Cefalù dopo le fiamme, il lento ritorno alla normalità «Priorità a elettricità e telefoni, poi la conta dei danni»

«Stiamo cercando di tornare alla normalità». Le colline attorno a Cefalù non hanno ancora smesso di fumare ma il fuoco è domato. La città si risveglia lentamente e cerca di ricominciare nonostante la paura e le immagini delle fiamme che divoravano tutto siano ancora vivide negli occhi dei cittadini. Poco a poco si ritorna alla vita di ogni giorno. Il sindaco della cittadina normanna, Rosario Lapunzina, fa il punto sulla situazione. «Abbiamo quasi fatto riallacciare la luce a tutti – racconta a MeridioNews – c’erano quasi mille utenze staccate per un danno. L’ottanta per cento della telefonia fissa è ripristinata, non tutta ancora». Tanto ancora c’è da fare. «Abbiamo lavorato con due ditte oggi per verificare lo stato degli impianti di adduzione, lì c’è molto ancora da fare. Abbiamo avuto un incontro con il presidente della Regione e chiesto un aiuto per gli oltre due chilometri di tubazioni che sono state danneggiate».

Intanto il Comune ha chiesto alla Regione di porsi da tramite con Roma per ottenere lo stato di calamità «I danni sono ingenti – continua il primo cittadino – non solo al patrimonio boschivo e naturale, che va ricostituito, ma anche per la distruzione delle case e delle attività raggiunte dal fuoco». Un’istanza, quella degli aiuti, ancora più forte per cercare di recuperare il terreno perso nella stagione estiva, punto di forza dell’economia cefaludese. «L stagione è iniziata, cerchiamo piano piano di dimenticare questa brutta esperienza. Al di là di ogni polemica, la realtà la conosce chi vive il territorio. Ci sono stati vigili del fuoco che nonostante la loro lunga esperienza non avevano mai visto un incendio del genere. Scontiamo la ferita di avere visto tanta gente drammaticamente offesa da delinquenti che hanno dato fuoco alla Sicilia».

E tra le attività che hanno subito più danni c’è Le Vele Club. Le immagini di uno dei centri della movida più frequentati del lungomare che soccombeva tra le fiamme sono diventate uno dei simboli del giovedì nero di Cefalù. Anche lì si cerca di ripartire. «Attendiamo un segnale da qualcuno, ma come si dice: aiutati che il ciel t’aiuta. Quello che ci spaventa di più non sono gli investimenti da fare di nuovo, ma che le formalità burocratiche ci facciano saltare la stagione». A raccontarlo è Enzo Barberi, titolare del locale che« è ridotto alla stregua di un posacenere. Si è lavorato tanto per affrontare al meglio la stagione estiva e tutto è andato in fumo». Barberi ricorda il giorno dell’incendio. «Avevamo messo in funzione tutti i sistemi antincendio, manichette, motori, pompe dell’acqua, abbiamo resistito finché possibile e poi siamo dovuti fuggire tutti. Ancora non ci siamo completamente ripresi anche se sono passati due giorni». Tante le dimostrazioni di solidarietà nei confronti del titolare del locale, che ne è rimasto sorpreso. «Siamo diventati uno dei simboli di questo disastro, ma è solo un’azienda. Gli aiuti servono soprattutto per chi ha perso la casa».

Gabriele Ruggieri

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