Frutta, verdura, farina, latte, pasta e anche piante. Si è svolto questa mattina il mercatino della solidarietà che il movimento dei Forconi ha organizzato in piazza Risorgimento in favore della famiglia dell'ambulante morto il 30 settembre. Tanti i cittadini solidali e sul posto anche la famiglia, ancora in cerca di ulteriori chiarimenti sulla dinamica dell'accaduto. Guarda le foto
Forconi e la solidarietà concreta a La Fata «Contributo solo da chi sta peggio»
«L’unica iniziativa di vera solidarietà che ci fa sentire vicini ai nostri concittadini. Come al solito sono le persone che stanno peggio a dare il contributo più importante. Sono venuti a fare la spesa qui per fare la loro parte perché meglio degli altri conoscono la sofferenza e ci sono stati vicini». Così parla Sergio La Fata, il fratello di Salvatore, l’ambulante che si è ucciso dandosi fuoco perché alcuni vigili gli stavano sequestrando le cassette di frutta e verdura. Stamattina, nella stessa piazza Risorgimento dove l’uomo ha compiuto il gesto disperato, i Forconi hanno dato il via a un’iniziativa di solidarietà alla sua famiglia.
Due stand pieni di alimenti vari: da frutta e verdura, passando per prodotti confezionati come pasta, farina e latte, e persino alcune piante. «Il nostro è un gesto simbolico nei confronti di un disgraziato e della sua famiglia», afferma Carlo Siena, rappresentante del movimento dei Forconi. «L’istigazione al suicidio dovrebbe essere processata, ma nessuno se ne prenderà mai la responsabilità perché significherebbe processare l’intero sistema», aggiunge.
Sul posto, accanto ai banchi con la merce in vendita, anche un piccolo tavolo con la foto di Salvatore La Fata e un mucchio di copie dell’articolo del nostro quotidiano con la cronaca di quanto successo. Assieme all’articolo è stato distribuito l‘appello della famiglia a contattarli nel caso qualcuno possa aiutare a ricostruire l’esatta dinamica. «Provo gioia per il contributo della città a mio figlio, questa iniziativa serve a tenere vivo l’amore per lui», afferma il padre Filippo.
Tanta la merce sui banconi donata alla causa per la famiglia La Fata e tante le persone del quartiere, venute non solo per comprare. C’è Agatino Palla che abita in zona e ha «comprato lo stesso qualcosa, anche se ho fatto la spesa ieri, mi sembrava giusto», afferma e Santo Giarrusso amico della famiglia La Fata che considera ingiusto ciò che è successo, «perché non si può perdere la vita per due cassette di frutta e verdura. Non stava mica occupando tutta la piazza», dice. C’è poi Pina Giglio, una habituée degli ambulanti della zona e che in passato ha comprato anche da Salvatore La Fata. Oggi ha «scelto appositamente questa bancarella per partecipare anche io all’iniziativa», sostiene. Presente anche l’intera famiglia Ciraudo, con papà, mamma e figlia. «Conoscevamo il defunto e avendo bisogno di fare la spesa abbiamo unito le due cose. Per noi è un gesto di solidarietà, amore e umanità nei confronti della famiglia dal quale non potevamo esimerci», dichiara Giuseppe Ciraudo.