Gli allegri ‘gabellieri’ di Casteldaccia

di Lorenzo Canale

Da Sindaco di Casteldaccia ne ha combinate di tutti i colori: affidamenti diretti, sprechi di soldi pubblici, evidenti violazioni di norme. Tutti fatti provati e confermati in più sedi. Eppure il capogruppo della lista Megafono all’Ars, Giovanni Di Giacinto – seppur indagato e sotto osservazione da parte di Magistratura, Corte dei Conti e Servizio Ispettivo della Regione – cade sempre in piedi.

Cosa dice il presidente della Regione, Rosario Crocetta? Cosa dice il senatore Giuseppe Lumia? È strano che, per molto meno, altri politici abbiano subito condanne pesanti e decisive per il loro futuro politico. Come il caso di Salvino Caputo, che lo scorso maggio è stato condannato ad un anno e cinque mesi per “tentato abuso di ufficio” per una vicenda che risale al 2004, quando lo stesso Caputo era Sindaco di Monreale e si era attivato per tentare di fare annullare alcune multe, che però non furono mai cancellate. Caputo, dopo la sentenza definitiva, è decaduto dalla sua carica di deputato del Pdl.

Dopo aver raccontato la vicenda del Project Financing sull’illuminazione pubblica, LinkSicilia ritorna dalle parti di Casteldaccia per raccontarvi i casi Esseci e Serit. Anche nella riscossione tributi, infatti, l’attuale onorevole braccio destro di Crocetta all’Ars ha dimostrato di sapersi muovere con grande ‘maestria’.

Il caso Esseci: due milioni di euro per una piccola cooperativa – Il 28 maggio 2004 il Sindaco di Casteldaccia, Giovanni Di Giacinto, con determina sindacale n.26, firma una convenzione con la Esseci, piccola cooperativa di Caltavuturo. Il servizio è definito “completamento e definizione degli accertamenti Tarsu e Ici e relativa costituzione banca dati fino al 2004”.

Il compenso previsto è il 32% più Iva (dunque il 38,40%) sulle somme dal Comune di Casteldaccia. Alla fine dell’attività svolta – su quasi 5 milioni di euro accertati (4,7 milioni) di evasione fiscale – alla cooperativa Esseci dovevano essere versati quasi 2 milioni di euro (1 milione e 800 mila euro circa).

Dopo numerose battaglie in Consiglio comunale, una pesantissima relazione del Servizio Ispettivo della Regione, diversi interventi di censura della Corte dei Conti, oltre alle inchieste avviate dalla Procura di Termini Imerese, il Comune è giunto a una transazione, nel luglio 2012, pagando alla ditta circa 800 mila euro, a fronte dei quasi 2 milioni dovuti.

Due milioni di euro di soldi pubblici, per un servizio del genere, è pura follia. Inoltre la ditta non ha i requisiti di legge per servizi di accertamento e riscossioni. Non è iscritta all’albo istituito presso il Ministero dell’Economia ai sensi del. 53 D.Lgs n. 446/97). Infine – picoclo ‘particolare’ – il servizio non è stato affidato con gara pubblica, ma con un affidamento diretto, in spregio alle norme vigenti.

Da un certo punto in poi, per sedare le polemiche, il Sindaco comincia a dire che il servizio svolto da Esseci non tratta di “accertamenti”, bensì di semplice “anagrafe tributaria”, per cui non c’è bisogno né dell’iscrizione all’albo, né della gara pubblica. Questo significa arrampicarsi sugli specchi della burocrazia. Peccato che per l’anagrafe tributaria non si pagano mai somme superiori a 50 mila euro!

Acrobazie tecnico-burocratiche che nascondono in sostanza una vicenda poco chiara. Perché tanti soldi ad una piccola cooperativa. Chiaro che sorge il dubbio di logiche clientelari e oscure manovre “politiche” che niente hanno a che fare con una buona gestione della cosa pubblica.

Sotto giudizio – Il 31 ottobre 2008 l’opposizione consiliare denuncia tutto al Servizio Ispettivo dell’assessorato regionale ex Enti locali, chiedendo un controllo ad hoc sul Comune di Casteldaccia. L’ispezione, ad opera del funzionario Girolamo Ganci viene condotta tra il 2008 e il 2009. Nell’agosto 2009 arriva la relazione finale. Che conferma quanto denunciato dall’opposizione:

“Si confermano le irregolarità – si legge nella relazione di Ganci – segnalate dagli esponenti (dell’opposizione ndr) ed, in particolare, i criteri di affidamento dell’incarico. Dalla visione degli atti è emerso, infatti, che l’incarico, a parere dello scrivente, è stato assegnato con criteri alquanto discutibili. Sarebbe stato opportuno contattare, ai fini dell’assegnazione del servizio, almeno cinque ditte che svolgono lavoro analogo per addivenire ad una gara informale. Si conferma inoltre che, così come evidenziato dagli esponenti, che la società in questione non risulta essere mai stata iscritta all’albo dei soggetti abilitati a svolgere tale attività così come previsto dall’art. 53 del D.Lgs 446/97 e poi concretamente istituiti e disciplinati dai D.M. n. 89/2000 e 289/2000 del Ministero delle Finanze”.

Le successive comunicazioni del dottor Ganci, dopo le controdeduzioni dell’amministrazione comunali, di fatto confermano la censura. E invitano Sindaco e Giunta a revocare la determina di affidamento.

Scrive Ganci nel luglio 2010: “Si invita ad accertare la reale natura del rapporto, adottando provvedimenti anche in autotutela, idonei a conformare la situazione di fatto a quella di diritto secondo le normative vigenti”.

Una censura che rimbalza anche nelle relazioni della sezione controllo della Corte dei Conti, che per la sua natura collaborativa non può certo “condannare” l’amministrazione e, di fatto, non ha poteri tassativi. Però consiglia di “approfondire la reale natura di tale rapporto”, visto che “non si comprende perché tale servizio sia stato esternalizzato”.

Dalla relazione 2009 della sezione controllo della Corte dei Conti. “La sezione non può che prendere atto – nell’attuale sede – di quanto responsabilmente dichiarato in ordine alla natura dell’affidamento dell’incarico alla s.c.r.l. Esseci. In ordine a tale ultimo punto, tuttavia, la Corte medesima invita l’Amministrazione comunale ad approfondire la reale natura di tale rapporto tenendo conto che: 1) la determinazione sindacale n. 26 del 28.5.2004 – accogliendo la conforme proposta del Responsabile dell’area III (Bilancio, Finanze e Programmazione) di affidamento alla Esseci del servizio di completamento e definizione degli accertamenti TARSU ed ICI e relativa costituzione banca dati fino al 2004 – potrebbe configurare attività inerenti ad accertamenti tributari; 2) al di là delle parole usate, il “Progetto per la fornitura di servizi di censimento e costituzione banca dati delle unità immobiliari” potrebbe anch’esso comportare attività inerenti ad accertamenti tributari; 3) il provvedimento di affidamento de quo non appare adeguatamente motivato; 4) in sede di pubblica adunanza, il Sindaco ha dichiarato che l’Amministrazione si è rivolta alla Esseci perché non disponeva di personale specializzato; ed allora, delle due, l’una: o il Comune non disponeva di personale idoneo per gli accertamenti, ed allora, al di là della formale apposizione di firma sugli stessi, tali accertamenti devono essere stati fatti dalla società cooperativa, ovvero il Comune medesimo disponeva di personale idoneo, ed allora non si comprende perché tale servizio sia stato esternalizzato”.

Sbagliando s’impara? – Il 14 ottobre 2010 il Consiglio comunale approva all’unanimità l’atto di indirizzo che invita l’amministrazione a sciogliere definitivamente ogni rapporto con la predetta società per i servizi resi, individuando per il corrispettivo dei medesimi un range percentuale tra 1’8% e il 13%.

La revoca della convenzione e la transazione, arriva quasi due anni dopo, il 10 luglio 2012. Oltre ai 493.391,85 euro già versati, il Comune dovrà versare 322.952,37 euro decisi per transazione, alla Esseci, che nel frattempo – il 8 agosto 2010 – ha ceduto alla “AZ Riscossione Tributi Locali srl”, con sede sempre a Caltavuturo, il ramo d’azienda attinente al servizio svolto al Comune di Casteldaccia.

Un notevole risparmio, visto la somma dovuta (1milione e 800 mila euro, ovvero il 32% più Iva delle somme incassate). Poi arriva un’altra vicenda inquietante e emblematica, quella dell’affidamento a Serit. Praticamente una replica di quanto visto con Esseci. Evidentemente il detto “sbagliando s’impara” non vale a Casteldaccia.

Perseverare è diabolico – Sbagliare è umano, ma perserverare è diabolico. Non contenti della magagna Esseci, Sindaco e compagnia continuano a gestire la faccenda dei tributi come se fosse il proprio giardino. Affidano il servizio riscossione alla Serit Sicilia spa, prevedendo una nuova banca dati, come se quella Esseci non bastasse. È la “Convenzione per la realizzazione del progetto di recupero fiscale Riscossione attiva”.

Tanto per cambiare, si tratta di un altro affidamento che va contro le norme. Nessun bando pubblico, ma un affidamento diretto, a discrezione di Sindaco e Giunta.

Ma non è tutto. Viene messo su un fantomatico “servizio di front office” totalmente abusivo. Proprio così. Nei locali comunali spuntano facce nuove e non si capisce chi ce li abbia messi. Alla fine si scoprono essere dipendenti della Infotirrenia s.r.l., con sede a Belmonte Mezzagno, ditta della quale non è mai stato accertato né il possesso di tutti i requisiti personali e professionali di legge, né il possesso della certificazione antimafia, né il reale rapporto con la Serit Sicilia spa. Non ci sono carte, in altre parole, che li autorizza a stare lì.

Abusivi in Comune – Nel maggio 2011 il Sindaco propone e la maggioranza in Consiglio comunale decide un esoso aumento della Tarsu. A luglio cominciano ad arrivare ai cittadini salatissimi avvisi di pagamento sia relativi alla Tarsu 2011, sia agli accertamenti degli anni precedenti.

Per l’esercizio dei propri diritti (rateizzazione, annullamento e rettifiche) i cittadini sono invitati a rivolgersi all’ufficio “Front-Office Palazzo Comunale di Casteldaccia” in via Vittorio Veneto n.2. Chi se ne occupa? Se ne occupa personale estraneo al Comune. Nessuno sa chi li ha messi lì. Questi impiegati, contravvenendo a ogni disposizione di legge, ascoltano le richieste dei cittadini e prendono nota su fogli volanti senza invitare i cittadini a formalizzare le loro istanze, spesso invitandoli a rivolgersi “direttamente al Sindaco” per eventuali chiarimenti: il che la dice lunga sul rispetto dei ruoli e delle competenze comunali!

Ad un sopralluogo effettuato da membri dell’opposizione comunale, insieme a dirigenti e burocrati comunali, i misteriosi impiegati all’inizio non giustificano la propria presenza e danno spiegazioni. Poi dichiarano di appartenere alla ditta Infotirrenia srl e di essere stati autorizzati direttamente dal Sindaco di Casteldaccia. Così, basta la parola del primo cittadino per autorizzare qualunque cosa.

In seguito la Serit, a firma di Daniele Ingrassia, invierà un fax al Comune di Casteldaccia nel quale si limiterà a qualificare Infotirrenia come “partner tecnologico”. Purtroppo è una partnership che non risulta da nessuna parte, frutto di un accordo puramente verbale tra le due società.

Inoltre, in nessun modo il sig. Ingrassia è autorizzato o ha poteri di comunicare informazioni del genere all’esterno. Tutto informale, o al limite “a titolo personale”, come troppo spesso succede da queste parti.

D’altra parte, la gestione delle richieste e delle lamentele dei cittadini avviene con metodi che sono tutto tranne che trasparenti. Fogli volanti, rassicurazioni verbali, inviti a “parlarne col Sindaco”. Come se a Casteldaccia non ci fosse un ufficio tributi. Come se qui non ci fossero leggi uguali per tutti.

Tutta la faccenda finirà dritta dritta alla sezione controllo della Corte dei Conti, al Servizio Ispettivo della Regione Sicilia, assessorato ex agli enti locali e alla Procura di Termini Imerese.

L’affidamento a Serit – Un episodio paradossale che fa parte di una vicenda nata sbagliata. Dopo Esseci, dicevamo, il Comune dimostra di non aver imparato niente e compie l’ennesima mossa in spregio alle regole vigenti.

Il 25 giugno 2010, su proposta del Ragioniere Capo Gaetano Martorana, la Giunta delibera di affidare a Serit Sicilia spa, direttamente e senza espletamento di alcuna gara ad evidenza pubblica, il servizio di recupero dell’ evasione tributaria approvando un progetto denominato “Riscossione Attiva”. Il compenso sarà il 25% dei tributi riscossi.

Ma qualcuno dentro la ‘macchina’ comunale sente puzza di bruciato ed ecco che, pochi giorni dopo, la delibera viene revocata, con un nuovo documento – sempre a firma della giunta – in cui si legge a chiare lettere che “l’affidamento di tale servizio è soggetto a gara”.

Bene, la Giunta che fa? Prepara una gara pubblica, seguendo una volta tanto quello che dice la legge? Macchè! Fa passare un po’ di tempo, fa calmare gli animi, in vista dell’ennesimo colpo di mano.

Il 28 dicembre 2010, sempre su proposta del ragioniere Martorana, la Giunta approva finalmente l’atto con il quale affida il servizio a Serit. Senza gara pubblica, ovviamente.

Nella delibera, le parole dell’art. 3, comma 4 l. 248/05, che prescrivono il “rispetto di procedure di gara ad evidenzia pubblica”, vengono sostituite con i puntini di sospensione. Basta poco, a Casteldaccia, per cancellare le leggi…

La revoca – Intanto Casteldaccia viene scossa da una gestione tributi perlomeno bizzarra. Un comitato di cittadini fa ricorso al Tar (Tribunale amministrativo regionale), che, all’inizio del 2012, rigetta l’istanza non perché non fosse valida, ma perché non ne ha la competenza.

Arrivano cartelle salatissime, spesso inesatte e irregolari. I cittadini, non avendo un servizio di ricevimento del pubblico trasparente e uguale per tutti, sono costretti a elemosinare audizioni al Sindaco in persona, che alle volte ti fa il favore, altre volte no.

Arbitrio, discrezionalità, nessuna informazione: esercitare un diritto diventa “farsi fare un favore personale dal Sindaco”. Così funziona la gestione del potere a Casteldaccia.

Infine, il 10 agosto 2012, arrivano le conclusioni dell’ultima ispezione della sezione controllo dell’assessorato regionale ex enti locali. Un giudizio pesante contro il Comune di Casteldaccia, in cui si conferma la “violazione delle norme” nel mancato affidamento con gara.

Pertanto, scrive il funzionario Girolamo Ganci, l’amministrazione casteldaccese deve al più presto adottare “i provvedimenti necessari e/o opportuni” per ripristinare la legalità, “anche al fine di evitare il reiterarsi di analoghe situazioni”.

Insieme alla faccenda Esseci, che continua a tenere banco, alle numerose inchieste portate avanti dal nucleo operativo della Guardia di Finanza e all’attenzione della Procura della Corte dei Conti, l’avvertimento della Regione ha il suo effetto.

La gestione dei tributi è diventata infatti materia scottante in tutta la Sicilia, mentre gli affidamenti del servizio vengono ormai tenuti sotto osservazione costante in numerosi Comuni.

Il livello di allerta e troppo alto, dunque, e non si può più manovrare nell’ombra. L’amministrazione di Casteldaccia decide di fare un passo indietro per evitare il peggio.

Il 13 agosto 2012 i rapporti tra Serit e Comune si interrompono. La Giunta delibera la revoca della convenzione. Motivazioni ufficiali: la Serit non ha ancora consegnato la banca dati che contiene tutte le informazioni sui tributi dei cittadini di Casteldaccia.

In realtà, la banca dati dei tributi a Casteldaccia è al centro di un altro tragicomico contenzioso, quello tra Serit e Infotirrenia. Una società che, ricordiamolo, non intrattiene nessun rapporto formale né con Serit, né con il nostro Comune, ma che ha accesso a tutte le informazioni sulla situazione tributaria di tutti i cittadini casteldaccesi. Come se a Casteldaccia, tra le altre cose, non esistesse il concetto di privacy.

Per consultare tutti i documenti, visitare il blog www.lorenzocanale.it

 


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