Ersu nel caos, a pagare sono gli studenti universitari

Fuori controllo gli Ersu. È possibile parlare di scivolone della dottoressa Anna Rosa Corsello quando l’argomento é il diritto allo studio? Pare proprio di sì! A “tenere banco”, oltre ai problemi della formazione professionale, il grave stato di abbandono in cui versano gli Enti regionali per il diritto allo studio universitario (Ersu) di Palermo, Catania e Messina. Una situazione paradossale dettata dalla assoluta mancanza di una guida nelle tre sedi universitarie.

Scaduti i Consigli di amministrazione (Cda), bloccate da circa un anno le nomine dei direttori, tagliati i fondi destinati al diritto allo studio del 30 per cento. Chi assume le decisioni, quindi? Nessuno! A rischio la garanzia prevista dall’articolo 34 della Carta Costituzionale che sancisce: “Il diritto allo studio quale diritto a conseguire, per tutti i cittadini, i titoli più alti degli studi, con specifica attenzione per i cittadini svantaggiati economicamente ma che dimostrano impegno negli studi”. (a sinistra, foto tratta da università.it)

Dal canto suo l’assessore regionale alla Istruzione e Formazione professionale, Nelli Scilabra, ha dichiarato, nei giorni scorsi, necessaria una nuova legge sul diritto allo studio universitario. Troppo lunghi i tempi, caro assessore, non crede?

Mentre si avvia l’iter per la stesura di un nuovo testo di legge non possono lasciarsi gli Ersu abbandonati a se stessi, con la gestione nelle mani di pochi studenti universitari. A meno che non siano proprio questi gli obiettivi del Governo.

Come funzionano i rinnovi? I componenti dei Consigli di amministrazione di detti Enti sono nominati sia dall’assessore regionale alla Istruzione e Formazione professionale, sia dalle Università interessate. Mentre i direttori vengono nominati dal Consiglio di amministrazione su proposta del dirigente generale dei dipartimento al ramo. Ecco diventare fondamentale il ruolo di Anna Rosa Corsello, numero uno di questo dipartimento regionale. Vediamo perché.

Proviamo ad analizzare i fatti. Le graduatorie dove attingere i “papabili” per l’incarico di direttore Ersu sono pronti da oltre un anno. Ludovico Albert era ancora il dirigente generale, ma nulla fece per sbloccare la vicenda. Non si spiega oggi quali siano i motivi che abbiano spinto la dottoressa Corsello, l’attuale dirigente generale, a tenere chiusi sotto chiave gli elenchi. Qualcuno insinua che i ritardi siano dettati dalla necessità di integrare qualche graduatoria per potere inserire utilmente qualche nominativo vicino ai piani alti da nominare. Ma questa è altra storia.

Esaminiamo le tappe più salienti di questa vicenda che assume connotati davvero curiosi. Nel mese di gennaio del 2012 l’Assemblea regionale siciliana (Ars) approva la legge gennaio n. 9 che, all’art 6, recita: “I direttori degli Ersu, nelle more dell’espletamento dei concorsi di cui al comma 1 dell’articolo 14 della legge regionale 25 novembre 2002 n. 20 sono nominati su proposta del dirigente generale del dipartimento regionale dell’Istruzione e della Formazione professionale”.

In data 8 giugno 2012, pur non essendo obbligato secondo la lettera della legge summenzionata, il dirigente generale emana un bando per il conferimento degli incarichi basandosi sui criteri, indicati nel Decreto dirigenziale n. 2439 del 13 maggio 2010, previsti per l’attribuzione delle posizioni dirigenziali del suddetto dipartimento.

A seguito di detto bando, pubblicizzato sia sui siti istituzionali che sulle principali testate giornalistiche, pervengono al dipartimento Istruzione e Formazione professionale circa ottanta domande con i relativi curriculae. Sono state ascoltate tutte le sigle sindacali e i criteri sono stati discussi e condivisi dai presidenti degli Ersu. Quindi tutto a posto? Macché!

Da mesi la graduatoria si trova presso la direzione del dipartimento Istruzione e Formazione professionale e non viene dato seguito. Torniamo a ripeterlo: quali le motivazioni di questo ‘congelamento’? Che cosa si nasconde dietro questa manfrina?

Inoltre, non essendo mai stato revocato il provvedimento del dirigente generale pro tempore, pare possa profilarsi anche l’ipotesi di reato prevista dal codice penale (omissione di atti d’ufficio). Eppure gli elenchi restano nel cassetto belli e sigillati. Perché?

Eppure Nelli Scilabra, assessore regionale al ramo, provenendo dal mondo universitario, dovrebbe mostrare maggiore sensibilità verso i problemi degli Atenei siciliani e vicinanza al mondo degli studenti dal quale la stessa Scilabra proviene.

Quello che più conta è che sono a rischio i servizi che gli Ersu erogano in favore degli studenti attraverso un concorso pubblico così come previsto dalla normativa nazionale e regionale (legge regionale 25 novembre 2002, n. 20). Il taglio imposto dal Governo regionale con la “spending review”, pari al 30 per cento, sottrae risorse importanti e priva l’accesso ai servizi (diritto allo studio) ad una vasta platea di studenti.

Di quali servizi sono stati privati gli studenti? Borse di Studio, alloggi presso le residenze universitarie, contributi per viaggi all’estero, integrazioni per programmi dell’Unione Europea e via continuando.

Siamo di fronte all’ennesimo scivolone della dottoressa Corsello? Pare proprio di sì! E il governo Crocetta? Sembra aver perduto il senso di marcia. Tra proclami, trasferimenti, rotazioni, populismo e campagna elettorale sembra sempre più lontano dai problemi reali della Sicilia.

 


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