Foto di Dario De Luca

L’omicidio stradale di Chiara Adorno a Catania, nuovo rinvio: c’è il nodo trattativa con le assicurazioni su un eventuale risarcimento

Una trattativa risarcitoria tra le parti, intavolata prima della costituzione in aula di due società assicurative come responsabili civili del procedimento. Questi elementi portano a un nuovo rinvio nella vicenda giudiziaria sulla morte di Chiara Adorno, la studentessa 18enne di Solarino (Siracusa) uccisa la sera del 7 novembre 2023 mentre, insieme al fidanzato, attraversava la circonvallazione di Catania sulle strisce pedonali, all’altezza della cittadella universitaria. Per questo fatto sono imputati, con l’accusa di omicidio stradale, i 27enni Carmelo Ingarao e Salvatore Di Mauro.

A chiedere il rinvio dell’udienza sono stati i difensori dei due giovani, convinti che una conclusione positiva della trattativa con le assicurazioni possa dare loro la possibilità di accedere a eventuali riti alternativi: dal patteggiamento a un possibile rito abbreviato. «Non c’è opposizione a un breve rinvio», ha detto in aula l’avvocato Giovanni Grasso, che – insieme ai legali Francesca Ronsisvalle e Sandro Del Popolo – assiste i familiari di Adorno come parti civili. A fine giugno si capirà come andrà a finire, anche considerando quella che sarà la posizione della procura su questo eventuale sviluppo. Oggi davanti al giudice Stefano Montoneri c’era in aula un magistrato d’udienza e non il titolare del fascicolo, il pm Fabio Salvatore Platania.

Il primo a travolgere Adorno fu Carmelo Ingarao, oggi assente in aula, che guidava uno scooter Honda Sh. Subito dopo sopraggiunse la Fiat Punto guidata da Salvatore Di Mauro, che arrotò la 18enne. Durante la scorsa udienza i legali dei due imputati, gli avvocati Pierluigi Papania e Domenico Maravigna, avevano chiesto al giudice anche una nuova perizia tecnica. Utile, secondo le difese, a chiarire ogni dubbio sulle velocità di marcia dei due mezzi e sugli accessi a WhatsApp da parte di Di Mauro, anche oggi presente in aula con i propri familiari. Richiesta, quelle di perizie, rigettata da Montoneri. Stando al documento predisposto dagli esperti su incarico del pubblico ministero lo scooter procedeva a 70 chilometri orari, mentre la macchina a 85 chilometri orari, quindi ben oltre i limiti di velocità. Nei confronti dell’automobilista Di Mauro si aggiunge la presunta distrazione dettata dall’utilizzo dell’applicazione di messaggistica WhatsApp.


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