L'azienda Policlinico ha deciso di interrompere i ricoveri per le operazioni di sanificazione. Sedici posti letto rimangono vuoti mentre alcuni pazienti, operati alla testa, non possono essere trasferiti. «Avviato tracciamento», dice Calogero Coniglio della Fsi-Usae
Covid, chiusa Neurochirurgia all’ospedale S. Marco Quindici i contagi tra infermieri, medici e operatori
Quindici contagi di Coronavirus registrati nel reparto di Neurochirurgia dell’ospedale San Marco di Catania. I casi, secondo quanto accertato da MeridioNews, sarebbero emersi in maniera progressiva negli ultimi giorni. Un rapido aumento che ha fatto scattare l’allarme. e adesso ha sostanzialmente imposto lo stop ai ricoveri all’interno dell’unità operativa, così da consentire la sanificazione dei locali. Al momento sedici posti letto rimangono vuoti mentre meno di dieci pazienti recentemente operati alla testa rimarranno ricoverati. «L’azienda dopo le verifiche del caso ha scelto di chiudere – sottolinea Calogero Coniglio, segretario regionale e territoriale Fsi-Usae, a MeridioNews – Una misura temporanea al fine di sanificare i locali interessati».
Il contagio riguarda 12 infermieri, due operatori sanitari e un medico. La prima richiesta di chiusura risalirebbe a due giorni fa. Come avviene in questi casi, nel rispetto delle procedure, è stato avviato il tracciamento dei contatti degli infetti. Si attende tuttavia l’esito di alcuni tamponi. Per gli ospedali la situazione non è semplice. A Bronte, come rivelato da MeridioNews, diversi contagi sono emersi all’interno del nosocomio Castiglione-Prestianni. Anche in questo caso è stata attiva la procedura con isolamento di tutti coloro che hanno avuto contatti con gli infetti e tamponi.
Durante il primo lockdown fece invece scalpore il caso di Neurologia all’ospedale Cannizzaro. Venti contagi tra pazienti, infermieri e medici. Il focolaio scoppiò a causa di un ricoverato, passato dal Pronto soccorso, e arrivato in reparto con incontinenza urinaria, rallentamenti psicomotori. Durante la notte del 18 marzo a fare scattare l’allarme era stato un repertino innalzamento della temperatura e sintomi compatibili con il Covid.