«Però abbiamo dato la macchina, i buoni benzina, ora facciamo altro. Mi devi dire solo cosa». Così parlava l’imprenditrice Marcella Cannariato, in uno dei tanti dialoghi intercettati dalla guardia di finanza nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta corruzione alla Regione Siciliana, che vede coinvolto anche il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno. Oggetto del dialogo una vettura Citroen che […]
Corruzione alla Regione: l’auto e i buoni benzina per la campagna elettorale di Amata. «Cannariato vuole un posto in assessorato»
«Però abbiamo dato la macchina, i buoni benzina, ora facciamo altro. Mi devi dire solo cosa». Così parlava l’imprenditrice Marcella Cannariato, in uno dei tanti dialoghi intercettati dalla guardia di finanza nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta corruzione alla Regione Siciliana, che vede coinvolto anche il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno. Oggetto del dialogo una vettura Citroen che la donna, moglie di Tommaso Dragotto patron di Sicily by Car, avrebbe messo a disposizione per la campagna elettorale dell’attuale assessora al Turismo Elvira Amata, candidata con la lista di Fratelli d’Italia alle Europee 2024. Amata, almeno per il momento blindata in giunta dal presidente Renato Schifani, assicura che dimostrerà la sua estraneità. Dopo la notifica dell’avviso di conclusione indagini, emergono però sempre più dettagli sul presunto patto corruttivo. Da un lato i fondi regionali, elargiti secondo le accuse con disinvoltura alle fondazioni di riferimento dell’imprenditrice Cannariato, dall’altro le utilità per Amata. Dall’assunzione del giovane nipote residente in Toscana – e trasferitosi per qualche mese a Palermo, con alloggio pagato – agli appartamenti in un primo momento concessi gratuitamente alla stessa Amata e alla sua segretaria particolare. Un capitolo specifico è quello che riguarda la macchina e i buoni benzina.
A occuparsi del ritiro del mezzo all’aeroporto di Palermo sarebbe stato Pippo Martino, il dirigente regionale – pure lui accusato di corruzione – che, nei giorni scorsi, si è dimesso dal suo incarico. L’uomo, secondo i pm, sarebbe stato asservito ai coniugi Dragotto, operando come una sorta di consulente per il disbrigo delle pratiche necessarie a ottenere i finanziamenti pubblici dalla Regione. Un lavoro poi retribuito con delle fatture che, secondo la finanza, sarebbero state pagate a una società della figlia del dirigente per un totale di 18mila euro. La candidatura di Amata per le Europee non avrebbe, però, entusiasmato più di tanto alcune delle persone a lei più vicine. Tra queste c’era Valeria Lo Turco, sua segretaria particolare: «Elvira non esiste a Palermo», diceva all’imprenditrice Cannariato, probabilmente facendo riferimento al peso elettorale della politica di Fratelli d’Italia, originaria di Messina e destinata a una candidatura di servizio per il partito di Giorgia Meloni.
Sul punto, Cannariato replicava dicendo che erano tutti «allineati e coperti», e in procinto di creare un evento con la fondazione Bellisario. Occasione, quest’ultima, utile affinché Amata «non faccia brutta figura», annotano i finanziari nelle carte dell’indagine. Cannariato, però, non si sarebbe mossa per spirito di servizio nei confronti del partito. In mezzo al suo ruolo in fondazioni ed eventi, sovvenzionati con fondi pubblici, spunta anche l’ambizione, vera o presunta, di diventare consulente della stessa Amata. Di questo discutevano Lo Turco e Martino, facendo riferimento al possibile ruolo dell’imprenditrice nel curare le pubbliche relazioni con le istituzioni. Incarico che, per il dirigente, «non sarebbe male». L’importanza di determinati contatti in queste storie non sono una novità ed era la stessa Cannariato, discutendo con una donna – indicata nei documenti come donna34 – a commentare l’importanza strategica di determinate relazioni. «I salottini servono», diceva, dopo avere partecipato a un pranzo con alcuni familiari di esponenti politici. Oltre alla macchina, secondo gli inquirenti, Amata avrebbe beneficiato anche di 1100 euro di soldi in buoni benzina. Alla fine, per Amata, le Europee si concludono con 24mila voti nella circoscrizione insulare Sicilia. Duemila preferenze in più dell’attuale collega in giunta regionale, Giusi Savarino, ma comunque distante dai più votati Giuseppe Milazzo, Ruggero Razza e Massimiliano Giammusso.