LO STRANO COMPORTAMENTO DELLASSESSORE AL LAVORO, GIUSEPPE BRUNO, CHE HA LIQUIDATO I RAPPRESENTANTI DELLE ASSOCIAZIONI DATORIALI ED I 1800 LAVORATORI. ALLA BASE LA NECESSITA DI INTRODURRE NUOVI SOGGETTI
Gli Enti esclusi per legge quali soggetti erogatori di politiche attive del lavoro, come peraltro avvenuto nel corso degli ultimi quindici anni, si vedono costretti ad attivare e/o completare le procedure per la mobilità in applicazione dellarticolo 24 della legge n.223 del 23 luglio 1991 di migliaia di operatori del sistema della formazione-orientamento con la conseguente perdita delle proprie risorse umane e per i lavoratori, la perdita dei diritti e delle garanzie derivanti dal rapporto di lavoro a tempo indeterminato.
È quanto si legge in una nota delle associazioni degli enti formativi, Forma Sicilia, Cenfop Sicilia, Assofor, Asef e Anfop, che sintetizzano il definitivo strappo con il Governo regionale.
Si sancisce, quindi, il licenziamento di 1800 operatori ex sportellisti.
La notizia era nellaria già da qualche giorno e dopo una giornata di confronto con le organizzazioni sindacali firmatarie del Contratto collettivo di Lavoro il comunicato unitario degli enti stamattina mette la parola fine allesperienza della rete degli Sportelli multifunzionali che hanno erogato le politiche attive del Lavoro supportando lazione istituzionale dei Centri per lImpiego della Sicilia.
La parola fine, per la verità, laveva messa il Parlamento siciliano approvando, su proposta del Governo del presidente Rosario Crocetta, la modifica dellarticolo 12 della legge regionale n.24 del 26 novembre 2000 che ha trasferito al Ciapi di Priolo, unico committente pubblico, all’attuazione di specifici progetti formativi e di politica attiva del lavoro da realizzarsi in house providing, finanziati con risorse statali e/o comunitarie.
Linterruzione della continuità lavorativa del personale degli ex sportelli multifunzionali è la conseguenza non solo della citata norma di legge che ha espropriato i soggetti privati della possibilità di fare il proprio mestiere, ma anche dallesclusione dalle linee guida per laccreditamento dei Servizi per il Lavoro.
Ed in questo il Governo ha fatto una forzatura bell’e buona. Pur di raggiungere chissà quali finalità politiche ha escluso gli enti di formazione individuati dal legislatore nazionale attraverso la previsione dellarticolo 6 lettera e) del decreto legislativo n.276 del 10 settembre 2003.
La norma richiamata, difatti, contempla tra i soggetti autorizzati allo svolgimento dellintermediazione nel mercato del lavoro anche le associazioni senza fini di lucro che hanno per oggetto la progettazione e l’erogazione di percorsi formativi.
Il Governo regionale ci fa o cè?
I vertici degli enti formativi rimasti oramai fuori dai giochi si chiedono: quali oscuri programmi si celano dietro latteggiamento nella riunione dello scorso 15 settembre con le associazioni degli enti formativi e con i sindacati tenuto dallassessore Giuseppe Bruno?
Lalternativa proposta dalle associazioni datoriale, come si legge dalla citata nota, era quella del Consorzio degli enti che si sarebbero fatti carico di tutto il personale.
Altra proposta avanzata dagli enti formativi, quella del contratto di rete che avrebbe avuto la funzione cardine di soggetto affidatario del servizio e lunica remunerazione sarebbe stata quella delle risorse da destinare al personale.
Rispetto alle proposte concrete delle associazioni degli enti, lassessore Bruno ha continuato a tergiversare e prendere appunti, mostrandosi disinteressato e confermando, anzi, che non era più tempo per certe proposte. Un atteggiamento che ha fatto trasparire che il Governo regionale i giochi li aveva già fatti.
Questo giustificherebbe il fatto che lassessore Bruno, alla fine, ha solo saputo dire che le proposte avanzate dagli enti formativi sono arrivate fuori tempo massimo.
Insospettisce latteggiamento dellassessore al Lavoro, a maggior ragione che il Ciapi ha avviato la fase della selezione dei candidati esperti in politiche attive del lavoro. Emerge con chiarezza che gli enti formativi alcune proposte le hanno tirate fuori, il Governo no! La strategia del Governo di Rosario Crocetta sembra delinearsi nella scelta di liberarsi non tanto e non solo degli enti, ma dei 1800 lavoratori. E questo lo hanno capito anche i sindacati.
Dalla nota delle associazioni degli enti si evince anche che la mancata garanzia dei livelli occupazionali del personale degli ex sportelli produce conseguenze sullintero sistema, nei diversi ambiti interventi, servizi, IeFP, aggravando ulteriormente la già critica e drammatica situazione del personale che vi opera.
Nota a margine
Di questa riunione tra assessore e enti si sa poco, eppure si racconta che sia stata calda ed in alcuni frangenti anche incandescente.
Da un lato i rappresentati delle associazioni degli enti formativi che incalzavano lassessore Bruno con precise domande.
Dall’altro lato lassessore Bruno che, dopo aver preso appunti, ha ripetutamente perduto la pazienza. Segno di grande sofferenza dellesecutivo regionale arido di proposte e con un assessore al Lavoro in continua difficoltà nel dover esercitare il doppio ruolo di difensore dei progetti filo governativi che prevedono lingresso di nuove società e nuovi assunti e censore di enti formativi ed ex sportellisti.
Abbiamo appreso, per esempio, che sulla richiesta avanzata dagli Enti formativi circa la copertura della Cassa integrazione guadagni in deroga per i lavoratori, lassessore al Lavoro sarebbe stato vago, limitandosi a dire cheragionevolmente fino al 31 dicembre del 2014 le risorse dovrebbero esserci per il personale.
Un dubbio ci sovviene: lassessore è a conoscenza che la copertura potrà riguardare solamente il personale sospeso prima del primo agosto 2014?
Una circolare del ministero del Lavoro, la n.19 dell11 settembre scorso, ha introdotto modifiche ai criteri di concessione degli ammortizzatori sociali in deroga. Lassessore Bruno ne ha tenuto conto? Ha valutato chi pagherà i lavoratori nel periodo compreso tra il licenziamento e laggancio al Ciapi od altro ente pubblico intermedio per ricollocare i 1800 lavoratori, ammesso che questo avverrà?
Ancora: come può un componente del Governo regionale affermare che le risorse sono disponibili se oggi lunica certezza è che cè un buco nel bilancio regionale di cui ancora non si conosce lentità (i problemi emergeranno con il Bilancio del 2015) e senza la deroga da Roma al vincolo del Patto di stabilità, lesecutivo regionale non potrà cacciare fuori alcun euro. Altro che ragionevolezza.
La verità è che questo Governo, e lo raccontiamo da un po, non ha alcuna idea, proposito, programma per il mercato del Lavoro e per i Servizi. La dimostrazione è la mancata erogazione delle politiche attive del lavoro da ormai cinque mesi. Ha ben chiaro invece lobiettivo di ampliare la platea dei soggetti che possono accreditarsi alla gestione dei Servizi per il Lavoro. Ed è il caso delle cooperative. Chissà perché. Non è che qualche politico nazionale abbia interesse allingresso delle cooperative per meglio gestire una fetta del mercato del lavoro siciliano?
Ormai lo scenario è chiaro, il quadro generale descritto dallassessore Bruno lascia fuori gli enti che dovranno licenziare.
Si apre allora un nuovo scenario ancor più drammatico.
Siamo di fronte ad un dramma infinito sul versante dei lavoratori perché le linee guida dellassessorato regionale al Lavoro per laccreditamento dei Servizi per il Lavoro non prevedono i profili posseduti dai lavoratori. Non si parla di orientatori, progettisti, valutatori, integratori o tutor.
Sono previsti, invece, altri soggetti non contemplati nelle norme nazionali, come generici responsabili amministrativi o esperti nel mercato del lavoro. Emerge in tutta la sua drammaticità, quindi, la questione lavorativa.
Se questo è lo quadro voluto dal Governo del presidente Rosario Crocetta, e se i 1800 ex sportellisti non potranno essere reimpiegati nei Servizi formativi, che faranno? Con quali strumenti il Governo regionale intenderà ricollocarli? Forse al Ciapi?
Un film che già visto. Enti chiusi dalla Regione siciliana e lavoratori lasciati a casa con la promessa di un lavoro precario di sette mesi presso il Ciapi nel progetto Prometeo che non è mai partito a distanza di otto mesi.
Del resto, il progetto Ciapi come unica agenzia pubblica è naufragato miseramente.
Non a caso i lavoratori hanno ‘sgamato’ i propositi del Governo regionale e dopo il flop della risoluzione che non li garantisce affatto, hanno ripreso la protesta con lo sciopero della fame davanti i locali dellassessorato regionale al Lavoro.
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