Governo tassa slot e punta su videolottery In Sicilia, un apparecchio ogni 262 abitanti

«L’azzardo doveva rimanere nei casinò. Ce ne siamo accorti dopo dieci anni che è stato uno sbaglio incentivarlo in questo modo: il gioco s’è rotto. L’azzardo ha distrutto l’intrattenimento. A questo punto io dico allo Stato: tenetevelo pure, l’azzardo, e lasciateci il gioco». L’inaspettato mea culpa arriva da Francesco Pirrello, del coordinamento nazionale Associazione gestione giochi elettronici (Agge). 

I gestori delle slot machines, con un duro comunicato, qualche giorno fa se l’erano presa con la legge di stabilità 2016. Le nuove misure del governo Renzi dedicano al gioco d’azzardo ben 13 pagine. Quel che scontenterà ancora di più i gestori delle slot è senza dubbio l’aumento del Preu (il Prelievo erariale unico, cioè la quota che su ogni singolo euro di giocata lo Stato incassa in quanto detentore di monopolio), che passa dal 13% al 17,5%. A diminuire perciò sarà il cosiddetto payout, cioè la quota di redistribuzione della vincita, che scende al 70%. In sostanza: lo Stato incassa di più e i giocatori vincono di meno. 

Abbassando la possibilità di vincita c’è poi il concreto rischio di incentivare le slot illegali, che eludendo i controlli fiscali sono capaci di garantire vincite più frequenti e più sostanziose. Per Agge, però, c’è anche una disparità di trattamento. Non ci saranno infatti nuovi nullaosta per nuove slot, mentre per Sisal e Lottomatica (i due maggiori concessionari dell’azzardo, vere e proprie multinazionali del settore) l’unico aumento fiscale è previsto per le videolottery, che viene fissato al 5,5%. «Con un sentito grazie da parte dei concessionari che, dopo aver per anni già ampiamente lucrato sul gioco, dal 2016 gestiranno buona parte della quota di proventi che faceva vivere e lavorare noi gestori». Le nuove videolottery continueranno a vantare un payout superiore all’85%. Ed è noto come accettino persino banconote da 500 euro, promettendo vincite fino a 500mila euro. A questo punto le slot, che prevedono giocate massimo di un euro e vincite da 100 euro, sono destinate a essere soppiantate da una feroce concorrenza. Che per Pirrello si è fatta sleale. «Già Lottomatica con le mini videolottery che propone ai bar gioca sporco nei nostri confronti – denuncia -. I Monopoli poi non vigilano. Non ci sarà più il controllore locale, né assistenza 24 ore su 24. A un settore di professionisti si preferiscono gli avvoltoi. Sarà l’intera popolazione italiana ad uscirne con le ossa rotta». 

Intanto la patologia del gioco d’azzardo si diffonde sempre più. Secondo il ministero della Sanità, in Italia la percentuali di giocatori d’azzardo problematici varia tra l’1,5% e il 3,8% della popolazione. A cui si deve aggiungere un altro 2,2% di giocatori d’azzardo patologici. Almeno 900mila persone a rischio, dunque. «Noi siamo il tramite e non la causa – si giustifica da par suo Francesco Pirrello -. La patologia la soffriamo noi a ogni Legge di Stabilità. Regna un’ipocrisia terribile da parte della politica. Prendiamo ad esempio l’evasione fiscale: sono più i politici che non pagano le tasse che i gestori di apparecchi da intrattenimento. Noi siamo sottoposti a requisiti stringenti, loro no».

Ma quante sono esattamente le slot e le videolottery in Italia? In risposta a un’interrogazione parlamentare presentata dal deputato Giovanni Paglia (SI-Sel), il 3 dicembre scorso il sottosegretario Enrico Zanetti ha attestato come in Italia siano presenti attualmente 308.230 slot e 51.939 videolottery. In Sicilia gli apparecchi da gioco in totale sono 19.416: uno ogni 262 abitanti. E sono, soprattutto, di facile accesso. Giusto per fare un confronto: i posti letto ospedalieri in Sicilia in totale sono 14.871 per i casi acuti. 


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