Elezioni, le liste in Sicilia (con il Porcellum)

Da ieri sera alle 20,00 le liste per il rinnovo di Camera dei deputati e Senato sono depositate. La campagna elettorale, che in realtà è già iniziata da un pezzo, entra adesso nel vivo. Noi, con riferimento soprattutto alla Sicilia, nelle prossime ore, cercheremo di illustrare i candidati di tutte le liste: cosa che in parte abbiamo fatto ieri.

Prima, però, di inoltrarci in questo ‘’viaggio’ vorremmo fare qualche considerazione generale su questa competizione elettorale e, in particolare, su quello che sta succedendo in Sicilia. Anche per mettere a fuoco alcune questioni destinate ad entrare a pieno titolo nel dibattito politico.

Il primo elemento che salta agli occhi è la legge elettorale: ancora una volta, per volere dei Partiti politici tradizionali – in testa il Pdl, il Pd e l’Udc – si voterà con un sistema elettorale non democratico – il famigerato Porcellum – che consentirà ai Partiti di eleggere in Parlamento – alla Camera e al Senato – personaggi che, in presenza di una legge elettorale normale, non verrebbero mai eletti.

Gli elettori verranno chiamati ad esprimersi su liste bloccate. Non voteranno, come si fa nei Paesi civili e democratici, per questo o qual candidato: al contrario, voteranno le liste di ogni schieramento politico, eleggendo, in buona parte, come già ricordato, i ‘camerieri’ dei Partiti.

Quello che si ripeterà è una schifezza. Basti pensare, su scala nazionale, all’Udc, dove il segretario, Casini, ha riempito le liste di propri amici e parenti (il noto ‘quoziente familiare’ dell’onorevole Casini).

Desta impressione scorrere la lista del Pd siciliano al Senato: se il centrosinistra non dovesse vincere le elezioni, quasi tutti i senatori eletti in questo Partito in Sicilia non saranno siciliani, ma saranno tutti scelti da Bersani (i famigerati ‘paracadutati’ da Roma) anche se eletti con i voti dei siciliani. Benché eletti in Sicilia, lavoreranno per far crescere economicamente e socialmente altri territori.

Questi due casi emblematici – i familiari dell’onorevole Casini nell’Udc e i ‘paracadutati’ dell’onorevole Bersani nel Pd siciliano – spiegano, a chiare lettere, che cos’è il Porcellum: una pessima legge elettorale, che la vecchia politica italiana non vuole cambiare, per imporre antidemocraticamente agli elettori candidati che gli stessi elettori non voterebbero mai.

Questo meccanismo elettorale, con qualche piccola variazione sul tema, era tipico del regime fascista, negli anni in cui veniva ‘confezionato’ il ‘listone’. Allora in lista andavano i sodali di Benito Mussolini; oggi in lista, vanno gli amici di Bersani, amici (e soprattutto parenti) dell’onorevole Casini) e amici e sodali di Berlusconi.

Chiuso questo capitolo sulla mancanza di democrazia, passiamo ai sondaggi. Già, ieri, è stato diffuso il primo sul possibile esito delle elezioni del Senato in Sicilia. Dove in vantaggio sarebbe il centrodestra. Noi – questo non finiremo mai di ripeterlo – non crediamo nei sondaggi e, soprattutto con riferito alla Sicilia, ci fidiamo delle nostre impressioni.

Alle ultime elezioni regionali, ad esempio, abbiamo sempre avuto l’impressione che il Movimento 5 Stelle potesse ottenere un grande risultato. Ebbene, i grillini non hanno vinto le elezioni, ma sono, almeno fino a questo momento, il Partito più votato in Sicilia.

I sondaggi danno in Movimento 5 Stelle in discesa. A noi, con riferimento alla Sicilia, non sembra affatto che questo Partito stia perdendo consensi. Anzi, noi abbiamo l’impressione dell’esatto contrario.

Proprio oggi, grazie a un’azione politica del Movimento 5 Stelle, i parlamentari della commissione legislativa Ambiente dell’Ars saranno a Niscemi per provare a bloccare, si spera definitivamente, la realizzazione del Muos, le antenne satellitari – strumenti di morte – che gli americani vorrebbero realizzare in una terra che credono sia la loro ‘colonia’: la Sicilia.

Sul Muos il Movimento 5 Stelle ha dato battaglia. Costringendo, di fatto, il Pd siciliano a venirgli dietro. Non sappiamo quanto il Pd sia sincero in questa battaglia sociale. Ma sinceri e incazzati sono gli abitanti di Niscemi (ieri sera il Tg 5 ha dedicato un servizio a questa incredibile vicenda e, prim’ancora, Fiorello ha sparato a zero su Muos e americani) e dei centri vicini che vogliono sbaraccare il Muos.

Piaccia o no, ma il Muos è destinato a diventare un cavallo di battaglia di questa campagna elettorale in Sicilia. Una vicenda che ha costretto il Partito del genero dell’onorevole Casini – l’Udc – a venire allo scoperto per difendere le armi mortali degli americani: cosa, questa, che per un Partito che si definisce cattolico non è male…

I siciliani, con questa vicenda del Muos, hanno scoperto che l’Udc è il Partito degli ‘ascari’, pronti a inchinarsi al volere degli americani. Anche di questo gli elettori siciliani terranno conto.

Piaccia o no, ma i grillini, dopo un avvio stentato, sono diventati i protagonisti della politica regionale. Come già accennato, stanno costringendo tutte le altre forze politiche siciliane a misurarsi con la questione Muos di Niscemi, al cospetto di migliaia di persone. E questo è già di per sé un grande risultato politico.

Di più: proprio la scorsa settimana hanno scoperto e denunciato il fenomeno dei ‘pianisti’ a Sala d’Ercole: ovvero la presenza (o quasi) di parlamentari assenti che votano lo stesso… Una violazione della deontologia parlamentare, ma anche un raggiro ai danni dei contribuenti, perché i deputati, benché assenti, risultando presenti, percepiscono l’indennità di presenza… Vicenda della quale si occuperà la Corte dei Conti.

Ancora: grazie ai parlamentari del Movimento 5 Stelle è stata ‘scoperchiata’ la pentola di un numero ancora imprecisato di dirigenti regionali esterni a contratto: questo in una Regine che ha già mille e 800 dirigenti, 900 dei quali pagati come tali, ma che non fanno nulla, non avendo compiti dirigenziali da svolgere.

In pratica, i grillini hanno scoperto un nuovo scandalo che dovrebbe venire fuori in tutta la sua chiarezza, nei prossimi giorni.

Poi c’è il disegno di legge sui costi della politica. Provvedimento che i grillini dovrebbero presentare nei prossimi giorni, costringendo i parlamentari degli altri gruppi ad affrontare il taglio delle indennità parlamentari e, in generale, ad abbattere i costi della politica. E’ noto che i 15 deputati di Sala d’Ercole percepiscono non 20 mila euro lordi come tutti gli altri deputati, ma solo 2 mila e 500 euro (più i rimborsi) al mese. Sarà interessante capire come reagiranno gli altri 75 ‘califfi’ dell’Ars in piena campagna elettorale…

Un altro elemento importante di questa campagna elettorale è il ‘divorzio’ tra il Pd e la Cisl. Di fatto, l’organizzazione sindacale è passata con Mario Monti. Non è un cambio di schieramento politico, perché il Pd è comunque alleato di Monti e governerà, molto probabilmente, con lo stesso Presidente del Consiglio uscente.

Però questo cambio di ‘casacca’ farà perdere voti importanti al Pd siciliano che, non a caso, è preoccupato. Il passaggio della Cisl con Monti rende più chiaro il quadro politico siciliano. Perché getta uno squarcio di vera luce sulla Lista Civica di Monti che, agli occhi dei siciliani, si presenterà per quella che è: non un nuovo Partito politico che vuole cambiare l’Italia e la Sicilia, ma un Partito politico che, con le liste bloccate, vuole portare a Roma alcuni esponenti dell’alta borghesia con i voti della Cisl, ovvero con i voti della peggiore organizzazione sindacale siciliana: un’organizzazione sindacale che vive e prospera sulle clientele della formazione professionale, sulla difesa delle clientele regionali (vedi le promozioni dei nuovi dirigenti regionali), sui folli progetti di ‘stabilizzazione’ del precariato.

Ciò che di peggio si annida nella politica siciliana odierna andrà, di fatto, a sostenere la Lista Civica di Monti in Sicilia, trasformando in una sceneggiata napoletana l’esperienza politica ed elettorale del Professore nell’Isola. Se a questo aggiungiamo che Monti è ormai universalmente conosciuto e riconosciuto come “L’uomo delle tasse”, la frittata dovrebbe essere fatta.

Non è finita. Il “Partito delle tasse” di Monti, oltre ad ‘addizionarsi’ con le clientele della Cisl, è alleato con gli ‘ascari’ dell’Udc…

Insomma, gli elettori siciliani avranno davanti uno spettacolo ‘meraviglioso’: le tasse di Monti, le clientele della Cisl e la lista dei parenti dell’onorevole Casini. Si può votare pe runa ‘triade’ del genere?

Nel Pdl siciliano si registra il ritorno all’ovile del ‘figliuol prodigo’: Gianfranco Miccichè con la sua ‘ciurma sempre più sgangherata. Per l’occasione Berlusconi e Alfano dovrebbero preparare il “vitello grasso”.. Solo che nel Pdl siciliano, grazie proprio alle turille armate nei mesi scorsi da Miccichè, i “vitelli grassi” sono scappati tutti e Gianfranco, bene che gli andrà, si dovrà accontentare di una fettina alla piastra con un filo d’olio e senza sale…

Non andrà meglio all’altro ‘scienziato’ del centrodestra siciliano: Raffaele Lombardo, l’autonomista a corrente alternata che, in quattro anni di Governo in Sicilia, di fatto, è riuscito a disperdere il 25 per cento dei voti conquistati alle elezioni regionali del 2008.

Oggi Lombardo insegue i 70 mila voti che dovrebbero portarlo al Senato. Con chi? Con il Partito – il Pdl – sul quale ha sputato per quattro anni di fila. Lei sì, onorevole Lombardo, che è un uomo coerente! E ancora più coerente di lei sono gli elettori che le vanno ancora dietro!

Deludente il Megafono, il Movimento del presidente della Regione, Rosario Crocetta. Come abbiamo scritto ieri sera, la presenza in lista – addirittura come capolista – di Giuseppe Lumia, uomo politico delle grandi e temerarie clientele, vanifica tutti gli sforzi del Governatore per presentarsi come l’uomo politico delle novità. Lumia rappresenta il vecchio della politica siciliana. E, secondo noi, a parte il sostegno di Confindustria Sicilia, non gode nemmeno di grandi consensi elettorali. Toglierà solo voti al Pd. Ma non andrà molto oltre. Perché la base del Megafono si dissocerà.

Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia, infine. I sondaggi, non esattamente disinteressati, dicono che in Sicilia non sfonderà. Però, pur non sfondando, lo danno al 5 per cento al Senato. Che, a nostro modesto avviso, sarebbe un grande risultato.

La nostra impressione? Semplice. Nicki Vendola ha schierato il suo Sel con il Pd perché non pensava di raggiungere l’8 per cento al Senato e il 4 per cento alla Camera (questi gli sbarramenti previsti dall’attuale legge elettorale se una forza politica va da sola).

Ai tanti elettori di Sinistra che non votano Pd – che in Italia sono tanti – l’alleanza di Vendola con il Pd e, di fatto, con Mario Monti, non va proprio giù. Vendola è in picchiata. Secondo noi, rischia grosso. Anche in Sicilia.

Dove, invece, Ingroia ha a disposizione grandi spazi sociali e politici. Sta a lui e al suo Movimento muoversi con accortezza e determinazione. Soprattutto nella nostra Isola, terra dove i delusi di Sel sono tanti.

 


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