Comunali 2018, sindaco sotto scorta fa il bis a Troina Venezia: «Porteremo in città pure i corsi universitari»

«Più esperienza e soprattutto la consapevolezza che stavolta non si dovrà partire da zero». Nella voce di Fabio Venziariconfermato sindaco di Troina, c’è la soddisfazione di chi è riuscito a ottenere quanto prefissato, sapendo di avere confermato le previsioni della vigilia che davano il primo cittadino uscente nettamente favorito rispetto all’unica avversaria Maria Fascetto Sivillo. I dati non lasciano molti margini di commento: con quasi il 77 per cento dei voti, Venezia ha stravinto il confronto, riuscendo a ottenere un consenso di trenta punti percentuali superiore al 2013, quando la vittoria arrivò con il 47,62. Un’ulteriore differenza rispetto a cinque anni fa sta nel fatto che stavolta i voti ricevuti come candidato sindaco hanno superato quelli dati alla lista Troina Bene Comune, formazione che raccoglie il Pd e una frangia di socialisti.

«Per sperare di battermi il centrodestra è riuscito ad allearsi anche con alcuni esponenti della sinistra radicale, ma il verdetto è stato chiaro – commenta Venezia a MeridioNews -. Questo risultato è il frutto del lavoro fatto in questi anni, periodo nel quale siamo riusciti a cambiare davvero Troina. Oggi è un paese più sicuro, capace di fare crescere il turismo e di risolvere il problema rifiuti. Basti pensare che nel primo mese di raccolta porta a porta – prosegue il primo cittadino – abbiamo raggiunto il 40 per cento». La soddisfazione per quanto archiviato si accompagna ai progetti futuri. Stando alle promesse di Venezia, infatti, da qui a cinque anni Troina dovrebbe continuare a cambiare volto. «Avremo la possibilità di investire parecchi milioni provenienti dai fondi europei, il paese diverrà un cantiere a cielo aperto, con l’unico obiettivo di renderlo ancora più vivibile e capace di essere attraente anche per chi arriva da fuori», sottolinea l’esponente di centrosinistra. Tra le principali novità che potrebbero essere introdotte a Troina, dove negli anni scorsi si è puntato alle mostre di qualità – da quella di Robert Capa a TizianoRubens -, è quella di aprirsi al mondo universitario. «Abbiamo già un accordo con l’Università di Catania per avviare un corso di laurea in terapia occupazionale – aggiunge Venezia – e l’obiettivo è quello di ampliare l’offerta formativa a tre o quattro corsi».

Poco dopo essere diventato sindaco per la prima volta, il nome di Venezia è stato conosciuto dall’opinione pubblica per le minacce ricevute poco dopo avere preso posizione, insieme all’ex presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci, nella gestione dei boschi demaniali. Terreni in cui la criminalità organizzata avrebbe per anni messo le mani, riuscendo ad accaparrarsi fiumi di denaro provenienti dall’Unione europea. «Il livello di protezione deciso nei miei confronti resta in vigore. Sono stati anni non semplici, con la vita, quella mia e della mia famiglia, che è inevitabilmente cambiata – commenta -. Ma non me ne sono mai pentito e infatti rieccomi pronto a proseguire sulla strada già tracciata». La decisione di ricandidarsi è arrivata dopo due tornate – le Regionali di novembre e le Politiche di marzo – nelle quali Venezia è rimasto deluso. Nel primo caso per essere stato lasciato fuori dalle liste, mentre nel secondo per non essere riuscito a essere eletto a Montecitorio, in un’elezione in cui il centrosinistra in Sicilia ha pagato un pesante dazio in linea con il disastro nazionale. «Rifare il sindaco di Troina non è stato un ripiego – assicura Venezia -, anzi in tempi non sospetti avevo assicurato che mi sarei candidato anche nel caso in cui fossi stato eletto alle Politiche. Lasciare la guida della città sarebbe stato visto come un tradimento e questo – conclude il primo cittadino – non me lo sarei potuto permettere». 


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