Nel centro di Catania si respira aria natalizia: alberi, luci, addobbi, luminarie, musiche e casette di legno. Eppure, sotto l’apparente atmosfera da favola, serpeggiano ancora gli strascichi delle polemiche che hanno riguardato l’assegnazione dei siti per i mercatini di Natale. La novità di quest’anno, infatti, riguarda il Villaggio di Natale in piazza Università. «Inauguriamo una nuova tradizione – ha scritto il sindaco Salvo Pogliese sul suo profilo Facebook – Ringrazio l’assessore alle Attività produttive Ludovico Balsamo e Giuseppe Ferraro (il capo di gabinetto, ndr) perché si è riusciti a svolgere le procedure di assegnazione degli spazi di suolo pubblico nei tempi giusti e nella massima trasparenza». Ed è proprio su quest’ultimo aspetto che alcune associazioni hanno sollevato dei dubbi.
Sospetti che nel caso dell’associazione Pop up market Ct si sono tradotti in un esposto presentato alla procura e in una diffida in autotutela sulla commissione giudicatrice del bando. Le ombre sull’assegnazione di uno dei siti più ambiti in città nascono da alcuni post pubblicati già in estate dall’associazione che poi si è aggiudicata il bando (pubblicato il 27 settembre) Centriamo il Natale, Le pulci di città. Annunci in cui l’associazione invita artisti e artigiani a farsi avanti per le esposizioni. «L’associazione aveva già venduto le postazioni comportandosi da vincitrice e prevedendo il futuro», avevano denunciato a MeridioNews da Pop up market. L’associazione esclusa dal bando a causa di «una planimetria non timbrata né firmata da tecnico abilitato», come si legge nel verbale della riunione della commissione. Alle accuse, la presidente di Le pulci di città Brigida De Klerk ha risposto attraverso la nostra testata spiegando che «volevamo progettare e non improvvisare. Avevamo chiesto gli acconti ma se non avessimo vinto, avremmo restituito i soldi».
«Qui tutto è esattamente come lo avevamo sognato e si respira un meraviglioso clima di serenità, un’atmosfera che siamo abituati a vedere nei classici film di Natale», commenta De Klerk direttamente dal Villaggio di Natale provando ad allontanare le polemiche. «Siamo orgogliose di quello che abbiamo realizzato e di non esserci fatte distrarre dalle questioni nate attorno a questi mercatini. Spero che vengano presentati degli esposti – continua – per poterne discutere nelle sedi competenti perché le frasi dette su di noi sono state diffamanti e calunniose e su questo prenderemo provvedimenti». Intanto la questione è finita anche tra i seggi dell’aula consiliare. Durante la seduta del 20 novembre, è stata la consigliera comunale del Movimento 5 stelle Valeria Diana a fare una interrogazione per fare presente che sarebbe stato più opportuno dividere piazza Università in quattro aree da assegnare a realtà diverse e, soprattutto, per chiedere di sospendere i mercatini in vista dei dubbi sollevati. «È un argomento di cui si sta parlando in maniera spropositata», le ha risposto l’assessore Balsamo che ha poi ripercorso l’intera vicenda.
«L’associazione che si è aggiudicata piazza Università aveva fatto, a inizio anno, una richiesta presentando un progetto per fare il mercatino sul quel sito. L’amministrazione – ricostruisce l’assessore – in un primo momento, stava valutando di accoglierlo perché si trattava di un bellissimo progetto». Intanto, altre associazioni manifestano di avere interesse e, così, arriva un bando di evidenza pubblica. «In merito alla richiesta di sospensione e di suddivisione degli spazi assegnati è irricevibile perché creerebbe un gravissimo contenzioso con l’associazione che si è aggiudicata il bando. Nessuno impedisce alle associazioni di procedere con un ricorso al Tar per chiedere giustizia. Se il Tar ci dirà che abbiamo sbagliato, ne prenderemo sicuramente atto».
Intanto, in via Minoriti le casette di legno sono andate all’associazione Agorà e in via Montesano a Liberamente. Il sito di piazza Stesicoro (lato anfiteatro) è rimasto invece vuoto. Se l’era aggiudicato l’associazione Impara l’Arte Impara l’Arte che, però, all’ultimo momento ha fatto un passo indietro. «Ho rinunciato per motivi strettamente personali – spiega la presidente Ester De Felice – ma non nego che avevo trovato soltanto sette standisti sugli almeno 15 che avrei potuto ospitare in quelle postazioni. Per permettere a tutti di lavorare – lamenta – sarebbe stato il caso di mettere una clausola che prevedesse che nessuna associazione avesse più di 20 standisti. In questo modo, è ovvio che chi ha iniziato a cercare espositori con largo anticipo sia più avvantaggiato e penalizzi gli altri».
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