Finte dimissioni e veri incarichi Bellia indagato? Fli: “Non ci risulta”

«Che sia indagato sinceramente non mi risulta. Sicura di non sbagliarsi?». Giuseppe Ferrante, vicecoordinatore per la Provincia di Catania di Futuro e Libertà, delle indagini a carico di Concetto Bellia dice di non saperne nulla. Eppure in virtù della sua recente entrata in Fli Bellia, ex sindaco di Castiglione di Sicilia, ex presidente del Parco dell’Etna e attuale – ma anche un po’ ex – presidente del Gruppo di azione locale (Gal) «Terre dell’Etna e dell’Alcantara», ha ricevuto un incarico importante. Il 20 novembre è stato nominato membro del coordinamento provinciale catanese del partito di Gianfranco Fini. Bellia è un personaggio molto conosciuto in città. A maggio del 2010 gli è stato notificato un avviso di garanzia: da verificare è se abbia gestito in maniera corretta alcuni finanziamenti europei. Un’indagine a seguito della quale il neo membro del coordinamento ha annunciato le sue dimissioni dal ruolo di presidente del Gal. Ma, a più di un anno di distanza, la firma che appare sotto i documenti del gruppo di azione locale «Terre dell’Etna e dell’Alcantara» è ancora la sua. Che intanto non esclude una sua candidatura alle prossime amministrative del 2013.

Tutti misteri in realtà facilmente spiegabili secondo Bellia. L’obiettivo di un Gal, ente a partecipazione mista tra il pubblico e il privato, è quello di favorire lo sviluppo locale, gestendo i contributi finanziari dell’Unione europea. Cosa che, secondo i magistrati, Bellia non avrebbe fatto a dovere. «Si tratta semplicemente di un’indagine per favoreggiamento in un progetto che abbiamo finanziato – spiega lui stesso – Niente di particolare». La storia, secondo l’indagato, sarebbe lineare: «Abbiamo dato, come Gal, un finanziamento a una persona che ha partecipato a un bando pubblico – racconta – e la stessa persona, per farmi un dispetto, è andata a denunciarmi, perché lavorava con mia moglie e ha litigato con lei».

Una questione personale, dunque, a causa della quale Bellia si è ufficialmente dimesso dal suo ruolo: «L’ho fatto per continuare a vivere sereno con la mia famiglia», aveva dichiarato il 23 maggio 2010 al quotidiano locale. Ma i documenti del Gal «Terre dell’Etna e dell’Alcantara» – che ha sede a Randazzo – li firma ancora lui. «Sono due Gal diversi», chiarisce. Stesso nome, stessa finalità, stessi fondi europei di riferimento e, perfino, stesso presidente. «Solo che il primo, quello dal quale mi sono dimesso, era un’associazione temporanea di scopo, il secondo una cooperativa». Differenza sfuggita a molti. Nata nel 2009, la cooperativa convive da allora con l’associazione temporanea «perché, in attesa della chiusura di un progetto, aspettiamo l’apertura dell’altro», dice Bellia, ex non più ex.

In mezzo, la politica. «È entrato nel coordinamento del Terzo polo perché era stato sindaco, amministratore e non era un volto sconosciuto», commenta Ferrante. Almeno al di fuori del partito, visto che dell’inchiesta a carico di Bellia non sa nulla, né sa qualcosa delle passate dimissioni dal Gal. Come sia finito nel novero dei coordinatori provinciali del Terzo polo, poi, pare un altro mistero: «Sinceramente non lo so, magari lo sa qualcun altro». Puccio La Rosa, infatti, vicecoordinatore provinciale di Fli pure lui, è chiarissimo: «I membri del coordinamento sono stati selezionati dal partito». E che il partito abbia scelto un uomo la cui posizione deve ancora essere chiarita è una novità anche per lui: «La cosa non mi risulta», sostiene. Anche in questo caso, per Bellia, nessun equivoco. «Pensa forse che io vada in giro a dire che ho ricevuto tempo fa un avviso di garanzia?». Nemmeno a due vicecoordinatori del suo partito? «Non sono i miei interlocutori – risponde – E poi, tra l’altro, la stampa ne ha parlato tantissimo. Sono uscito in prima pagina». E sul suo ruolo politico Bellia è possibilista: «Non escludo niente». Nemmeno di candidarsi alle primarie del Terzo polo in provincia di Catania, qualora si facessero. «In fondo – conclude – penso di non essere più delinquente degli altri e di aver amministrato e di amministrare non peggio di molte persone».

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[Foto di aldoaldoz]


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Ex responsabile del Gruppo di azione locale Terre dell'Etna e dell'Alcantara si è dimesso lo scorso anno perché finito nei guai per gestione illecita di fondi europei. Ma poco dopo ne ha rifondato un altro, con lo stesso nome. Nel frattempo ha aderito a Futuro e libertà ed è stato nominato membro del coordinamento provinciale del Terzo polo. Riprendiamo da Il fatto quotidiano.it l'articolo della nostra redattrice Luisa Santangelo

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