Formazione/ Claudio Barone (Uil): “L’emergenza Sportelli multifunzionali va affrontata subito”

Il settore della Formazione professionale è interessato, negli ultimi mesi soprattutto, da una involuzione senza precedenti. Una crisi strutturale e sociale che necessita di scelte immediate e forti. Sono diverse le emergenze al momento irrisolte del sistema formativo regionale. Una di queste riguarda il futuro degli Sportelli multifunzionali che in Sicilia sono dentro il sistema formativo anche se fanno capo all’assessorato regionale per il Lavoro.

Ne parliamo con il segretario generale della Uil Sicilia, Claudio Barone.

“In questo momento – ci dice Barone – c’è incertezza sul da farsi e l’orientamento del Governo nazionale è quello di centralizzare i Servizi attraverso la costituzione di una Agenzia nazionale. Una scelta in controtendenza e di rottura col passato non si sa ancora quale modello sarà adottato, la decisione sarà assunta nei prossimi mesi dal Governo nazionale che in questo momento ha altre priorità. Quello che noi della Uil critichiamo è la questione di metodo che si associa a quella pratica. Nessuno si è posto il problema di come devono essere tutelati i lavoratori.”

Nel suo ragionamento Barone pone l’accento sul fatto che gli enti formativi sono soggetti che appartengono alla sfera del settore privato, per cui non è scontato che si possa passare il personale al soggetto che sarà individuato, sia a livello nazionale che regionale, per la gestione dei servizi nell’ipotesi della prevalenza del modello pubblico.

“Come Uil – rimarca il segretario – non siamo disponibili a decisioni al buio per le quali non si verificano preliminarmente gli effetti. Questa è una emergenza vera che va affrontata adesso a prescindere dall’agenda nazionale, e sarebbe bene cominciare a confrontarsi con il Governo regionale”.

Emerge con chiarezza la posizione critica della Uil in merito alla scelta del Governo nazionale di puntare sul altre priorità, rinviando la trattazione della riforma dei Servizi per l’impiego e del mercato del lavoro al prossimo ottobre.

“Il Governo regionale – dice – ha rivendicato la sua autonomia speciale nella riorganizzazione dei Servizi, ma ha ottenuto una risposta negativa che non ci soddisfa. Il Governo nazionale è insipiente sulle modalità ed il nostro giudizio su questa delicata partita non può che essere negativo”.

Va ricordato che la Regione siciliana aveva presentato, nei mesi scorsi, una propria proposta di organizzazione dei Servizi che non ha trovato accoglimento, un modello misto che avrebbe garantito la prosecuzione delle attività attraverso il rapporto convenzionale con gli enti formativi e gli Sportelli multifunzionali.

Tornando al processo di riforma del sistema formativo siciliano la Uil rivendica il raggiungimento di alcuni risultati importanti. “Siamo riusciti – aggiunge Barone – a spostare il costo formativo sui fondi comunitari alleggerendo il bilancio regionale una spesa che non aveva alcun riscontro in termini di incremento del Pil e che finanziava un sistema autoreferenziale. Uno strumento di ammortizzazione sociale che si è consolidato nel tempo e che oggi necessita di un profondo cambiamento che parta dal sistema delle tutele per sganciarsi dalle rigidità e raccordarsi con il sistema imprese”.

Il punto di partenza del ragionamento di Barone è proprio la tutela del lavoratore, il blocco delle assunzioni ed una nuova formazione che punti sulla flessibilità. “La Formazione professionale – afferma il segretario della Uil siciliana – è strumento consolidato, chi presta da anni la propria attività lavorativa difficilmente potrebbe essere ricollocato diversamente sul mercato del lavoro. E’ indispensabile partire dalla costituzione di un Ruolo unico ad esaurimento che salvaguardi il personale dipendente e poi chiudere con la filosofia del passato. Penso ad un sistema formativo moderno che, poggi su una struttura organizzativa snella, molto meno burocratica e che dia risposte immediate e mirate al sistema imprese”.

L’idea di Barone, quindi, è quella di tracciare un confine preciso con l’esperienza del passato, mettendo in sicurezza i lavoratori dipendenti, assunti dagli enti formativi con contratto a tempo indeterminato e bloccando definitivamente le assunzioni nel settore.

Altro risultato raggiunto è stato quello di sottrarre il settore della formazione professionale dalle regole del libero mercato. “Un economista di grido – ricorda Barone – nel senso che è stato oggetto delle invettive e delle grida della folla inferocita (il riferimento è al professore Mario Centorrino, assessore del passato Governo regionale di Raffaele Lombardo), non appena diventa assessore per la Formazione professionale decide di aprire il settore alla libera concorrenza, convinto che si potessero applicare le leggi del libero mercato. Siamo riusciti ad evitarlo sottoponendo il settore alle rigide regole ed ai vincoli comunitari per controllare la spesa e ridurre il più possibile gli sprechi. Il resto lo sta facendo la magistratura per tutti quei casi di truffa. Chi ha sbagliato è giusto che paghi, ma il settore è anche altro”.

Se la gente, poi, non ha perso il posto di lavoro lo si deve ad un altro importante risultato raggiunto dalla Uil. Il segretario ci ricorda con soddisfazione la battaglia vinta sull’introduzione dello strumento della Cassa integrazione guadagni in deroga nel settore della Formazione professionale in un momento in cui il precedente governo regionale aveva prospettato licenziamenti in massa dei lavoratori.

“Non sono fra quelli che si ritiene soddisfatto di quanto finora fatto – ribadisce Barone – occorre fare altri importanti passi in avanti per modernizzare il settore e renderlo centrale in una prospettiva di sviluppo”.

Ed ancora un chiarimento. Garantire il personale, presente stabilmente nel sistema formativo regionale, per la Uil significa impegnarlo in attività formativa istituzionale, di base e del sociale, valorizzandone le professionalità. Il modello pensato dalla Uil poggia su una tastiera di strumenti operativi da mettere in campo che ruoti su due diversi livelli. Da un lato rafforzare il sistema delle garanzie impegnando i lavoratori stabilmente presenti, dall’altro rifondare la Formazione professionale su basi diverse. Un sistema certo, snello e flessibile governato attraverso la contrattazione decentrata che, responsabilizzando nel livello decisionale le parti sociali presenti sul territorio, chiuda con la dipendenza dall’assessorato e dalla burocrazia. Le scelte su chi, cosa e come non possono maturare negli uffici del dipartimento regionale Formazione professionale ma emergere dal confronto tra rappresentanti dei lavoratori e delle imprese.

“Un sistema formativo certo e flessibile – precisa Barone – si fonda sul processo di condivisione delle scelte tra lavoratori e imprenditori. Oggi le aziende chiedono la formazione di figure specialistiche rispondenti alle strette necessità di quell’unità produttiva. L’era della formazione erogata per qualifiche generiche appartiene al passato. Formazione di qualità significa struttura agile, veloce nel rispondere alle specifiche richieste e quindi flessibile al costante mutamento della domanda formativa. Una formazione pensata per dare immediate risposte mirate alla aziende”.

Per far questo il modello formativo strutturato dalla Uil poggia su due capisaldi: divieto di assunzioni a tempo indeterminato e flessibilità nell’offerta. Utilizzo, cioè, da parte degli Enti formativi di personale, all’uopo reclutato, che metta a disposizione la propria professionalità per il tempo limitato alla erogazione di quei contenuti didattici espressamente richiesti dalle aziende. Quindi, uno strumento pensato in stretto raccordo con il mondo delle imprese, pronto a modificare l’offerta formativa al mutare delle condizioni nel mercato del lavoro.

“Una misura utile a rafforzare il nuovo modello funzionale è lo stage all’estero – propone Barone -. Il 50 per cento dei giovani laureati in materie scientifiche emigra all’estero per affermarsi nel mondo del lavoro. Una Sicilia che ambisce alla qualità e che vuole tornare a crescere non può fare a meno dell’apporto di una platea di professionisti altamente qualificati. Se pensiamo a patrocinare sull’alta formazione lo stage all’estero per i giovani laureati negli indirizzi scientifici potremmo creare quel collegamento oggi necessario con le aziende, promuovendo una concreta prospettiva di ritorno in Sicilia delle migliori intelligenze”.

In tema di riforma del mercato del lavoro, Barone riprende il filo del discorso per lanciare una polemica. “Sfido qualsiasi giuslavorista – aggiunge – a indicarmi quanti sono gli strumenti di incentivazione nel mercato del lavoro. Strumenti che dicono le stesse cose e funzionano in maniera diversa. Noi siamo per l’individuazione di pochi strumenti del mercato del lavoro che siano chiari e certi. Diciamo basta a norme diverse che ognuno s’inventa e che creano caos inutile; serve puntare, semmai sulla contrattazione decentrata per dare certezza e flessibilità al lavoro, garantendo occupazione e qualità”.

La Uil punta il dito sull’emergenza delle emergenze: il finanziamento dalla Cassa integrazioone guadagni. “Mettere a disposizione le bombole d’ossigeno per mantenere il rapporto di lavoro ed evitare i licenziamenti e la chiusura delle aziende – dice sempre Barone – è scelta indifferibile per la tenuta del sistema socio-economico in questo momento di crisi. Il governo regionale bene farebbe ad avviare, da subito, un confronto un po’ più strutturato con le parti sociali. Capisco che il presidente Crocetta è preso da mille emergenze e che è ancora nella fase iniziale dell’azione di governo, ma altri ritardi sarebbe il caso di evitarli”.

Nella sua analisi, il segretario generale della Uil in Sicilia si sofferma poi sulla gestione delle risorse comunitarie da parte dell’attuale Governo regionale di Rosario Crocetta.

“Crocetta – spiega – ha ereditato una serie di problemi e c’è una fortissima attenzione oggi sulla capacità di utilizzare bene queste risorse. Non so se la Bonafede sia migliore o peggiore di altri assessori e non voglio essere plaudente con questo Governo, dico solo che almeno si è posto il problema con serietà. Certo, la rotazione del personale ritarda le procedure, ma è pur vero che registro una chiara discontinuità con il passato nella gestione dei fondi comunitari. Pertanto, mantengo un giudizio sospeso sull’Esecutivo regionale, non mi sento di giudicare ad oggi l’operato. Non so se riusciranno ad invertire la rotta sulla gestione delle risorse comunitarie, valuteremo i fatti. Certo è che qualcosa di positivo si intravvede già in merito, per esempio, agli sforzi del’assessore per l’Economia, Luca Bianchi, nel rendere certo e veritiero il bilancio regionale, rompendo con passate forme di gestione della politica economica regionale e gettando le basi per riavvicinare gli investitori esteri”.


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