Gestione idrica nel caos in 52 Comuni del Palermitano?

NELL’OCCHIO DEL CICLONE FINISCE ONDA ENERGIA, LA SOCIETA’ CHE HA PRESO IL POSTO DELLA FALLITA APS. INTERROGAZIONE DEI GRILLINI ALL’ARS. SI PROFILA ANCHE UN AUMENTO DELLE BOLLETTE DEL 9 PER CENTO CON LA RETROATTIVITA’ PER IL 2013? RISCHIO DEPUTATORI E QUINDI RISCHI PER LA COSTA CHE VA DA CEFALU’ A SAN VITO LO CAPO?

Cerca di dare risposte a numerosi quesiti l’interrogazione presentata all’Ars dal gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle. L’atto, prima firmataria Valentina Palmeri, mira fare luce sulla gestione del sevizio idrico in 52 Comuni del Palermitano da parte di Onda Energia, a cui è stato temporaneamente affidato il servizio tramite gara pubblica.

Per la cronaca, Onda Energia ha preso il posto della società Acqua potabili siciliane (Asp), fallita nei mesi scorsi. L’Ato idrico ha affittato il ramo d’azienda di Aps per quattro mesi ad Onda Energia sulla base dell’accordo di febbraio con la curatela di Asp, e due giorni fa la gestione dell’Ato è stata prorogata per un altro mese, fino al 30 giugno circa.

L’interrogazione chiede al Governo regionale – e, in particolare, all’assessore all’Energia – se trova conferma l’ipotesi di un aumento medio del 9% del piano tariffario dell’Ato 1 di Palermo. In pratica, un aumento delle bollette per i cittadini dei 52 Comuni. Un aumento – altro interrogativo posto dai grillini – che potrebbe essere retroattivo per il 2013? Per migliaia di cittadini che già debbono pagare Tasi e Tari sarebbe un’ulteriore e ingiustificata mazzata. 

”Sembrerebbe – afferma Valentina Palmeri – che il commissario liquidatore dell’Ato idrico Palermo 1 abbia concesso questo aumento, di cui, però, i Sindaci dell’ex provincia di Palermo non sarebbero a conoscenza. Vorremmo accertarcene, anche perché, se la notizia fosse vera, i soci della fallita Aps si ritroverebbero un una posizione di vantaggio nell’arbitrato attualmente in corso, in quanto verrebbe implicitamente riconosciuto che la tariffa precedentemente applicata era squilibrata”.

“Inoltre – prosegue Palmeri – un aumento del genere non ci sembra per nulla opportuno in un momento di crisi come questo, in quanto a scontarlo sarebbero i cittadini”.

L’interrogazione mira a fare chiarezza anche sul futuro dei 206 dipendenti di Aps il cui futuro sembra appeso ad un filo.

“Questo personale – sostiene la Palmeri – è senza stipendi da tre mesi e lavora in condizioni igienico-sanitarie disastrose, in alcuni casi senza dispositivi di sicurezza individuali e, in generale, senza mezzi aziendali, tanto che spesso è costretto a mettere mano al proprio portafoglio per raggiungere gli impianti”.

“Presso gli uffici e i locali della fallita Aps, inoltre – prosegue la nota di Valentina Palmeri – le pulizie non vengono fatte dal 19 maggio, e parrebbe che i depuratori non funzionano bene, perché i contratti con le ditte di spurgo dei fanghi dei depuratori non sono stati rinnovati. Se questo fosse vero significherebbe che in questo momento si scarica tranquillamente in alcuni fiumi e in alcuni tratti della costa del Palermitano, con pericoli gravissimi di inquinamento per i fiumi e per i mari della costa da Cefalù a San Vito Lo Capo, motivo per cui lo scorso 3 giugno ho chiesto formalmente all’Arpa un’ispezione di tutti gli impianti di depurazione”.


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