Piero Angela, il più famoso giornalista scientifico italiano, ha ricevuto ieri il premio intitolato al deltaplanista catanese morto nel 2006. «Non era solo un atleta, ma anche un grande scienziato. Il suo esempio dimostra che unendo passione e lavoro sodo possiamo migliorare noi stessi e il mondo che ci circonda»- La musica, il silenzio, la leggerezzadi Benedetta Motta e Gianluca Nicotra
«DArrigo? Sarebbe piaciuto a Leonardo»
«Non è vero che in questo paese non ci sia voglia di conoscere, come spesso si dice, e il fatto che i miei programmi galleggiano ancora nella prima serata di Rai Uno dopo tutto questo tempo, non può che essere una dimostrazione di questo».
Così Piero Angela, il più noto giornalista scientifico italiano, è intervenuto ieri mattina in un incontro organizzato nell’auditorium del Monastero dei Benedettini dall’Università di Catania e intitolato “Scienza e comunicazione strumenti della divulgazione scientifica”. All’incontro, coordinato dal direttore del dipartimento di Biologia animale Alfredo Petralia, sono intervenuti anche il prorettore dell’Università Antonio Pioletti, il direttore generale del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano Fiorenzo Galli, Donatella Bianchi, giornalista e storica conduttrice del programma Linea Blu e la signora Laura Mancuso D’Arrigo, che ha ricordato il marito e il premio a lui dedicato, Memorial Angelo d’Arrigo; premio che quest’anno è andato proprio al famoso giornalista televisivo.
All’inizio dell’incontro è stato ricordato Angelo D’Arrigo, il deltaplanista e scienziato del volo scomparso in un incidente aereo nel 2006 attraverso la proiezione di un video che lo vede protagonista. «Quando ho conosciuto Angelo ha detto Angela ho subito pensato che quest’uomo sarebbe piaciuto moltissimo a Leonardo. Era un grande sognatore, aveva il coraggio di affrontare sfide difficilissime e lo faceva con grande intelligenza. Le cose che faceva sembravano molto semplici, ma in realtà dietro c’era un grande lavoro di studio professionale. Non era solo un atleta, ma anche un grande scienziato». Ed è proprio Angelo D’Arrigo, secondo gli intervenuti, l’esempio che bisogna seguire. Non basta studiare, bisogna avere passione nelle cose che si fanno. Ecco qual è il fulcro del messaggio che Piero Angela, ha voluto mandare ai molti moltissimi giovani che ieri hanno gremito l’auditorium per ascoltarlo. «Non bisogna solo acculturarsi, – ha detto Angela – ma essere appassionati. La passione è al centro di tutto, quindi si tratta di inserire un’emotività nobile al lavoro sodo per migliorare noi stessi e il mondo che ci circonda».
Concorde con Piero Angela il prof. Fiorenzo Galli il quale ha invitato anche lui a seguire le proprie passioni, «a coltivare noi stessi come ci ha insegnato Angelo», pur senza fare troppo affidamento sulle istituzioni. Queste, infatti, sono state accusate da Galli di non avere delle strategie per la divulgazione delle scienze, di lasciare i giovani a se stessi. «Il nostro ruolo di educatori è creare degli stimoli, spingere le vostre passioni, ma le istituzioni devono esserci vicine. – ha detto Galli – La mancanza di strategia rispetto alla divulgazione scientifico-tecnologica è criminosa. Sono convinto, comunque, – ha aggiunto – che la spinta debba venire dal basso, perché così potrebbe partire una filiera di professionalità sui grandi numeri».
Un altro invito che è stato rivolto ai giovani è quello di non cadere nelle trappole dei giochi politici e di essere sempre liberi, di pensare sempre con il proprio cervello per cercare di volare alto e felice come faceva D’Arrigo; invito che è stato sottolineato da Galli citando Paul Valéry, il quale diceva che bisogna «essere leggeri come una rondine, non come una piuma».