Gli inquietanti misteri (militari?) di Canneto di Caronia Venerando: «Ci hanno impedito di proseguire le indagini»

Tra i primi anni del 2000 e il 2008 avevano imboccato la strada giusta, ma sono stati fermati. Quattro-cinque anni di osservazioni e studi sui fatti di Canneto di Caronia. Poi l’improvvisa interruzione decisa dalle autorità dell’epoca. E un paio di relazioni finali finite tra le scartoffie di Stato. Sembra la trama di un film di avventura, invece è la realtà rievocata da Francesco Venerando, oggi presidente di Maris Ricerca e componente del consiglio scientifico dell’Ispra-Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale del ministero dell’Ambiente, della tutela del territorio e del mare. 

Venerando è stato il coordinatore del Gruppo interistituzionale di osservazione dei fenomeni di Caronia. È la piccola frazione in provincia di Messina, dove da qualche tempo sono ricominciati i fenomeni strani: incendi di abitazioni, di suppellettili, di automobili e via continuando. Allora si parlò di ufo, di alieni e di esercitazioni militari. Ma, forse, gli unici ad avvicinarsi alla verità sono stati i protagonisti del Gruppo interistituzionale.  

Oggi il Governo nazionale ha deciso di istituire un nuovo gruppo di lavoro per studiare quello che è già stato studiato. Le solite cose italiane. Così abbiamo posto a Venerando alcune domande. Anche per provare a capire che cosa è stato scoperto sui fatti di Canneto di Caronia. 

Professore Venerando, a Canneto di Caronia siamo punto e a capo.
E io non sono affatto sorpreso dalla recrudescenza dei fenomeni, dal momento che abbiamo potuto accertare la loro origine non naturale.

Il vostro lavoro a che conclusione è arrivato?
Le indagini esclusero sia l’origine naturale dei fenomeni, sia quella determinata dalla presenza di reti tecnologiche in zona quali ferrovie, elettrodotti e apparati di radiotelecomunicazione. 

Avevate previsto che questi fenomeni potessero ripetersi?
Non potevamo certo escludere un’eventualità del genere, anzi abbiamo richiesto allo Stato e alla Regione di potenziare il sistema di monitoraggio che avevamo avviato, specie in direzione del monitoraggio h 24 dei campi elettrici ed elettromagnetici, in un’area vasta che comprende l’arco insulare delle Eolie e l’entroterra di Caronia.

Con quale esito?
Picche, cioè il nulla. Nel senso che il sistema di monitoraggio venne interrotto contro la volontà del Gruppo interistituzionale.

I giornalisti hanno parlato di insabbiamento. 
I giornalisti fanno il loro mestiere, a volte esagerano, a volte ci azzeccano

Insomma avevate fiutato la giusta direzione e vi hanno fermati.
Beh, i fatti sono quelli che sono. 

Avete consegnato i rapporti alle autorità?
Certo. 

Sono rapporti secretati?
No, riservati. Non li abbiamo diffusi per evitare strumentalizzazioni su mass media.

A quali conclusioni siete arrivati?
I fenomeni studiati a Canneto di Caronia e nelle aree vicine sono di origine non naturale. Abbiamo ritenuto plausibile l’ipotesi che la zona sia stata coinvolta da emissioni impulsive elettromagnetiche di grande potenza concentrata, sul cui punto sorgente ci è stato materialmente impedito di proseguire l’indagine scientifica. La grande quantità si anomalie riscontrate ci indussero a puntare l’attenzione sulla plausibile ipotesi dell’origine elettromagnetica di tali fenomeni, non escludendo la possibilità di sperimentazioni in quella zona. 

È possibile ipotizzare la presenza di sperimentazioni militari? 
Non rientrava nella competenza del Gruppo interistituzionale appurare una siffatta ipotesi. Questo è un compito al quale sono eventualmente chiamate altre componenti istituzionali. Noi dovevamo svolgere l’indagine per appurare la possibile origine di tali fenomeni sotto il profilo esclusivamente tecnico-scientifico. 

Esistono armamenti di tipo militare in grado di utilizzare l’elettromagnetismo?
Sì. Si tratta degli armamenti cosiddetti ad energia diretta, sistemi d’arma elettromagnetici, laser e altri. In particolare, le armi elettromagnetiche sononon letali e destinate a neutralizzare i sistemi di attacco o difesa della forza avversaria. In buona sostanza, mandano in tilt ogni apparato elettronico. Senza l’elettronica oggi sarebbe impossibile l’impiego di una forza armata. Ho preso parte ad agosto scorso ad una puntata di Voyager. Nel corso della puntata è stato intervistato anche il generale Fabio Mini che ha ricoperto ruoli di vertice militare alla Nato, il quale ha confermato, ove ne fosse bisogno, l’esistenza di questi tipi di sistemi d’arma ad energia diretta che ovviamente sono in costante evoluzione da una ventina di anni. Vedendo successivamente quella puntata alla Rai, sono venuto a conoscenza del fatto che il comandante della nave Galatea dell’idrografico della Marina militare, che condusse nel mare antistante Canneto una campagna di rilevamenti a supporto del Gruppo interistituzionale, venne inviato in seguito in altra missione militare e morì in un incidente all’elicottero sul quale viaggiava. 

Incredibile. Ma com’è possibile, in uno scenario del genere, interrompere il monitoraggio?
Mi faccia un’altra domanda.

Vi hanno tolto di mano gli strumenti per impedirvi di giungere alla verità?
Mi faccia un’altra domanda.

Avete avuto qualche segnale particolare? Nel senso di indurvi a concludere la faccenda là dove eravate arrivati?
Non si tratta di segnali, ci hanno semplicemente fermati. Questo è un dato di fatto oggettivo. 


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