«Il termine ripartenza è stato abusato in questi due anni di torpore», afferma Alberto Munafò del coro lirico Siciliano durante la trasmissione Tuttapposto, su Radio Fantastica. Le sue parole nella giornata inaugurale della kermesse musicale
Festival dei teatri di pietra, omaggio a Dalla e Battiato «Manifestazione che mira al risveglio delle coscienze»
Più che un’intitolazione può apparire come un messaggio di esortazione e di un buon auspicio. Si intitola proprio Il Risveglio ed è il nome della kermesse musicale che toccherà i teatri in pietra di tutta la Sicilia «non soltanto Taormina e Siracusa», dopo «due anni di torpore. Perché l’arte mira al risveglio delle coscienze e gli artisti si pongono l’obiettivo di donare qualcosa che vada oltre lo spettacolo», ha dichiarato Alberto Munafò ai microfoni di Tuttapposto, su Radio Fantastica. Munafò è il presidente del Coro lirico siciliano che, insieme all’Orchestra Filarmonica della Calabria e l’ensemble orchestrale in residence del Festival saranno diretti da Francesco Costa, che è anche il direttore artistico. Lo spettacolo inaugurale della manifestazione sarà dedicato a Franco Battiato e Lucio Dalla. «Due figure entrambe legate alla Sicilia – sottolinea Costa – Il nostro non vuole essere il classico tributo costruito attraverso le cover, ma si tratta di una vera e propria opera in cui i testi dei due cantautori saranno accompagnati da orchestra d’archi, dal coro e anche da alcuni balletti, come nel caso di Attenti al lupo. È un’opera di contaminazione che va da Ombra della luce a Prospettiva Newskij, passando poi a Lucio Dalla Con Caruso e Anna e Marco, com’è profondo il mare, con degli spettacoli particolarissimi. Per una manifestazione nuova, in chiave nuova».
Un omaggio che mira ad andare oltre lo spettacolo e ha l’obiettivo di coinvolgere le coscienze del pubblico che assiste agli eventi nello scenario suggestivo dei teatri di pietra. Lo spettacolo vuole esaltare la spiritualità e l’intimità che emerge oltre i testi. Accompagnare verso il risveglio delle coscienze, un’elevazione attraverso l’arte, è l’aspirazione di Costa e Munafò. «Veniamo da due anni che hanno segnato il nostro settore – osserva il direttore – Noi dobbiamo fare la nostra parte, perché a monte di tutto il nostro lavoro ci sono una vocazione, un amore e una totale profusione di intenti con il pubblico. Capita che gli artisti si sentano giù, ma il loro sacrificio viene ripagato dall’applauso, che è il riconoscimento massimo».
Tra i motivi principali, chiaramente, anche quello di valorizzare i teatri di pietra «che fanno della Sicilia la terra degli dei – prosegue Costa – Noi dobbiamo riscattare questi posti. Gli artisti hanno il compito di fare e creare: quando nessuno fa niente per valorizzare i tanti teatri di pietra dell’Isola: se i politici non fanno, noi dobbiamo dare impulso e risveglio e invitare il pubblico a riappropriarsi delle propria identità attraverso l’arte». Gli spettacoli vedranno protagoniste non soltanto Siracusa e Taormina, ma anche i teatri di Tindari, dove sarà inscenata la Cavalleria Rusticana, Santa Croce Camerina, Centuripe, Falcone, Morgantina, Capo Milazzo, Palazzolo Acreide, Ferla, Catelmola, Milo e Adrano. Insieme al Coro lirico siciliano ci saranno l’Orchestra Filarmonica della Calabria, dove il Festival approderà dopo la tournée siciliana.