«Nella città dell'emergenza abitativa questo è solo uno degli innumerevoli casi che fa emergere il totale disinteresse delle istituzioni nei confronti di famiglie - si legge in una nota del Fronte di lotta per la casa - appartenenti alle fasce più deboli»
Corso Pisani, evitato lo sgombero «Ingiusto buttare fuori le famiglie»
Questa mattina nuovo intervento del Fronte di lotta per la casa in favore di due famiglie sotto sfratto che da circa cinque anni occupano lo stabile di Corso Pisani, al civico 12. Già da alcuni mesi il bene di proprietà del Tribunale di Palermo è interessato dal provvedimento da attuare nei confronti delle due famiglie che «hanno minori a carico».
«Grazie al nostro intervento anche questa volta è stato scongiurato il pericolo dello sgombero – afferma Salvatore Genovese del Fronte di lotta per la casa -. In generale, come Fronte di lotta per la casa, la nostra primaria istanza è che cessino definitivamente sfratti e sgomberi perché assolutamente ingiusto è buttar fuori famiglie occupanti e non in grado di pagare l’affitto senza che vi sia da parte delle istituzioni un minimo sforzo per risolvere alla base questa grave situazione. Le occupazioni non sono altro che una semplice risposta atta a soddisfare nell’immediato il bisogno di un tetto sopra la testa, un diritto che per quanto fondamentale, non viene per nulla garantito dagli organi di potere e prefettizi»
«Nella città dell’emergenza abitativa questo è solo uno degli innumerevoli casi che fa emergere il totale disinteresse delle istituzioni nei confronti di famiglie – si legge in una nota del Fronte di lotta per la casa – appartenenti alle fasce più deboli e sottoposte a misure di sfratto o di sgombero. Sebbene, infatti, queste due famiglie beneficino di regolari utenze e abbiano regolari certificati di residenza, sebbene abbiano più volte fatto richiesta di regolarizzazione ed abbiano intavolato con l’amministrazione comunale percorsi di sostegno abitativo, le istituzioni si ostinano ad ignorare il problema e a far persistere le suddette famiglie in uno stato di semi legalità rendendosi parte del problema se non la vera e propria causa».