L'uomo fa parte di una delle due comitive - 140 persone in tutto, tra cui molti professionisti - tornate da Madonna di Campiglio. Una di loro, in auto quarantena racconta: «Dovrei tornare a lavoro tra qualche giorno ma non mi fanno il tampone perché asintomatica»
Coronavirus, positivo medico del Policlinico di Messina Chiuso il centro di radiologia a S.Teresa dove lavorava
È destinato a salire nelle prossime ore il numero dei contagiati da Covid-19 nella provincia di Messina. L’incremento rischia di derivare dal possibile focolaio individuato in due comitive rientrate il 7 marzo da Madonna di Campiglio dove 140 persone hanno trascorso la settimana bianca. Di ieri la notizia di un 56enne professionista messinese risultato positivo e ricoverato adesso al Papardo.
Oggi un altro medico della stessa comitiva risultato positivo. A comunicarlo il primo cittadino di Santa Teresa di Riva, Danilo Lo Giudice. Il sindaco del comune jonico ha diffuso la notizia, perché il medico, un anestesista, non ha seguito l’ordinanza del presidente della Regione che imponeva il periodo di quarantena, ed è andato a prestare servizio anche nel centro diagnostico Fiumara di Santa Teresa di Riva. Il centro di radiologia – che negli ultimi giorni era rimasto aperto solo per le prestazioni urgenti – è stato chiuso in via precauzionale. Tutti i dipendenti sono stati messi in quarantena insieme ai familiari. Il medico risultato positivo lavora pure al Policlinico di Messina. A questo proposito l’azienda «comunica di avere attivato immediatamente le misure di sanificazione e contenimento previste e sono state intraprese pure per pazienti e colleghi venuti a contatto con la persona risultata positiva, che attualmente si trova in isolamento presso la propria abitazione».
Il sindaco di Santa Teresa ha inoltre fatto sapere che sono state contattate anche le persone che sono state visitate, affinchè si mettano in quarantena. Lo Giudice ha chiesto l’elenco di tutte le persone che mercoledì sono state al centro diagnostico, «al fine di porre anche loro in stato di quarantena in via precauzionale, benché non siano entrate direttamente in contatto con il medico».
A Messina intanto si attende le controanalisi per un medico 50enne che era anche lui a Madonna di Campiglio ma con un altro gruppo di cento persone rientrato in pullman nella città dello Stretto. Tutti si sono posti in quarantena al loro rientro. «Quando siamo partiti la situazione non era ancora così grave – spiega una professionista dell’ospedale Piemonte che faceva parte di questo secondo gruppo – ma quando siamo tornati in città abbiamo compreso che dovevamo metterci in quarantena per il bene di tutti». E così hanno fatto. Durante questo periodo «qualcuno ha manifestato dei sintomi ed è stato sottoposto a tampone. Altri come me che sono asintomatici, pur avendo chiesto di sottoporsi a tampone prima di rientrare a lavoro, non siamo stati ancora contattati». La prassi è non fare tamponi a chi non manifesta sintomi. La quarantena si conclude il 21 marzo, «ma prima di tornare a lavoro vorrei essere certa di non essere contagiosa – continua la dottoressa – solo che mi sono sentita rispondere che c’è una lista di attesa e di priorità. Al figlio del mio collega, che era sulla neve con noi, è stato eseguito il tampone solo qualche giorno fa perché continuava ad avere la febbre».
Il giovane non è stato l’unico di quel gruppo a essere stato sottoposto a tampone.
«Siamo tempestati da richieste di centinaia di cittadini preoccupati perché vogliono sapere dei messinesi tornati da Madonna di Campiglio lo scorso 7 Marzo – scrive il sindaco di Messina Cateno De Luca – Una cosa è certa: parte di questa comitiva composta da nomi noti della città, al ritorno dalle vacanze, essendo transitati dall’aeroporto di Bergamo per raggiungere la località sciistica, ha violato l’obbligo di comunicare il proprio rientro all’Azienda Sanitaria Locale e di mettersi in autoisolamento fiduciario per 14 giorni». Sui social è scattata una sorta di caccia alle streghe con liste di possibili partecipanti del gruppo, che si sono rivelate false o inesatte.
«La polizia municipale, sezione di polizia giudiziaria, ha già acquisito i nominativi dei componenti della comitiva, che ha soggiornato in due alberghi della nota località sciistica – prosegue -. Ulteriore richiesta è stata inoltrata alla Questura di Trento per accertare se altri cittadini messinesi abbiano soggiornato in altre strutture alberghiere o B&b. Tali accertamenti consentiranno di verificare chi, tra i villeggianti, abbia rispettato le prescrizioni del DPCM e chi, invece, se ne sia infischiato continuando a svolgere una vita sociale incurante delle prescrizioni sanitarie».
Nonostante le richieste arrivate da più parti «non è possibile al momento procedere alla pubblicazione dei nominativi di questi concittadini che sembrano avere violato le basilari prescrizioni anti-contagio. Sarà prima necessario, infatti, verificare chi tra loro – ed alcuni sappiamo già che lo hanno fatto – si è autodenunciato all’Asp e si è posto in autoisolamento. Per tutti coloro che non hanno rispettato queste norme scatterà ovviamente la denuncia ai sensi dell’art. 650 c.p. e di seguito procederò anche a rendere noti i nomi dei soggetti denunciati. Ma nel frattempo, ciò che urge è assicurare la massima tutela alla salute pubblica, e per fare ciò è necessario che ogni persona sia posta nelle condizioni di valutare se è entrata in contatto con uno o più di questi soggetti provenienti da Madonna di Campiglio. Per questa ragione, invito proprio i componenti della comitiva di sciatori che hanno fatto rientro da Madonna di Campiglio la scorsa settimana, a rendere noti i loro nomi e dichiarare se hanno seguito le norme anti-contagio, autorizzando il Comune di Messina a diffondere tale dato. Solo così sarà possibile arginare il più velocemente possibile il rischio di contagio, perché ogni cittadino sarà messo in condizione di valutare il grado di rischio al quale è stato esposto ed assumere a sua volta tutte le cautele del caso, compreso l’autoisolamento e la richiesta di esecuzione del test tampone».