È stato convalidato il fermo ed è stata disposta la detenzione in carcere per Piero Maurizio Nasca. Il 52enne che, sabato 10 giugno con la propria auto alla zona industriale di Catania, ha investito la moglie 56enne Anna Longo, che è rimasta ferita, e un’amica della donna, Cetty De Bormida di 69 anni, originaria di Centuripe (in provincia di Enna), che è morta sul colpo nell’impatto. A prendere la decisione è stata la giudice per le indagini preliminari Marina Rizza nel corso dell’udienza di convalida del fermo che si è svolta questa mattina. Secondo quanto finora ricostruito, Nasca sarebbe arrivato insieme alle due donne alla zona industriale del capoluogo etneo, vicino a una struttura medica specializzata dove l’uomo dal giugno dello scorso anno era in cura per una fragilità psicologica. Lì fuori, a un certo punto, l’uomo le ha travolte entrambe con la propria macchina. Poi, ancora all’interno dell’abitacolo, ha chiamato la polizia e atteso l’arrivo degli agenti.
Il 52enne, che è accusato di omicidio e tentativo di omicidio aggravato, ha confessato: «Ho visto che se ne andavano a piedi, insieme, e mi sono innervosito. Ma volevo soltanto spaventarle». È stato poi il legale che lo difende, l’avvocato Fabio Presenti a spiegare che «ce l’aveva con Cettina de Bormida perché la riteneva colpevole delle liti che aveva con la moglie. Quando le due donne gli hanno detto che sarebbero andate via con un amico – ha aggiunto il penalista – ha avuto un blackout mentale e le ha travolte. Poi ha fatto marcia indietro e, quando si è reso conto di quello che aveva fatto, ha chiamato la polizia, aspettando gli agenti. Ho chiesto l’acquisizione delle cartelle mediche per valutare le sue reali condizioni di salute». Nasca è già imputato in un processo per violenza e maltrattamenti alla moglie nata dopo le denunce del 2018 della donna e che avevano portato, nei suoi confronti, all’emissione da parte del questore di Catania del provvedimento dell’ammonizione. La prossima udienza è fissata per il 14 luglio. Nonostante l’avvio del procedimento, la donna era rimasta a vivere con il marito, con il quale era sposata da 25 anni, e nei confronti del quale probabilmente sentiva di avere una sorta di debito di riconoscenza per essersi preso cura degli otto figli che lei aveva avuto prima che iniziasse la loro relazione.
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