Covid-19, nel pieno di un’inaspettata risalita dei contagi A Catania 660mila euro per cabina di regia dimenticata

«La risalita della curva dei contagi in piegno giugno è stata una novità che non ci aspettavamo». I dati incamerati dal ministero della Salute in questo primo squarcio d’estate parlano chiaro: il Covid-19 sta tornando a circolare in maniera importante, nonostante le elevate temperature, il tempo trascorso all’aperto e più in generale le condizioni che in questi due anni avevano portato a pensare che quella con il virus fosse una partita da giocare sostanzialmente tra autunno e primavera. Nel 2022, invece, le cose sembrano andare diversamente: in Sicilia attualmente i positivi superano abbondantemente quota 90mila, numeri che fino a qualche settimana fa sarebbe stato impossibile immaginare se si considera che l’anno scorso a inizio luglio nell’isola si stava sotto i 4mila. «In provincia di Catania ci aggiriamo sui 15mila positivi», spiega il commissario per l’area metropolitana etnea Giuseppe Liberti a MeridioNews

Per quanto l’evoluzione del virus pare indicare un affievolimento dei sintomi e dei correlati rischi per la salute, l’attenzione è tornata a essere rivolta alle strutture ospedaliere. Oltre 850 sono i pazienti che si trovano nei nosocomi, dei quali una trentina in terapia intensiva. «Per quanto solo una piccola percentuale di chi contrae il virus necessita il ricovero, iniziamo a parlare di numeri importanti in termini assoluti e questo perché facciamo i conti con varianti altamente contagiose. Ciò significa – prosegue Liberti – un aumento dei posti occupati dai pazienti Covid e la relativa mobilitazione del personale». A tenere banco in queste settimane è la variante Omicron 5. In Sicilia negli ultimi giorni il tasso di positività è stato di circa uno su quattro tamponi. «Abbiamo rimesso in campo le forze di cui disponevamo per affrontare un periodo che sulla carta sarebbe dovuto essere più leggero. Mi riferisco al personale addetto ai call center e ai tracciamenti, ma anche i medici che fanno parte delle Usca». Ai medici che erano stati assunti a tempo determinato con la comparsa del Covid è stato rinnovato il contratto ma con una decurtazione del monte ore. In prospettiva dovrebbero essere inquadrati come Uca, unità di continuità assistenziale, non più speciali in quanto destinate alle cure domiciliari indipendentemente che si tratti di Covid. 

In vista di capire come si evolverà il quadro generale e se, chiuso lo stato d’emergenza, il governo nazionale ripenserà a restrizioni di carattere sociale con l’avvicinarsi dell’autunno, la Sicilia potrebbe dotarsi di una sala di coordinamento regionale per la gestione dell’emergenza del Covid. Gli spazi saranno ricavati a Catania, al piano terra dell’immobile al civico 5 di via Beato Bernardo, dove si trova la sede del governo regionale nel capoluogo etneo. Nei giorni scorsi, il Genio civile ha indetto una gara del valore di oltre 600mila euro prevedendo di invitare alla procedura dieci ditte tra quelle presenti nel registro delle imprese di fiducia. «Non sono a conoscenza di questo progetto, immagino mi verrà comunicato una volta che i locali saranno a disposizione», chiosa il commissario Covid etneo.

Una parziale risposta è possibile trovarla ripercorrendo a ritroso i documenti che hanno portato all’indizione della procedura. I lavori previsti riguardano il completamento di una serie di opere lasciate in sospeso dalla ditta che nel 2019 si era aggiudicata l’appalto ma che poi ha dichiarato fallimento. La data potrebbe sembrare un refuso, considerato che il Covid è comparso nella primavera del 2020, ma non è così. All’inizio, infatti, il progetto riguardava la realizzazione al piano terra di un ufficio per le relazioni con il pubblico. Per un importo complessivo di 1,2 milioni di euro era previsto che, oltre all’allestimento dell’Urp, venisse fatto anche il «recupero della guardiola, dei piani terzo e settimo dell’immobile». Soltanto in un secondo momento, quindi, si è immaginato di destinare l’opera a sede operativa per il coordinamento della gestione dell’emergenza Covid. Nella gara che si svolgerà a breve all’impresa aggiudicataria spetterà lavorare sia al piano terra che al terzo piano. Il completamento delle opere potrebbe arrivare a quasi un decennio da quando si immaginò di intevenire nell’immobile di via Beato Bernardo: risale, infatti, a maggio del 2013 una nota con cui il servizio Demanio del dipartimento regionale del Bilancio e del Tesoro autorizzava la redazione di un progetto esecutivo per i lavori di manutenzione.

Simone Olivelli

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