Offrire assistenza medica ai cittadini indigenti. Italiani e stranieri, di qualunque età e sesso siano, con particolare attenzione ai soggetti a rischio ipertensione, diabete, ma anche oncologici. Questo servizio svolgono da tre anni a questa parte i medici volontari all’ambulatorio Stile di Vita, all’interno della parrocchia di SS. Maria del Carmelo ai Decollati, in collaborazione con l’organizzazione umanitaria Life and Life. Adesso è stato presentato un progetto per potenziare la strumentazione medica di cui dispongono, che può essere votato online sulla piattaforma Aviva Community Fundfino al 7 maggio. Si offrirebbe così la possibilità all’ambulatorio di ricevere un sostegno economico. Questi fondi «servirebbero per comprare nuove attrezzature – spiega Valentina Cicirello, vicepresidente di Life and Life -. Ci sono dei lettini e la sala d’attesa ma abbiamo un ecografo che ormai ha oltre 15 anni e dobbiamo acquistare anche uno strumento per effettuare l’elettrocardiogramma. Poi c’è necessità anche, ad esempio, degli speculum monouso per il ginecologo che effettua i pap test». La responsabile dell’ambulatorio è la dottoressa Gabriella Filippazzo, dirigente dell’ospedale Cervello oggi in pensione.
La realtà in cui lavora l’ambulatorio abbraccia i quartieri della zona compresa tra la stazione centrale e Brancaccio, dove persistono sacche di microcriminalità, disagio sociale, povertà e scarsa integrazione tra i gruppi sociali che la abitano. Qui si nasconde un’altra Palermo, fatta di ruderi e baracche chiamata, appunto, I Decollati, i cui abitanti sono circa il cinque per cento immigrati. «Abbiamo a che fare con una realtà mista – ripercorre Cicirello – di indigenza, sia palermitana che straniera. La parrocchia, sede dell’ambulatorio, si trova di fronte alla missione Speranza e Carità di Biagio Conte. In questi quartieri non sempre la convivenza interetnica è pacifica e ci troviamo a svolgere spesso il ruolo di mediatori». Ma si può respirare anche un clima di cooperazione territoriale, ad esempio con la Caritas. E l’ambulatorio non è l’unica iniziativa a sostegno delle persone che vivono lì. «Svolgiamo anche attività di doposcuola, attualmente abbiamo tra i 35 e i 40 bambini. L’ambulatorio si trova all’interno della parrocchia, come la farmacia che è aperta il mercoledì e il venerdì mattina. Distribuiamo farmaci gratuiti grazie alle giornate di raccolta del farmaco, alle donazioni dei parrocchiani e delle farmacie della zona».
All’interno della chiesa c’era già un consultorio, dove si potevano fissare appuntamenti con i medici su richiesta. Per quanto riguarda l’ambulatorio invece non c’è bisogno di prenotazione: nei giorni fissati ci sono sempre un internista, che è anche gastroenterologo, un nutrizionista e un cardiologo. «Ci rivolgiamo soprattutto ai diabetici, ipertesi e pazienti oncologici. Ma il servizio non si occupa soltanto di persone indigenti come i senzatetto o gli immigrati. Sono molti i pensionati che si rivolgono a noi, che ad esempio non riescono più ad acquistare i farmaci».
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