Cresima negata al figlio del boss L’arcivescovo:«Non nella Chiesa dove riposa don Puglisi»

«Non è stata soltanto una scelta di prudenza, certamente i figli non possono portare e non portano i pesi dei padri, anzi un figlio che si trova in queste circostanze è maggiormente attenzionato dalla Chiesa perché Dio ha sempre avuto una particolare predilezione verso i più deboli». A parlare è l’arcivescovo di Palermo, il cardinale Paolo Romeo, che interviene sule polemiche scaturite dalla sua scelta di negare al figlio del boss di Brancaccio, Giuseppe Graviano, la celebrazione della cresima in Cattedrale. 

Una scelta motivata con forza: «Bisogna pure pensare che in Cattedrale riposano le spoglie di padre Puglisi, ucciso da persone che non mi pare abbiamo mai avuto segni chiari anche di dolore di ciò che hanno commesso. Non dimentichiamo che don Pino Puglisi è un martire perché ucciso in odio della Fede». Per la cronaca,  il boss di Brancaccio è stato condannato all’ergastolo per avere fatto uccidere padre Pino Puglisi, ora beato, le cui spoglie sono appunto custodite proprio all’interno della Cattedrale. 

Il presule, sottolineano dalla Curia, non ha negato il sacramento della cresima in assoluto al ragazzo, studente liceale del Centro educativo ignaziano, ma «ha solo evitato che lo ricevesse stamani insieme agli altri giovani, nella chiesa Cattedrale dove riposano le spoglie del Beato Padre Pino Puglisi». Il giovane, così riceverà la cresima in forma privata in un’altra chiesa, non in maniera solenne e in pubblico. «C’era, infatti, il pericolo che la presenza del giovane tra i cresimandi di stamani in Cattedrale fosse strumentalizzata». 


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Il cardinale Paolo Romeo interviene sulle polemiche scaturite dalla sua scelta di dire no al figlio del boss Giuseppe Graviano, ritenuto il mandante dell'assassinio del prete: «Bisogna pure pensare che in Cattedrale riposano le spoglie di padre Puglisi, ucciso da persone che non mi pare abbiamo mai avuto segni chiari anche di dolore di ciò che hanno commesso»

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