Seconda riunione oggi in Prefettura a Messina sui lavori per il G7 di Taormina. A tre mesi dall’inizio dell’evento, quasi tutto resta ancora da fare. Sono partiti alcuni cantieri lungo l’autostrada A18 per rifare l’asfalto tra Catania e Taormina, ma da affrontare ci sono ancora molti nodi. Oggi la conferenza dei servizi ha dato il via libera al restyling di dieci chilometri di strade interne e della provinciale 10 che porta alla città. Mentre non si è parlato del palazzo dei Congressi.
Al tavolo della prefettura si sono seduti il prefetto Riccardo Carpino, commissario straordinario per il G7, il sindaco di Taormina Eligio Giardina, i rappresentanti della città metropolitana di Messina e la Sovrintendenza. Approvato il progetto per riasfaltare o ripavimentare molte strade interne a Taormina, a cominciare da via del Teatro Greco e piazza Vittorio Emanuele. «Dove c’era asfalto verrà messo nuovo asfalto, dove era pavimentato sarà messa nuova pavimentazione, il tutto concordato con la Sovrintendenza», precisano dallo staff del prefetto. In alcune strade i lavori partiranno più avanti perché Enel e Tim stanno ultimando alcuni interventi.
Nessun accenno al palazzo dei Congressi che richiederebbe importanti interventi per essere in grado di ospitare gli eventi previsti. «I tempi sono stretti, stiamo cercando di chiudere, speriamo di non dover ricorrere a un piano B», è quanto trapela dall’entourage del commissario. Tradotto significa che un’alternativa è presa seriamente in considerazione.
Intanto il fronte che si oppone al G7 – fatto da una costellazioni di centri sociali, movimenti, associazioni, partiti di sinistra e sindacati di base – lunedì ha incontrato i rappresentanti della Questura di Messina, presentando una richiesta precisa: sfilare in corteo a Taormina domenica 27 maggio, ed essere presenti a Giardini Naxos sabato 26 per l’assemblea finale. «L’atteggiamento dei funzionari della Digos è stato interlocutorio – fanno sapere dalla rete contro il G7 – ma teso comunque a limitare la possibilità che si possa manifestare a Taormina e mirato a provare a confinare ogni possibile contestazione a chilometri di distanza da una parte della Sicilia che sarà, di conseguenza, totalmente militarizzata per mesi e sottratta all’uso dei cittadini e persino dei turisti».
Risposta interlocutoria ma negativa, quindi. A cui i movimenti non intenderebbero sottostare. «Noi – continua la nota – non accettiamo che il nostro diritto a manifestare sia escluso in maniera autoritaria dai divieti delle forze dell’ordine per tutelare un vertice nel quale si parlerà di come spartire le risorse del terzo mondo, di come opprimere i nostri fratelli e le nostre sorelle migranti, di come costruire strategie di militarizzazione, guerra e controllo globale. Per questi motivi la nostra intenzione è quella di costruire una grande campagna contro il G7 e a tutela del nostro diritto, costituzionalmente garantito, a manifestare contro i potenti della terra».
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