Il nodo-consulenze del Centrodestra e la soluzione geniale di Schifani

In Sicilia se si parla di consulenze esterne alla Regione il primo nome a saltare in mente è quello di Rosario Crocetta. Mai nessuno prima di lui ha conferito così tanti incarichi fuori dal palazzo e i suoi numeri restano ancora imbattuti. E se il governo Musumeci era stato attento, pur non risparmiandosi, a non esagerare, negli ultimi giorni è tornato in auge il tema consulenze tanto alla Regione quanto al Comune di Palermo. Da una parte, sul versante di palazzo d’Orleans, spicca tra gli atti pubblici il ritorno del figliol prodigo Gaetano Armao, assessore al Bilancio di Nello Musumeci, candidato alla presidenza della Regione con il Terzo polo di Calenda e Renzi. Non solo si riavvicina a Forza Italia una volta venuto a mancare il suo più grande oppositore, Gianfranco Miccichè, ma torna anche a fare quello che ha sempre fatto: rappresentare la Sicilia nei tavoli con il governo nazionale per cercare di veicolare sull’Isola fondi extraregionali. Il tutto giocoforza a spese di Marco Falcone, assessore di ruolo, che paga con un notevole depotenziamento una Finanziaria martoriata in lungo e in largo dalla Corte dei conti che, giusto ieri, ha colpito persino la revisione di Bilancio.

Tolta questa consulenza, dal sapore strettamente politico, così come politica è gran parte della nuova squadra di consulenti, a voler fare le pulci ai consulenti di questo governo si fa veramente difficoltà. Non tanto per la gestione virtuosa, quanto per la soluzione geniale a cui si è pervenuti in quel di palazzo d’Orleans, sui cui siti istituzionali vengono pubblicate una per una in ordine cronologico tutte le determine e le disposizioni, sì. Ma le pagine relative agli elenchi dei consulenti esterni, con debita documentazione e compensi non sono più state aggiornate. Così, chiunque voglia controllare l’operato della giunta, sotto questo punto di vista, troverà come ultimi incarichi esterni solo quelli attribuibili al governo Musumeci, con la pagina dedicata alle consulenze dell’ufficio di presidenza che riporta un impietoso «ultimo aggiornamento 11.04.2022». E dire che, proprio per evitare questo, esiste un apposito decreto – il 33 del 2013 – che al suo articolo 15 obbliga l’amministrazione a rendere conto sull’apposita pagina Amministrazione trasparente del sito istituzionale.

E dire che il centrodestra ha sempre avuto una gestione piuttosto fantasiosa delle consulenze: basti pensare all’ultima polemica nata in seno al Comune di Palermo, con l’Amat, società partecipata al cento per cento da palazzo delle Aquile, che incarica la società Focus consulting di Napoli per «avviare l’iter per l’ottenimento della certificazione per la parità di genere». In sostanza, volendo semplificare molto, stabilire quanti dipendenti sono uomini e quante donne. Il tutto per 5000 euro circa, con una società, l’Amat che nei primi tre mesi del 2023 ha certificato perdite per quasi un milione e mezzo di euro. Decisione forse discutibile, ma che in ogni caso è sicura di arrivare seconda nella speciale classifica delle stranezze, dopo la squadra istituita dall’allora sindaco di Palermo Diego Cammarata, anche lui Centrodestra, con l’onere di censire i tombini del capoluogo, che a oggi resta imbattuta.


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