Formazione, i costi salati degli errori del passato

Oltre al danno la beffa. A rischio le politiche di sviluppo nel settennio 2014-2020 per incapacità di spesa comunitaria. Ci avviciniamo alla fine dell’anno e si profila il disimpegno automatico per mancato utilizzo delle risorse del Fondo sociale europeo (Fse). Si delineano inequivocabilmente i contorni disastrosi conseguenti al blocco della spesa dei fondi europei destinati alla formazione professionale. Problemi creati dal passato Governo regionale (il ‘famigerato’ LAC: Raffaele Lombardo, Ludovico Albert e Mario Centorrino) che dal nuovo esecutivo, che ha ereditato i disastri economici, amministrativi e sociali del passato.

E’ molto verosimile che la Sicilia subisca la riduzione nella programmazione dei prossimi sette anni con conseguente riduzione dei fondi. E’ l’appello lanciato da Forma Sicilia, l’organizzazione di ispirazione cattolica che annovera il maggior numero di Enti formativi associati in Sicilia. In una nota indirizzata al presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, ed all’assessore regionale per l’Istruzione e la Formazione professionale, Nelli Scilabra, l’associazione datoriale affonda i colpi su una gestione ampiamente deficitaria delle risorse comunitarie. Un disastro pressoché totale tutto targato Raffaele Lombardo ed i diversi governi regionali che lo hanno sostenuto. Ma andiamo con ordine.

Gli attuali 2 miliardi e cento milioni di euro molto difficilmente potrebbero essere mantenuti per le politiche di sviluppo delle risorse umane nel nostro territorio. Il vero paradosso è che per tutto il 2012 la Regione siciliana non è riuscita a stanziare i 30 milioni previsti dal principio di addizionalità. Precisiamolo. Il regolamento comunitario dell’11 luglio 2006 implica il rigoroso rispetto dell’impegno delle quote di risorse concordate con la Commissione europea. Nel rispetto del principio di addizionalità, infatti, la quota di risorse che la Sicilia si è impegnata a destinare nel settennio 2007/2013 è pari a 210 milioni di euro, a fronte di un miliardo e cinquanta milioni della quota europea.

Ebbene, la quota prevista per il 2012, pari a 30 milioni di euro, non è mai stata stanziata dal Governo regionale. Un’ennesima beffa del precedente governo guidato da Raffaele Lombardo? Sembrerebbe di sì. Il nuovo presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, ha il suo bel da fare per tamponare le innumerevoli falle lasciate dal predecessore. Ci riuscirà a non far disperdere queste ingenti somme di denaro? Vedremo.

Intanto la riduzione delle somme destinate alla formazione professionale avrebbe risvolti disastrosi per il settore e per la Sicilia. Auspichiamo che il presidente Crocetta possa far valere il ruolo di europarlamentare a Bruxelles per il bene della nostra Regione.

Altro aspetto, in sede di programmazione, che va con immediatezza affrontato è lo sblocco dei 452 milioni di euro destinati al cosiddetto “Piano giovani”, fortemente voluto dal Ministro per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca. L’assessore regionale per l’Istruzione e la Formazione professionale, Nelli Scilabra, saprà che le risorse destinate alla copertura della seconda annualità dell’Avviso 20/2011 sono contenute nel “Piano giovani”. Ed allora è tempo di intervenire per attivare le procedure necessarie all’utilizzo dei 286 milioni di euro destinati al secondo anno di attività a valere sull’Avviso 20/2011.

Il “Piano Barca” non è solo questo. Vi sono diversi strumenti che è necessario utilizzare per riorganizzare il settore della formazione professionale. Intanto sono stati destinati 24 milioni di euro per l’assunzione di giovani che hanno frequentato corsi di formazione professionale. Così come sono previsti, per lo stesso motivo, 4 milioni di bonus in favore degli Enti di eccellenza, che saranno stati capaci di dimostrare l’avvenuta collocazione lavorativa dei loro allievi. E poi vi sono le risorse destinate a qualificare e migliorare il sistema dell’offerta formativa siciliana.

Intanto sono previsti 2 milioni per la ristrutturazione degli Enti formativi. Anche il personale docente, tecnico ed amministrativo potrà essere riqualificato attraverso una dotazione prevista di 8,5 milioni di euro. (a destra, il Ministro Fabrizio Barca)

Ma la dotazione più importante è quella di 28 milioni di euro destinati alla costituzione e funzionamento di un apposito fondo destinato al personale. Si tratta di uno strumento indispensabile per favorire processi di esodo e mobilità del personale in esubero. Attraverso tale fondo si potranno favorire anche processi di concentrazione e specializzazione di Enti formativi. Una maniera per favorire la costituzione di poli formativi settoriali e di eccellenza concepiti in partenariato con il mondo delle imprese e con le Università.

Altra misura da attivare con immediatezza è quella dell’accompagnamento e ricollocazione lavorativa del personale in esubero nella formazione professionale. Per quest’ultimo strumento il “Piano giovani” prevede una dotazione di 3,5 milioni di euro. Inoltre la Regione siciliana, insieme alla Campania, non è ancora riuscita ad attivare le misure organiche necessarie per erogare la formazione professionale ai lavoratori in situazione di mobilità o in Cassa integrazione in deroga. Un intervento indispensabile per accompagnare, con misure di politica attiva, il ricollocamento lavorativo di questi soggetti.

Un groviglio di occasioni mancate, insomma, che non fanno bene alla già debole organizzazione del mercato del lavoro siciliano. Auspichiamo che il nuovo Governo regionale possa con celerità recuperare tutto il tempo (ed il denaro) perduto da scellerate non-decisioni del Governo Lombardo.

 


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