Una condanna e un’assoluzione con formula piena. In mezzo il non luogo a procedere per alcune ipotesi di reato e un processo per corruzione che proseguirà con il rito ordinario. Questo il giro di boa giudiziario della vicenda nata dall’inchiesta della polizia, su delega della procura di Catania, sulla fiera dei morti del 2019, all’ex mercato ortofrutticolo di San Giuseppe La Rena, e quella di Sant’Agata 2020. Stando alle ipotesi dei magistrati due dirigenti del municipio avrebbero turbato le gare per l’affidamento degli eventi fieristici in favore di una società riconducibile agli imprenditori Arturo e Antonio Coglitore, padre e figlio. Nell’ambito della stessa indagine emersero anche delle ombre, secondo i pm, sulla gestione dei fondi del comitato dei festeggiamenti di Sant’Agata.
Alla sbarra è finito l’imprenditore ed ex presidente del comitato Riccardo Tomasello. Per lui il giudice Luigi Barone ha disposto una condanna per peculato, con pena sospesa, a due anni. L’uomo, stando alle accuse dei magistrati, nella qualità di vertice dell’organismo, si sarebbe appropriato di poco più di duemila euro, a titolo di spese personali, «senza alcuna autorizzazione degli altri membri del comitato». Il diretto interessato ha sempre rimandato ai mittenti le accuse e dopo la lettura del dispositivo ha affidato a un video, pubblicato su Facebook, la propria replica. Nel filmato Tomasello ha annunciato pure di avere già dato mandato al proprio legale di preparare il ricorso in Appello. «Non ho bisogno di rubare 2448 euro – spiega l’imprenditore riferendosi alla cifra contestata dall’accusa – In questa busta – aggiunge mostrando un plico con all’interno dei soldi – ci sono 2448 euro: ditemi a chi bisogna consegnarli perché non ce la faccio più. Non si può essere torturato ogni giorno per una cifra che non ho mai toccato. Questi soldi non mi servivano ma se lo avessi fatto, sapendo che poi ne avrei dovuti spendere migliaia e migliaia per avvocati e altro, sarei stato da trattamento sanitario obbligatorio. Metto questa cifra a disposizione pur di avere nuovamente la serenità mia e dei miei cari».
Tomasello alle ultime elezioni amministrative aveva annunciato la propria corsa a sindaco salvo poi ritirare la candidatura per sostenere con una lista civica Maurizio Caserta. Appoggio mal digerito da una parte del centrosinistra. «Le perplessità relative allargamento della coalizione che si erano sollevate durante il percorso dei tavoli progressisti hanno trovato conferma nei recenti fatti di cronaca giudiziaria che hanno coinvolto Tomasello. Abbiamo ritenuto che tali coalizioni avessero potuto nuocere non solo all’integrità del valori portati nel programma ma anche e soprattutto alla tenuta elettorale della stessa coalizione, cose che purtroppo si sono puntualmente verificate provocando una caporetto politico elettorale della compagine progressista retta dal Maurizio Caserta», commentano Attilio Scuderi, Paolo Castorina e Nicola Grassi.
Nello stesso processo è invece arrivata l’assoluzione per l’ex direttore delle Attività produttive del Comune di Catania, Giampaolo Adonia. Il funzionario era accusato di peculato, per il quale è stato assolto con la formula «perché il fatto non sussiste» e turbativa d’asta, prosciolto con la formula «per non avere commesso il fatto». «L’esito restituisce piena dignità a un uomo che ha sempre svolto il proprio lavoro in maniera integerrima», commenta a MeridioNews l’avvocato Simone Marchese. Nell’ambito della stessa vicenda il giudice ha scelto il non luogo a procedere per l’ipotesi di turbativa d’asta per l’ex dirigente Giuseppe Fichera e, per quando riguarda l’imprenditore Antonio Coglitore, anche per quella di corruzione. A processo, con rito ordinario, andranno quindi soltanto Fichera e Arturo Coglitore. «Il capo d’imputazione non ha nulla a che vedere con la fiera dei morti e di Sant’Agata – spiega in una nota di rettifica l’avvocato Fabio Presenti – in relazione alle quali ha partecipato il solo Antonio Coglitore. Abbiamo documentato che l’aggiudicazione è avvenuta nel rispetto delle leggi e non vi è stata nessuna ingerenza. Per questi motivi il gup ha disposto sentenza di non luogo a procedere per tutti i capi d’imputazione compreso quello di corruzione».
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