Una protesta silenziosa si è tenuta stamattina in piazza Università. Duecento persone si sono riunite per manifestare contro il governo. Confcommercio: «Chiediamo misure immediate sulla defiscalizzazione e facile accesso ai finanziamenti»
Covid-19, in piazza la protesta di negozianti e imprenditori «Servono interventi immediati, si rischia il crollo totale»
«Lo Stato ci vuole morti, ma io morirò da imprenditore libero». Non è soltanto un grido di allarme, ma è anche il titolo della manifestazione che stamane a piazza Università ha unito negozianti, imprenditori, pubblici esercenti e gestori di lidi di Catania e provincia. All’indomani della ripartenza dopo la chiusura dovuta al Covid-19, professionisti e commercianti si ritrovano a fare i conti con incertezze sul futuro e problemi burocratici per accedere agli ammortizzatori sociali messi a disposizione dal governo di Giuseppe Conte.
Alla protesta hanno partecipato circa duecento persone che, sedute a due metri di distanza l’uno dall’altro, hanno occupato la piazza in silenzio. Ogni manifestante ha esposto un simbolo della propria categoria di appartenenza: chi con una maglietta da bagnino, altri con un piccolo ombrellone o con una giacca da cucina. L’iniziativa è durata quindici minuti e ha visto pure la partecipazione di Confcommercio Catania, Federazione Italiana Pubblici Esercizi di Catania (Fipe) e Sib (Sindacato italiano balneari).
«Oggi abbiamo voluto mostrare chiaramente tutti i danni che il governo ha causato ai nostri comparti. Ieri in molti sono ripartiti tra mille difficoltà e incertezze su come intervenire alla luce delle misure anti-contagio – afferma il presidente regionale di Fipe e vicepresidente di Confcommercio Dario Pistorio -. Abbiamo cercato di coinvolgere tutta l’area metropolitana di Catania, ma vogliamo sensibilizzare tutta la Sicilia e il Sud Italia affinché le nostre istanze arrivino a Roma». Alla protesta le associazioni hanno affiancato pure delle proposte, specie sul fronte della fiscalità e sull’agevolazione al credito. «Il credito di 25mila euro messo a disposizione dal governo attraverso le banche non basta – continua Pistorio -, ma soprattutto non possiamo fare i conti con la lunghissima burocrazia per avere questi finanziamenti. Circa il settanta per cento delle imprese non ha ancora percepito un euro».
Sui possibili interventi sul fronte fiscale, Pistorio, a nome dei partecipanti, chiede uno sgravio delle tasse sulla retribuzione dei dipendenti: «Non vogliamo licenziare nessuno – sottolinea -. Sarebbe più efficace uno sgravio dei contributi sullo stipendio dei dipendenti per almeno un anno. Inoltre chiediamo pure di sospendere per un anno i contributi versati dagli imprenditori, per poi versarli alla fine dei nostri anni di servizio, prima di andare in pensione. Bisogna intervenire subito».
L’istanza adesso è arrivata al primo cittadino di Catania Salvo Pogliese. Toni meno duri nei confronti della Regione Siciliana. «Dobbiamo ammettere che siamo stati la prima regione d’Italia a istituire il protocollo sanità per i pubblici servizi. Certo, alcune linee guida devono essere un tantino più chiare, ma si è fatto un buon lavoro – conclude Pistorio – Non sappiamo se ci saranno altre iniziative come questa, ma crediamo fermamente nelle nostre istanze. Chiediamo un aiuto del governo senza incidere sulle casse dello Stato».