Sotto i portici delle Poste centrali di via Roma è un continuo pellegrinaggio di gente che manifesta vicinanza e solidarietà al missionario laico che ha scelto di dormire per strada. In attesa di una risposta delle istituzioni, le difficoltà aumentano. Tra la pioggia, il freddo e gli schiamazzi
Da Biagio Conte arriva il presidente Musumeci Ma lui «non mangia da cinque giorni, è debole»
Lo dicono piano, con la voce impastata di sonno e fatica. Sotto i portici delle Poste centrali di via Roma, dove dorme dalla notte del 10 gennaio il missionario laico Biagio Conte per lanciare un segnale di attenzione e solidarietà verso i senzatetto della città, dovrebbe arrivare questa sera Nello Musumeci. Il presidente della Regione ha un’agenda fittissima oggi (in occasione del 50esimo anniversario del terremoto del Belice), ma avrebbe promesso di riuscire a fare di tutto per esserci. La protesta pacifica e silenziosa di Biagio Conte in ogni caso è diventata una continua meta di pellegrinaggio: sono in tanti a portare un saluto, fanno capolino suore e bambini, qualche donna si commuove. C’è chi ricorda con affetto la parabola del missionario, che da figlio di papà di un imprenditore edile decise nel 1990 di lasciare i propri averi, con la tappa a Lourdes che, secondo la leggenda, lo miracolò e gli fece lasciare la sedia a rotelle.
Ora però, dopo anni di gestione della missione Speranza e Carità e di tante battaglie a favore degli ultimi, Biagio Conte appare stanco. «Sono cinque giorni che non mangia – racconta Riccardo Rossi, giornalista napoletano e volontario in una casa famiglia nel catanese che ha scelto di fare compagnia al missionario -, è sempre più debole. E ieri abbiamo passato tutti una notte di schifo, perché qui accanto a noi fino all’alba c’erano ragazzi e ragazze che si ubriacavano e facevano schiamazzi. Tra l’altro ci siamo pure inzuppati con la pioggia, perché è bastato un po’ di vento per far arrivare l’acqua fino a noi. Ci conforta la risposta della gente, in attesa che arrivi quella vera delle istituzioni».