Lo spettro di un danno erariale si aggira sopra Palazzo degli elefanti. Per questo il presidente del Consiglio comunale Sebastiano Anastasi ha convocato una seduta urgente dell’assemblea cittadina con all’ordine del giorno l’approvazione del diniego allo stralcio parziale – previsto dalla legge 197/2022 – con riferimento al contenzioso tributario, per le cartelle esattoriali fino a mille […]
Consiglio comunale, lo spettro di un danno erariale si aggira su Palazzo degli elefanti
Lo spettro di un danno erariale si aggira sopra Palazzo degli elefanti. Per questo il presidente del Consiglio comunale Sebastiano Anastasi ha convocato una seduta urgente dell’assemblea cittadina con all’ordine del giorno l’approvazione del diniego allo stralcio parziale – previsto dalla legge 197/2022 – con riferimento al contenzioso tributario, per le cartelle esattoriali fino a mille euro. «Per legge si tratta di una procedura automatica – spiega nel corso della seduta Gaetano Oliva, il dirigente del Comune e responsabile del settore tributi – a meno che, entro domani (31 gennaio), non si proceda con la comunicazione della richiesta di proroga (fino al 30 marzo) al ministero e la pubblicazione sul sito dell’ente». Questioni tecniche alle quali si può passare solo dopo avere risolto »quelle logistiche relative all’audio che non funziona bene e non permette la partecipazione ai consigliere connessi in videocollegamento. Alla fine della seduta, manca il numero legale. E la seduta viene rinviata.
A prendere parola per primo è il consigliere Salvo Di Salvo (Gruppo misto) che – giustamente – chiede subito a quanto ammonterebbe la cifra di cui si sta discutendo. Stando a quanto riferisce subito dopo il presidente della commissione Bilancio Santi Bosco, sarebbe di circa 180 milioni di euro. «Io qualche dubbio ce l’ho – dichiara – La proposta di delibera sembra un atto dovuto: votare favorevolmente significa spuntare l’arma dell’automatismo mentre se ci fosse un voto negativo, si potrebbe delineare un danno erariale per il Comune che deve questa somma all’organo straordinario di liquidazione». Nominato in seguito alla dichiarazione di dissesto economico-finanziario dell’ente per la gestione dell’indebitamento pregresso.
«Con o senza l’approvazione il risultato non cambia». Non è matematica, ma politica quella del consigliere del M5s Graziano Bonaccorsi. «La cifra di 180 milioni di euro dovremmo darla comunque. Ma io vorrei avere gli elementi per valutare se, con il mio voto, faccio più danno ai cittadini o all’ente. Ma – lamenta – a oggi questo non è possibile: non si ha contezza dell’aspetto economico reale della vicenda. In questo modo, riusciremo a risollevarci?», chiede retoricamente prima di dare, comunque, una risposta negativa. Del resto, per il consigliere grillino nessuna delle due alternative sembra essere allettante: «Se voto positivamente rallento l’agonia dell’ente, se voto negativamente invece danneggio i cittadini che hanno sempre pagato», conclude Bonaccorsi ammettendo di essere confuso. E non pare essere il solo.
«Sulle questioni politiche non tocca a me fare chiarezza – chiarisce Oliva alla fine degli interventi dei consiglieri e prima che si passi alla votazione – Sugli aspetti tecnici, invece, posso dire che nemmeno lo Stato più dire che tipo di perdita comporta questa manovra. Stabilire la cifra oggi non è possibile: non lo può fare nemmeno il mago Merlino». La spada più che nella roccia, però, qui è sul Palazzo. E, come ribadisce il capogruppo dell’Mpa Orazio Grasso «il rischio è che ai cittadini passi il messaggio che è sempre meglio non pagare».