Duplice omicidio di Ucria, gli indagati salgono a cinque Russo avrebbe difeso il cognato, obiettivo dei Contiguglia

Sale a cinque il numero degli indagati nell’inchiesta sul duplice omicidio di Antonino e Fabrizio Contiguglia, 60 e 43 anni, avvenuto a Ferragosto a Ucria.

Dopo le indagini iniziali che hanno portato all’arresto del macellaio di Paternò Salvatore Russo – accusato di aver ucciso i due uomini, zio e nipote – gli investigatori hanno proseguito con la ricostruzione della dinamica di quanto accaduto il 15 agosto e sono riusciti a individuare le responsabilità delle altre persone coinvolte.

Nel registro degli indagati oltre a Russo, reo confesso del duplice omicidio e del tentato omicidio di Salvatore Contiguglia, risultano adesso iscritti proprio quest’ultimo, perché faceva parte della spedizione punitiva organizzata dai Contiguglia nei confronti di Russo e del cognato Daniele Balsamo, pure lui tra gli indagati, perché colpevoli di essersi impossessati in modo illegittimo di un parcheggio al centro del paesino. Gli altri indagati sono Giovanni Santino Contiguglia, 68 anni, Davide Contiguglia, 35 anni, e Vittorio Contiguglia, 55 anni. 

Balsamo – rintracciato nelle ore successive ai fatti dai carabinieri – si è trovato, insieme al cognato Russo, in mezzo alla colluttazione. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, sarebbe stato proprio Balsamo il vero obiettivo della spedizione punitiva dei Contiguglia

Le accuse agli indagati vanno a vario titolo dall’estorsione alla violenza privata, fino all’ipotesi di «morte o lesioni come conseguenza di altro reato». A carico invece del solo Vittorio Contiguglia è stato ipotizzato anche il reato di minaccia. Vittorio – padre di Fabrizio, morto durante la colluttazione con Russo – avrebbe infatti minacciato lui e il cognato di ucciderli per vendicare la morte del figlio. 

Promotore della spedizione punitiva sarebbe stato Santino Contiguglia, il capofamiglia, che per lavare l’onta del parcheggio sottratto avrebbe coinvolto gli altri Contiguglia. Come ricostruito dagli investigatori, il gruppo ha intercettato fuori dalla sua abitazione Salvatore Russo e lo ha costretto a rincasare per far uscire dall’abitazione il cognato. Quando Russo ha bussato alla porta, Balsamo ha aperto, ignaro di ritrovarsi di fronte i Contiguglia. È quindi cominciato il pestaggio, avvenuto anche sotto la minaccia di un coltello con lama da 15 centimetri, che secondo i carabinieri avrebbe impugnato Vittorio Contiguglia. 

Mentre il cognavo veniva pestato, Russo avrebbe iniziato una colluttazione sulla porta di casa, riuscendo a disarmare i Contiguglia, finendo per centrare alla testa Antonio e Fabrizio e ferire alla scapola destra Salvatore mentre cercava di allontanarsi. La più grande delle vittime, Antonino Contiguglia era pregiudicato per mafia essendo stato condannato nel 2011 al termine del processo Mare Nostrum che vide alla sbarra i principali esponenti di Cosa Nostra nell’area tirrenica e dei Nebrodi.


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