Grandi elettori, Musumeci non si dimette ma azzera la Giunta «Il flop al voto è la resa dei conti di alcuni deputati accattoni»

«Musumeci non lascia. Musumeci raddoppia». Ci si aspettavano le dimissioni, così non è stato, per il presidente della Regione, che però annuncia: «Azzero la Giunta». La corsa tra i grandi elettori per votare il presidente della Repubblica ha il sapore di una disfatta per Musumeci. Per la prima volta un governatore è arrivato ultimo nella corsa tra i grandi elettori, preceduto dal capogruppo del Movimento 5 stelle Nuccio Di Paola – 32 voti – e dal presidente dell’Assemblea regionale siciliana e commissario di Forza Italia Gianfranco Miccichè con 44 consensi. 

Un dato politico di estrema pesantezza, questo, che si è concretizzata a seguito di una maggioranza che si è sfaldata e che, adesso, dovrà essere ricomposta. Così, prima Musumeci aveva comunicato tramite una nota che avrebbe preso 24 ore di tempo per decidere sul da farsi, poi in serata la diretta su Facebook in cui ha rivelato le sue intenzioni. «Al presidente della Regione sono mancati sette, otto voti circa rispetto a quelli previsti – dice Musumeci – Sono stato eletto lo stesso, ma il dato politico rimane».

Secondo il presidente si è trattato di un «atto di intimidazione. Una sorta di resa dei conti, dal loro punto di vista, di deputati che mi hanno fatto richieste irricevibili o di deputati con i quali per ragioni di igiene non ho voluto mai avere a che fare. Vite diverse visioni diverse. Possono pensare questi scappati di casa che un presidente che non ha subito pressioni dalla mafia debba accettarle da loro? Sono convinto che bisogni assolutamente abbandonarli per strada questi disertori che operano con il favore del voto segreto.» Musumeci non ha nascosto l’amarezza provata nel vedere l’esito della votazione, che ha di fatto dato il via a un pomeriggio surreale a palazzo dei Normanni, pieno di discussioni, vai e vieni, tentativi di mediazione. 

Mediazioni che a un certo punto sembravano non riuscire a sortire nessun risultato, con le dimissioni che sembravano ormai cosa fatta. «Restiamo a lavorare proprio perché non voglio sopravvivere nel palazzo – rilancia invece Musumeci – perché ho un rapporto diretto con voi (i cittadini ndr), perché questa regione ha bisogno di una legge di stabilità, perché siamo in piena pandemia, dobbiamo completare i cantieri per cui abbiamo stanziato quattro miliardi. C’è ancora tanto da fare». Che il governo proverà a fare senza i disertori.

«Un direttore di un ente di sottogoverno, un presidente del collegio dei revisori, questo hanno chiesto. Accattonaggio – rivela – Se fosse stato un voto palese avrebbero votato e sarebbero passati davanti a me per dire “ecco presidente, ci siamo, siamo con te”. Questi mezzucci la Sicilia non li può tollerare. Abbiamo bisogno di stabilire un rapporto tra la Giunta e i deputati della coalizione. Ecco perché come primo atto azzero la giunta. Faremo un esecutivo responsabile per arrivare alla fine del mandato». Musumeci adesso dovrà parlare con i partiti e non esclude che qualcuno venga riconfermato al proprio posto, ma la Giunta sarà comunque ridisegnata.


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