Gettonopoli Comune, udienza rinviata a novembre Grande folla avvocati ma i consiglieri sono assenti

Diversi difetti di notifica, una ventina di avvocati e alcune memorie difensive scritte e già depositate dai legali. Parte con un rinvio al prossimo 18 novembre lo sviluppo legale dell’inchiesta – partita da una denuncia alla stampa del Movimento 5 stelle – ribattezzata Gettonopoli. All’udienza camerale di questa mattina nessuno degli imputati – 36 consiglieri del Comune di Catania e 20 segretari di commissione – si è presentato. Per loro (leggi i nomi) c’erano i rispettivi difensori, che non sono sembrati per nulla stupiti quando il giudice per le indagini preliminari Nunzio Sarpietro ha detto a tutti di ripresentarsi fra poco più di un mese. Invitando i penalisti che non lo avessero ancora fatto sono stati invitati a consegnare, entro 15 giorni, le carte con i motivi della difesa nella cancelleria del tribunale. Falso, truffa aggravata e peculato i reati dai cui dovranno difendersi a vario titolo gli iscritti nel registro degli indagati.

Sulla vicenda si erano già espressi nelle scorse settimane il procuratore aggiunto Michelangelo Patanè e il sostituto Fabio Regolo chiedendo al gip Sarpietro di archiviare l’indagine. Il presidente dei giudici aveva risposto in maniera negativa disponendo di inoltrare a consiglieri e presidenti gli avvisi di garanzia. Adesso ci sono tre scenari possibili: Sarpietro dopo l’analisi di prove e memorie difensive potrebbe chiedere alla procura altre indagini, archiviare il fascicolo oppure mandare a giudizio i politici.

Il presunto caso gettonopoli è stato sollevato dai pentastellati etnei di piazza Santa Maria della Guardia il 22 gennaio scorso, cioè quando gli attivisti hanno consegnato alla stampa un report elaborato sulle commissioni permanenti del Consiglio comunale e i gettoni di presenza. Nell’analisi – che passa in rassegna la posizione di ciascun politico – alcuni componenti del senato cittadino si sarebbero fermati nelle commissioni consiliari per solo pochi minuti, si sarebbero spostati troppo rapidamente da una riunione all’altra (anche tra sedi distanti tra loro) e risulterebbero presenti contemporaneamente in due commissioni. Posizioni rinominate, negli ultimi due casi, teletrasporto e ubiquità. Illeciti per i quali la procura di Catania sostiene una difficoltà alla verifica perché è mancato «un esposto alla procura che, prima della pubblicazione di un giornale, consentisse attività tecnica in contemporanea con i lavori delle commissioni». 

Cassandra Di Giacomo

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