Dopo il caso delle sedute delle commissioni convocate per fare scattare i compensi nel capoluogo girgentino, il Movimento 5 stelle Sicilia annuncia un disegno di legge un esposto esposto alla Procura ed uno alla Corte dei conti per il Comune del Catanese. «Alcuni consiglieri presenti contemporaneamente in due commissioni diverse»
Gettoni pazzi, Agrigento non è un caso isolato M5s: «A Misterbianco situazione analoga»
«In Sicilia siamo a gettonopoli, o quasi. Di certo il caso Agrigento non è isolato». Il Movimento 5 Stelle annuncia, dopo il caso del Consiglio comunale di Agrigento, inizia ad occuparsi del resto della Sicilia. E un altro potenziale scandalo potrebbe essere quello del Comune di Misterbianco, sul quale il M5s ha annunciato di aver già presentato un esposto della Procura della Repubblica e un’altro alla Corte dei conti.
«A Misterbianco – dice il deputato all’Ars Francesco Cappello – ad agosto del 2013 sono stati spesi 38 mila euro, per un totale nell’anno di circa 400 mila euro, una cifra spropositata per un Comune come quello. I consiglieri in pratica si sono riuniti in maniera tale da totalizzare il massimo possibile dei guadagni. Abbiamo notato – prosegue Cappello – casi di consiglieri col dono dell’ubiquità, presenti contemporaneamente in commissioni diverse e verbali firmati da presidenti che risultavano assenti. Salta agli occhi pure la durata della commissioni, alcune delle quali non superano l’ora».
I deputati regionali del M5s evidenziano poi il caso dei verbali di alcune sedute della VI commissione: i consiglieri avrebbero impiegato il tempo a leggere il regolamento sull’assistenza economica, salvo poi scoprire, in successive sedute, che quel regolamento era scaduto. «E’ evidente – dice Cappello che qualcosa non quadra. Per questo abbiamo mandato tutto alla magistratura ordinaria e contabile, cui demandiamo ulteriori accertamenti».
Le anomalie non si fermerebbero, però, a Misterbianco. «Sembra – afferma Cappello- che ci sia qualcosa in altri Comuni, stiamo esaminando bene le carte finora arrivate. Ma la cosa che ci fa sospettare è che solo una cinquantina di Comuni su 390 ci ha risposto, fatto che, ovviamente, non ci smonta. Faremo una nuova richiesta di accesso agli atti e se, anche questa volta, non produrrà alcun esito ricorreremo al Tar. Vogliamo vedere quelle carte nell’interesse dei siciliani».
Tra i Comuni che finora non hanno risposto alla richiesta dei deputati Cinquestelle ci sono quelli più grossi, come Palermo, Catania e Messina. «Deve finire – afferma il deputato Giancarlo Cancelleri – l’abitudine di considerare la casse pubbliche come una sorta di bancomat. Il caso Agrigento, che i nostri attivisti hanno tirato fuori, sia di monito per tutti coloro che operano nelle istituzioni».
Il gruppo parlamentare all’Ars mira, comunque, a stoppare all’origine le manovre dei furbetti delle commissioni, con una legge che mira ad azzerare i gettoni. Il disegno di legge relativo, a firma di Cappello, è stato già depositato all’Ars.