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Il funerale di Pippo Baudo sarà mercoledì a Militello in Val di Catania. Il sindaco: «Sarà lutto cittadino»

L’ultimo addio a Pippo Baudo – morto ieri a Roma all’età di 89 anni – si terrà in Sicilia, come da sue volontà. E sarà celebrato mercoledì 20 agosto alle 16 (orario in aggiornamento, ndr), a Militello in Val di Catania, suo paese d’origine, nel Santuario Madonna della Stella. Luogo a cui il noto conduttore era legato: «Qui ha fatto il chierichetto e serviva messa – spiega il parroco, don Giuseppe Luparello – E, sempre qui, nel teatro, ha mosso i suoi primi passi da presentatore e showman». A celebrare la funzione sarà il vescovo della Diocesi di Caltagirone, Calogero Peri. «Sarà lutto cittadino», riferisce il sindaco di Militello, Giovanni Burtone. Che in queste ore ha raccontato il rapporto dello storico conduttore con il paese del Catanese che gli dato i natali: «Pippo qui era ben voluto da tutti – ricorda Burtone – E noi, ogni volta che spieghiamo da dove veniamo, per prima cosa diciamo “È il paese di Pippo Baudo”». Previsto per questa mattina, a partire dalle 11, l’omaggio privato delle persone più intime alla salma, al Campus Biomedico di Roma. Mentre la camera ardente aperta al pubblico sarà allestita sempre a Roma, al teatro delle Vittorie, di proprietà della Rai, dalle 10 di domani e fino alle 12 di martedì.

Nelle numerose interviste rilasciate in queste ore, Burtone ha raccontato del legame di Baudo con il suo territorio, in cui manteneva una villetta in campagna dove a volte si ritirava, senza divismi. «Non si negava mai a nessuno quando tornava a casa per riposarsi – dice il primo cittadino e deputato Ars – Poi, quando usciva, non voleva barriere o sevizi d’ordine. Incontrava le persone, con tutte scambiava due chiacchiere, era benvoluto e voleva bene alla comunità e al paese». Il luogo che, fin dal palco del teatro della parrocchia, ha visto crescere e alimentato la passione di Baudo per lo spettacolo. Fino ad arrivare in vetta, subito dopo la laurea in Giurisprudenza. «Si aggiornava costantemente, aveva un bagaglio culturale che giornalmente potenziava – dice ancora Burtone – Non si è mai fermato, ecco perché è stato un grande personaggio della storia d’Italia».


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