La multinazionale intende dismettere zone di proprietà della Raffineria. Nei giorni scorsi, tramite Confindustria, ha lanciato un avviso esplorativo ottenendo le prime risposte. Ma la commissione Ambiente del Comune ha presentato degli emendamenti per chiedere che prima vengano effettuate le bonifiche
Gela, bando per attrarre aziende in ex area Eni Due imprese interessate. «Ma prima bonifiche»
«Prima le bonifiche e poi gli eventuali insediamenti di nuove attività, qualora ce ne fossero». La commissione Ambiente e Sanità del Comune di Gela, presieduta dalla consigliera del Movimento cinque stelle Virginia Farruggia, chiede con forza un rovesciamento delle priorità. Oggetto della polemica: l’avviso esplorativo per una «manifestazione di interesse alla realizzazione di iniziative industriali su aree oggi di proprietà della Raffineria di Gela». Un bando emanato lo scorso 7 gennaio da Confindustria Centro Sicilia, con lo scopo dichiarato di attrarre aziende in quelle che già sono aree inutilizzate dell’Eni e che lo stesso cane a sei zampe vorrebbe dismettere.
È almeno dal 2012 che la multinazionale ci prova, in un territorio grande cinque milioni di metri quadri. Solo che, nel suddetto avviso, le bonifiche non venivano citate e se ne deduceva perciò che sarebbero state oggetto di «trattativa autonoma» tra le parti interessate. «Tenendo conto, tra l’altro, dello stato di fatto dell’area individuata come idonea – così si legge nella manifestazione di interesse – e dei relativi gravami anche di natura ambientale». Sempre loro, sempre le bonifiche. A Gela non si parla d’altro, soprattutto da quando i grillini sono andati al potere, anche se nel corso degli anni si sono realizzate poco e male. «Stiamo studiando gli emendamenti presentati dalla commissione – dichiara Rosario Amarù, presidente di Confindustria Centro Sicilia -. In questo momento li ho sul tavolo. Non sarà comunque solo una decisione nostra ma collegiale».
Ma a chi è destinato questo avviso? Quali potrebbero essere le aziende interessate da territori fortemente inquinati? Ci si rivolge a «soggetti terzi che intendano concretamente realizzare nel sito progetti compatibili con gli obiettivi del protocollo d’intesa 2014, a condizioni da definire contrattualmente di volta in volta con i soggetti interessati». Anche il Comune di Gela fa parte della partita, interessato com’è a diversificare l’economia della Piana. Per questo motivo garantisce percorsi agevolati ai nuovi insediamenti produttivi, attraverso la riduzione di Imu e Tarsu. Da parte propria Eni si impegna a garantire servizi ed utilities già presenti all’interno del perimetro della Raffineria come energia elettrica ed idrica, la vigilanza e l’utilizzo del depuratore biologico industriale.
Basterà per attrarre nuove e competitive imprese? «È un processo lento, è prematuro esprimersi adesso – sostiene Amarù -. È certo che Eni, Regione siciliana e Comune di Gela stanno provando a rivolgersi altrove. Da parte nostra abbiamo lanciato l’avviso sul Sole24ore. Finora ci sono state due aziende siciliane che si sono dette interessate». E che adesso potrebbero guardare con grande attenzione all’emendamento presentato da Farruggia e dai colleghi della commissione. In cui si scrive che «ogni nuova attività industriale dovrà essere preceduta dalla certificazione idonea a dimostrare l’avvenuta bonifica delle aree interessate».