Buone notizie per l'Isola. Mercato del lavoro in lieve ripresa con un aumento dell'occupazione, soprattutto tra i lavoratori autonomi. Stabile al 22,7% la disoccupazione. Nel turismo, boom di presenze straniere (16%) mentre crescono anche le esportazioni. Eccetto i prodotti petroliferi
Bankitalia: «Sicilia fuori dalla recessione» Nel 2015 creati settemila posti di lavoro
Dopo sette anni consecutivi di recessione, per la Sicilia si intravede la luce in fondo al tunnel ma la ripresa è ancora lontana. Nella prima parte del 2015, infatti, l’economia siciliana ha mostrato timidi segnali positivi ma non tali da preannunciare una crescita. A rivelarlo è il rapporto “Economie regionali” di Bankitalia, presentato stamane nella sede del capoluogo siciliano. Se, infatti, l’Isola rimane attardata rispetto al resto del Paese, dove si prevede per quest’anno una incremento del Pil vicino all’1%, nell’Isola si immagina un dato prossimo allo zero. Una notizia che, ad ogni modo, fa ben sperare, quanto meno perché chiude una fase reccessiva cominciata nel lontano 2008. «Ancora non possiamo definire la situazione economica siciliana in ripresa – ha detto il direttore della filiale di Palermo, Antonio Cinque – ma sicuramente non siamo più in recessione: dopo sette anni di segno negativo, cogliamo segnali di ottimismo». Dal rapporto emerge come ci siano alcuni settori che fanno rilevare degli andamenti positivi, mentre stentano a partire gli investimenti e l’occupazione cresce poco: «Si tratta di un fenomeno legato a questo momento di transizione ma nutriamo aspettative positive vista la crescita del Centro-Nord» ha aggiunto Cinque.
Timidi segnali di ripresa anche nel mercato del lavoro. Dopo 8 anni di inesorabile emorragia, in cui si sono persi 160 mila posti di lavoro, nei primi sei mesi del 2015 il numero medio degli occupati nell’Isola è aumentato dello 0,5% (circa 7 mila unità), rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La crescita dell’occupazione, tuttavia, ha riguardato solo le donne (2,3%) e i lavoratori autonomi (5,9%), mentre gli occupati di sesso maschile e i dipendenti si sono ridotti, rispettivamente, dello 0,5% e dell‘1,2%. Variazioni sulle quali poco o per nulla ha influito l’introduzione del Jobs act. «È difficile dire quanti di questi nuovi posto di lavoro siano da attribuire all’introduzione del Jobs act o alla ripresa economica siciliana – ha detto Giuseppe Ciaccio della Divisione analisi e ricerca economica territoriale della sede palermitana -. Quel che è certo è che la Sicilia è la regione dove meno si sta approfittando di questo strumento».
Cresce il numero di chi cerca lavoro, disoccupazione stabile. Una inversione di tendenza si rileva nel numero dei siciliani in cerca di occupazione, il cui dato è salito lievemente. Il tasso di attività per la popolazione tra i 15 e i 64 anni è pari al 51%. Il tasso di disoccupazione, invece, nella media dei primi due trimestri, si è mantenuto stabile al 22,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e si confronta con un tasso nazionale del Mezzogiorno pari, rispettivamente, al 12,5% e al 20,3%. Un altro indicatore importante dello stato di salute dell’occupazione nell’Isola è il ricorso alla Cig che nei primi nove mesi dell’anno è diminuito del 35,3% rispetto al 2014. La contrazione ha interessato sia la componente ordinaria (-30,6%) sia quella straordinaria e in deroga (-36,5%). In particolare, il numero di ore autorizzate di Cig si è ridotto nell’industria meccanica, nell’edilizia e nel commercio. In questi settori si sono concentrati, inoltre, i tre quinti delle ore concesse.
Crescono esportazioni, calano prodotti petroliferi. Se globalmente le esportazioni di merci siciliane sono diminuite dell’8,2%, togliendo dal computo i prodotti petroliferi, il dato vede una crescita del 12,2%. Al trend positivo hanno contribuito in particolare i settori delle sostanze e prodotti chimici e dell’agroalimentare, le cui vendite all’estero sono aumentate, rispettivamente, del 35,8% e del 5,3%. Sul versante delle importazioni, quelle siciliane sono diminuite del 26,1% (-13,3 nel 2014).
Bene turismo, boom di presenze straniere. A stupire, invece, è il turismo dove in Sicilia nel primo semestre 2015 c’è stato un boom delle presenze straniere (16,5%). Dai risultati dell’indagine internazionale dell’istituto, emerge che l’incremento del numero di pernottamenti medio per turista ha favorito la crescita della spesa pro capite (17,3%). Tra le maggiori regioni italiane, la Sicilia ha registrato la migliore performance di presenze di turisti. Per quanto riguarda i trasporti, sulla scorta dei dati forniti da Assaeroporti, tra i mesi di gennaio e agosto del 2015 il numero di passeggeri in arrivo e in partenza dell’Isola è rimasto stabile sul periodo corrispondente del 2014, a fronte di una riduzione dei voli (-7,7), che ha interessato principalmente gli scali di Catania e Trapani. Cosi come nel resto del Paese, anche in Sicilia la dinamica migliore è stata per i passeggeri sui voli internazionali (cresciuta dell’1,6%) rispetto a quelli nazionali (-0,5%).