamento psicologico in primis che deve cambiare. Per questo crediamo cosi fortemente nel progetto scuole. Andare a parlare con gli studenti insieme a un magistrato e a un imprenditore che ha alle spalle un’esperienza di denuncia è per noi il modo più corretto per comunicare con i ragazzi. Fatti, non parole e luoghi comuni.

Cosa ha imparato Addiopizzo Catania da questi questionari e dagli incontri nelle scuole? Ne terrà conto per intraprendere azioni future o perfezionare quelle già intraprese?
I questionari, insieme ai dibattiti che sempre nascono a seguito di questi incontri, ci hanno sicuramente dato modo di avere un quadro generale della situazione. Abbiamo capito ancora di più quanto sia fondamentale il lavoro di informazione che facciamo. Per esempio, fornire un’adeguata informazione sui mezzi e gli strumenti legislativi ed amministrativi messi a disposizione dagli organi centrali e periferici dello Stato è necessario per smentire la convinzione errata che il 45 % dei ragazzi ha sul fatto che il commerciante vittima del pizzo non sia adeguatamente protetto dallo Stato.
Speriamo che la collaborazione con le scuole continui e, anzi, si intensifichi, coinvolgendo anche le famiglie: sarebbe veramente bello creare dei momenti di incontro con professori, studenti e famiglie, perché altro non sono che la più importante rappresentanza della società, di oggi e di domani. Il lavoro di educazione alla legalità non può fermarsi alle ore di scuola, ma deve continuare anche tra le mura di casa, con l’esempio dei genitori.

Avete qualcosa da suggerire alle scuole e agli studenti in base a quello che i risultati del questionario hanno evidenziato?
Ai professori e ai presidi diciamo che il lavoro di educazione alla legalità andrebbe fatto non solo in queste giornate, ma anche e soprattutto nelle piccole occasioni quotidiane che a scuola, dalle ore di lezione alla ricreazione, si verificano. Dai giornali letti in classe durante l’ora di educazione civica allo studio della storia, tutto dovrebbe rientrare in questo percorso.
Ai ragazzi vorremmo dire di non rassegnarsi e di essere più curiosi, leggere e informarsi sul nostro, sul loro passato. Per combattere la mafia, e più in generale per percorrere fino in fondo la strada della legalità, dobbiamo avere a disposizione tutti i mezzi necessari e tra quelli più importanti c’è senza dubbio la memoria storica, perché è questa che, anche in una prima fase, può creare consapevolezza; è questa che può dare una motivazione in più per non arrendersi e proseguire questo percorso iniziato anni e anni fa da persone come Libero Grassi, Pio La Torre, Borsellino… Se vogliamo cambiare le cose, abbiamo il dovere, oltre che il diritto, di sapere cosa è stato fatto e cosa va cambiato, cosa non deve più succedere e cosa dobbiamo migliorare.
Addiopizzo darà sempre il massimo per cercare di essere presente e vicina agli studenti e alle scuole, per collaborare insieme e fortificarci, tutti, dai presidi agli studenti e agli insegnanti stessi, nella conoscenza di questi argomenti, per aumentare la sensibilità nei confronti di queste tematiche e per passare subito dopo dalla voglia di cambiare le cose, a cambiarle. O quanto meno a provarci.

Risultati del questionario:

Scuole:16
Età media:17 anni
Totale partecipanti:1094
Maschi:36,5%
Femmine:63,5%

1. Ti impegneresti a costruire una “Scuola di legalità” attraverso la partecipazione attiva della comunità scolastica?
– Si: 81%
– No: 16%
– Non sa: 3%

2. Hai mai assistito ad episodi di bullismo nella tua scuola?
– Si: 54%
– No: 45%
– Non risponde: 1%

3. Hai mai chiesto “Raccomandazioni” per superare esami?
– Si: 6%
– No: 93%
– Non risponde: 1%

4. Le chiederesti per trovare un posto di lavoro?
– Si: 53,5%
– No: 44,5%
– Non sa: 2%

5. Chiedere la raccomandazione o concederla, sulla base di scambi di favore, è un atteggiamento:
– Mafioso: 49%
– Amicizia: 32%
– Solidarietà verso i meno fortunati: 15%
– Non sa: 4%

6. Ti rubano il motorino e ti vengono chiesti dei soldi per riaverlo, cosa fai?
– Denunci l’accaduto alle forze dell’ordine: 71,5%
– Paghi e ti riprendi il motorino: 24,5%
– Non sa: 4%

7. Chi è Andrea Vecchio?
– Un politico: 10,5%
– Un pregiudicato: 17,5%
– Un imprenditore: 51%
– Non sa: 21%
– Risposte corrette: 51%
– Risposte non corrette: 49%

8. Come giudichi il tasso di criminalità della tua città?
– Basso: 4%
– Medio: 43%
– Alto: 52%
– Non sa: 1%

9. Cos’è la Mafia?
– Uno stile di vita: 5,5%
– Un fenomeno umano: 4%
– Una organizzazione illegale di persone che vive sfruttando i cittadini onesti: 88,5%
– Non sa: 2%

10. Cos’è il Pizzo o Racket?
– Una forma di protezione da atti vandalici: 6%
– Una forma di controllo del territorio da parte di organizzazioni criminali: 88,5%
– Non lo so: 5,5%

11. Chi è Pio La Torre?
– Un imprenditore: 12%
– Un pregiudicato: 26%
– Un politico: 38%
– Non sa: 24%
– Risposte corrette: 38%
– Risposte non corrette: 62%

12. Se avessi la possibilità di aprire un’attività commerciale lo faresti nella tua città?
– Si: 44%
– No: 19%
– Si, ma non mi sentirei sicuro: 33,5%
– Non risponde: 3,5%

13. Un imprenditore che denuncia il racket è:
– Protetto dallo stato: 39,5%
– Lasciato solo: 45%
– Un incosciente: 9,5%
– Non risponde: 6%

14. Chi è Libero Grassi?
– Un politico: 18,5%
– Un imprenditore: 36%
– Un pregiudicato: 15%
– Non sa: 30,5%
– Risposte corrette: 36%
– Risposte non corrette: 64%

15. Conosci il Comitato Addio Pizzo Catania?
– Si: 27,5%
– No: 72,5%

16. Se è si, lo sosterresti?
– Si: 47%
– No: 12%
– Non sa/non risponde: 41% (tra coloro che hanno risposto; si: 80%, no: 20% )

17. Sei testimone di una rapina o di un furto e sei in possesso di elementi utili per l’individuazione del responsabile, cosa fai?
– Denunci alle forze dell’ordine l’accaduto: 63%
– Fai finta di nulla: 13,5%
– Non denunci per timore di possibili ritorsioni ma ti senti in colpa per non averlo fatto: 20,5%
– Non risponde: 3%

18. Secondo te ha più potere:
– La mafia: 63,5%
– Lo stato: 13,5%
– Il popolo: 18,5%
– Non sa: 4,5%

19. Dopo l’uccisione dell’ispettore Raciti, la squalifica del campo di calcio è stata:
– Necessaria: 62,5%
– Eccessiva: 19,5%
– Ingiusta: 15,5%
– Non sa: 2,5%

20. In quali di queste espressioni ti riconosci?
– Il fine giustifica i mezzi: 26%
– L’importante non è vincere ma partecipare: 46,5%
– La migliore parola è quella che non si dice: 22,5%


Dalla stessa categoria

Ricevi le notizie di MeridioNews su Whatsapp: iscriviti al canale

I più letti

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Sono passati tre anni da quando un incendio ha distrutto l’impianto di selezione della frazione secca di rifiuti a Grammichele (in provincia di Catania) di proprietà di Kalat Ambiente Srr e gestito in house da Kalat Impianti. «Finalmente il governo regionale ci ha comunicato di avere individuato una soluzione operativa per la ricostruzione e il […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

Leonardo Caffo, catanese. Fumettibrutti (Josephine Jole Signorelli), catanese. Fulvio Abbate, palermitano. La Sicilia contro Chiara Valerio. È la Sicilia, infatti, a essersi resa protagonista dell’abbattimento delle statue raffiguranti Chiara Valerio, iniziando la rivolta contro il regime amichettistico sotto il quale viviamo.Ricapitolando.Chiara Valerio, scrittrice, editrice, attivista, radiofonica, televisiva, premiata, capa assoluta di una certa parte del […]

Sul nuovo social network X, tale Esmeralda (@_smaragdos), commenta un articolo del Domani a proposito dei finanziamenti alla Cultura elargiti dai Fratelli d’Italia siciliani: «Amici, soldi (pubblici) e politica. In Sicilia tutto fa brodo. Su questo penso non leggerò un commento croccante di Ottavio Cappellani. Perché gli amici so’ amici, gli ex amici so’ nemici». […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]