La sentenza di condanna per l'ex macellaio 30enne è arrivata dalla Corte d'Assise di Messina che ha invece assolto gli altri imputati, parenti delle vittime - Antonino e Fabrizio Contiguglia rispettivamente di 62 e 27 anni - accusati di violenza privata in concorso
Duplice omicidio Ucria, condanna a 30 anni per Russo Uccise zio e nipote dopo la lite nata per un parcheggio
La Corte d’assise di Messina ha condannato a 30 anni di carcere il 30enne di Paternò Salvatore Russo, accusato del duplice omicidio di Antonino e Fabrizio Contiguglia – zio e nipote rispettivamente di 62 e 27 anni – uccisi la sera di Ferragosto del 2019 a Ucria, nel Messine. Alla base del duplice omicidio una banale lite scaturita per l’utilizzo di un parcheggio per disabili, nel pieno centro della piccola cittadina dei Nebrodi.
Assolti invece da ogni accusa, con la formula «perché il fatto non sussiste», gli altri imputati, parenti delle vittime, Vittorio Contiguglia, Santino Contiguglia e il figlio Salvatore, che erano accusati di violenza privata in concorso. Il 62enne ucciso era pregiudicato per mafia essendo stato condannato nel 2011 al termine del processo Mare Nostrum che vide alla sbarra i principali esponenti di Cosa nostra nell’area tirrenica e dei Nebrodi.
Era stato il procuratore Angelo Cavallo a spiegare che «tutti i colpi sono stati esplosi per uccidere e le vittime sono state uccise con un unico colpo in pieno volto». La tesi della difesa, invece, era stata che Russo avesse sparato per legittima difesa e anche lo stesso imputato davanti al giudice aveva dichiarato di avere esploso quei colpi «per paura» perché si era visto puntare contro una pistola. Una tesi che non è stata accolta, tanto che il Riesame aveva confermato la reclusione in carcere per l’ex macellaio per il rischio di reiterazione del reato.