Circuito del Mito, come dilapidare i fondi europei

Dopo i ‘Grandi eventi’ (o presunti tali), anche il ‘Circuito del Mito’ è finito sotto i riflettori della magistratura. Nel primo caso – i ‘Grandi eventi’ – ci siamo limitati a registrare i fatti. Nel secondo caso – il ‘Circuito del Mito’ – vorremmo, invece, regalare ai nostri lettori qualche considerazione.

Del ‘Circuito del Mito’ – lettori che ci seguono dall’inizio della nostra avventura editoriale forse lo ricorderanno – ci occupati. E lo abbiamo fatto quando abbiamo scoperto che questi spettacoli vengono finanziati con i fondi europei, Programmazione 2007-2013.

Dieci mesi fa circa ci siamo chiesti: a che titolo si spendono i fondi strutturali per finanziarie spettacoli? Cosa c’è di ‘strutturale’ negli spettacoli offerti dal ‘Circuito del Mito’? Secondo noi, nulla.

Se poi andiamo a vedere i ‘Cartelloni’ degli spettacoli organizzati con questa rassegna dal 2010 ad oggi, ci accorgiamo che sono tanti, tantissimi. Quasi una lottizzazione da ‘manuale Cencelli’ tra – supponiamo – sponsor politici. Logico che, con questa ‘logica’, chi è rimasto fuori da questa ‘mangiuglia’ abbia ‘armato una turilla’. 

Nulla di offensivo per nessuno, per carità. Tutti debbono campare. Anche gli artisti. Soprattutto in una Sicilia dove, in assenza di lavoro vero, la cultura finisce per diventare spesso, Stato sociale. Però c’è un limite oltre il quale non si dovrebbe scendere.

Ci siamo sempre lamentati del fatto che i fondi europei, nei pochi casi in cui vengono spesi, almeno in Sicilia,  finiscono pure con il sostituire gli interventi ordinari dello Stato.

Poi, però, constatiamo che quei pochi fondi europei che si stanno spendendo in Sicilia stanno sostituendo i fondi ordinari della Regione.

Questo lo diciamo a prescindere dagli esiti dell’inchiesta aperta dalla magistratura sul ‘Circuito del Mito’. Tra le anomalie di una Regione gestita con i piedi c’è anche questo: si spendono un sacco di soldi (le inziative a valere sul 50 per cento almeno della tabella H, per citare alcuni esempi, sono clientele allo stato puro, sperperi inutili) e poi si utilizzano i fondi destinati al turismo non per i porti turistici o, in generale, per attrarre turisti, ma per foraggiare clientele, anche se nobili, di piccoli spettacoli.

Continuando di questo passo non ci dobbiamo stupire se Venezia, da sola, richiama il quadruplo dei turisti di tutta la Sicilia…

 


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