Comunali Siracusa, Granata ci prova correndo da solo «Con me la città sarà di nuovo la più bella delle greche»

Chi gioca solo non perde mai. Sembra voler essere questo il motto della campagna elettorale Fabio Granata. L’ex parlamentare regionale e nazionale, che è anche uno dei fondatori del movimento Diventerà bellissima, corre per la poltrona di primo cittadino a Siracusa da solo, restando fuori dalla grande coalizione del centrodestra di Ezechia Paolo RealeOltre alla lista del suo movimento, in appoggio a Granata anche la lista Oltre.

Perché ha scelto di candidarsi a sindaco?
«Perché ritengo di avere le competenze, la visione politica, il sistema di relazioni e, soprattutto, l’amore necessario per poter rigenerare la mia città. Che, con me, tornerà a essere ciò che è sempre stata: la più bella delle città greche d’Occidente. La capitale Siciliana del turismo culturale».

Quali sono i punti centrali del suo programma? A che cosa la città non può più rinunciare?
«Siracusa non può più rinunciare, innanzitutto, al diritto alla qualità della vita e alla salute dei suoi abitanti. Ad avere aria pulita, acqua potabile, terra fertile e un immenso patrimonio culturale e ambientale rigenerato e valorizzato. E io so come fare a garantire che questi diritti non vengano più negati».

Qual è la figura politica o tecnica (nazionale o internazionale) a cui si ispira?
«Non mi appassiona la fase attuale della politica nazionale priva di respiro e di vero leader. A livello internazionale la vera assenza è quella dell’Europa, intesa come patria e identità comune e non come sistema di banche e finanza».

Con chi si alleerebbe in caso di ballottaggio?
«Con i siracusani, continuando e portando fino in fondo la grande idea della rigenerazione ambientale, urbana, sociale, economica e culturale della città».

Un pregio e un difetto della precedente amministrazione.
«Aver resistito a sistemi corruttivi e illegali è certamente l’aspetto più positivo che riconosco all’amministrazione uscente. Il difetto è quello di non aver avuto una visione completa e organica delle potenzialità e sopratutto delle emergenze della città».

Quanto pensa di spendere per la sua campagna elettorale?
«Non più di diecimila euro».

Perché non vuole stare nel centrodestra siracusano, a differenza di quanto ha fatto Diventerà bellissima a livello regionale e anche in altre città al voto?
«Per una visione della città che non consente di avere condizionamenti da parte di partiti e, sopratutto, di consorterie. E poi la cronaca di questo giorni credo risponda per me che sono cresciuto a legalità e Paolo Borsellino»

Dopo tanti anni in politica, lei avrebbe ancora l’entusiasmo giusto per affrontare un mandato da primo cittadino?
«Non solo moltissimo entusiasmo ma anche maturità, visione, esperienza e amore in difesa dei beni comuni e dell’identità storica e culturale di questa città. Sapremo rigenerarla, insieme alla mia squadra straordinaria: da Nuccio Romano a Lia Contrino, da Marinella Muscarà a Gianfranco Damico, da Elena Flavia Castagnino a Gianni Monterosso. E poi la grande comunità di visione con Giuseppe Raimondi e la collaborazione di Camillo Biondo, del grande campione Giuseppe Gibilisco e di mille altri. In sostanza, una grande comunità senza padrini e senza padroni».

Il suo trascorso politico è un’arma a doppio taglio. La penalizza o la favorisce? 
«Politica per me significa cittadinanza attiva. Dall’età di tredici anni, infatti, sono un attivista politico e lo resterò per sempre. Resto fedele all’insegnamento di Pericle e so cosa fare, so spiegarlo agli altri, amo la mia città e, più di ogni altra cosa, sono incorruttibile. Combattere, del resto, è un destino».


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