Crollo degli investimenti in Sicilia con il nuovo Superbonus. «Governo ha fatto male i conti e aziende sono in crisi»

Un Paese che viaggia a due velocità con un crollo dei cantieri nelle Regioni del Centro e del Sud Italia. Il dato è quello contenuto nell’ultima indagine conoscitiva dell’ufficio parlamentare Bilancio in tema di edilizia e incentivi fiscali, specie quelli legati al Superbonus 110 per cento. La misura introdotta a luglio del 2020 che permette di detrarre le spese per la realizzazione di interventi per l’efficienza energetica, il consolidamento statico o la riduzione del rischio sismico. Investimenti sui quali adesso pesa la stretta voluta dal governo Meloni con riduzioni a scalare sulle detrazioni, lo stop alla cessione del credito e allo sconto in fattura per i nuovi interventi.

La stretta sugli sconti ha avuto come effetto una riduzione degli investimenti, specie al Sud dove già si scontano maggiori difficoltà in ambito economico. In Calabria, stando ai dati del rapporto che monitora l’andamento da aprile 2022 a febbraio 2023, si registra un meno 66 per cento di nuovi investimenti mensili. Segue la Sicilia con un meno 47 per cento, poi Molise, Campania e Sardegna. Il segno, invece, diventa positivo non appena si guarda alla parte settentrionale del Paese. In Trentino Alto Adige l’incremento più rilevante con un +329 per cento di nuovi investimenti mensili. «Tra i fattori che possono spiegare questi andamenti – si legge nel documento – vi è il cambiamento dell’assetto normativo, in particolare quello relativo alla cedibilità del credito d’imposta, sollecitato anche dall’emergere di numerosi casi di frodi per crediti inesistenti».

Nella graduatoria le isole e il Sud sono fanalino di coda anche per gli investimenti medi per abitante. Sardegna e Sicilia insieme raggiungono quota 1012 euro mentre il Nord-Est si attesta a 1379 euro. Al vertice c’è la Valle d’Aosta con 1800 euro, mentre in Sicilia si raggiungono 911 euro. Peggio fanno solo Campania e Liguria con 880 e 703 euro. «Sappiamo che molte aziende che avevano predisposto interventi si sono fermate – spiega a MeridioNews Vincenzo Cubito, segretario generale della Fillea Cgil di Catania – Specie nel settore privato che è quello che era aumentato di circa il 25 per cento l’anno come investimenti. La nostra preoccupazione – aggiunge – è che il governo abbia fatto i conti della casalinga senza tenere conto di quello che succede fuori di casa. Chi aveva la possibilità di accedere ai crediti sta potendo ultimare gli interventi, gli operai o chi guadagna 18/20mila euro l’anno non potrà mai affrontare una spesa del genere e avere una casa all’altezza degli standard europei».

A fronte di una stima iniziale di 10 miliardi di euro l’anno di investimenti finalizzati all’efficientamento energetico i lavori ammessi a detrazione, con dati aggiornati a febbraio 2023, hanno raggiunto quota 68,5 miliardi di euro. Secondo i dati del monitoraggio dell’Enea, gli interventi agevolati sono stati 385mila con un importo medio di 178mila euro. Poco meno di metà delle somme è stata destinata a lavori nei condomini – 32,8 miliardi – distribuiti su quasi 55mila edifici. I restanti interventi hanno riguardato 211mila edifici unifamiliari e circa 109mila unità immobiliari indipendenti. «L’avvio degli investimenti è stato lento, anche per effetto della complessità dei lavori coinvolti», si legge nel rapporto. Le organizzazioni sindacali di Cgil e Uil hanno già indetto cinque grandi manifestazioni per l’1 aprile nelle piazze di Torino, Roma, Napoli, Cagliari e Palermo. «Verremo accompagnati dai lavoratori edili ma anche dagli imprenditori e dai risparmiatori che magari avevano comprato una casa con la speranza di accedere al bonus 110 per cento». Intanto è di ieri la notizia del sequestro di crediti di imposta più alto di sempre: circa 1,7 miliardi di euro. Secondo gli inquirenti un’associazione a delinquere, attiva in più città, cedeva i crediti di imposta a persone senza fissa dimora, decedute o con precedenti penali.


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