«Avrà un futuro il corso dei Martiri della Libertà di Catania?» È a partire da questa domanda che l’associazione Volere la luna – laboratorio di cultura politica e di buone pratiche – ha organizzato un incontro pubblico nel salone della Cgil (in via Crociferi, 40 a Catania) per il pomeriggio di martedì 28 maggio a partire dalle 17.30. Un tema in città ha radici lontane ma su cui ancora molte sono le questioni rimaste in sospeso che saranno affrontate nel corso del dibattito dal titolo La città non è solo un affare.
«Grazie alle recenti iniziative, alla documentazione emersa e a seguito delle prese di posizione delle autorità competenti, risulta ancora più urgente – si legge nella locandina – tornare a porre la questione fondamentale: si può sperare che finisca l’atteggiamento di accondiscendenza e subordinazione agli interessi privati che continua da settanta anni? Si può sperare nell’avvio di un concreto processo di riqualificazione della zona?». Nel corso del dibattito, coordinato da Mario Spampinato di Volere la luna, interverranno Giulio Toscano di Volere la luna, il segretario della camere del lavoro della Cgil di Catania Carmelo De Caudo e Giovanni Leone dell’osservatorio urbano e laboratorio politico per Catania.
Sono proprio gli attivisti di Volere la luna a riassumere la vicenda. Settanta anni fa parte un’operazione definita poi da alcuni «la più grande speculazione edilizia del Dopoguerra in Italia»: il risanamento del quartiere San Berillo di Catania. Nel 1956, dopo una legge speciale regionale che approva il progetto di risanamento dell’Istica (l’istituto immobiliare di Catania), viene firmata una convenzione con cui il Comune affida alla stessa società il compito di espropriare, demolire il quartiere esistente e realizzare il progetto. È lo stesso ente ad assegnare all’istituto la proprietà delle aree a tempo indeterminato, anche in caso di mancata attuazione delle opere. Così viene demolito un intero quartiere storico abitato da circa 30mila abitanti, buona parte dei quali vengono trasferiti nel quartiere periferico di San Leone appositamente realizzato.
Agli inizi del 1969, quasi alla fine dei 15 anni assegnati all’Istica per il completamento, i lavori si fermano dopo la realizzazione di una prima parte (attorno a corso Sicilia, piazza della Repubblica e piazza Giovanni XXIII), lasciando un grande vuoto urbano di circa nove ettari intorno a corso Martiri della Libertà. Vari studiosi ed economisti hanno valutato che l’operazione abbia prodotto, fino a quel momento, un profitto privato fra i trenta e i quaranta miliardi di lire. Poco prima, nonostante i pesanti ritardi nelle edificazioni, l’Istica aveva avviato un contenzioso per presunte inadempienze contrattuali da parte del Comune, riuscendo poi a ottenere indennizzi per circa 40 miliardi di lire. A seguito di una legge regionale del 1969, un piano di completamento per le aree rimaste inedificate viene approvato dalla Regione nel 1973.
Negli anni successivi si susseguono vari tentativi dell’Istica di avere approvati progetti speculativi sulle aree libere. Poi il Comune, dopo avere approvato un progetto di sistemazione della zona (progetto Cucinella), nel novembre del 2012 sottoscrive una convenzione di durata decennale in cui si definiscono gli obblighi di entrambe le parti firmatarie (Comune e proprietari privati) per l’attuazione di quel progetto. Fra gli obblighi per i privati c’è la realizzazione e la cessione gratuita al Comune di un parcheggio multipiano in piazza della Repubblica con spazi verdi intorno, accanto all’edificio della Banca d’Italia. In prossimità della scadenza decennale di validità della convenzione, nell’ottobre del 2022 il Comune accetta di sottoscrivere con i privati un atto di proroga di validità della convenzione per altri dieci anni, nonostante si sia realizzato quasi nulla di quanto previsto in convenzione.
Ma i privati proprietari delle aree, che nei dieci anni trascorsi non hanno trovato investitori privati disponibili ad acquistare i loro terreni per realizzare le opere previste (un centro commerciale, un hotel, un museo, un teatro e poche residenze), non vogliono sostenere spese infruttuose. Quindi, a gennaio, comunicano di non essere disponibili a realizzare il parcheggio multipiano di piazza della Repubblica a loro spese. Il Comune non avvia nessuna azione concreta per costringere i privati all’adempimento dei loro impegni. Anzi, con l’atto di rinnovo della convenzione non si limita a prorogarne i termini di validità ma introduce modifiche finalizzate a dilazionare in maniera indefinita i tempi assegnati per la realizzazione del parcheggio di piazza della Repubblica, che è l’impegno più oneroso per i privati. Con tali modifiche diventa difficoltoso individuare una scadenza precisa per l’adempimento degli obblighi a carico dei privati. La situazione di stallo rischia ancora una volta di prolungarsi indefinitamente.
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