La struttura individuata dall'Asp è l'albergo Ibis styles. È l'effetto di una delibera della Regione Sicilia. Nella convenzione l'albergo viene esonerato «dalla responsabilità per eventuali contagi». Costo dell'operazione 118mila euro per almeno due mesi
C’è l’intesa per l’hotel sanitario dei malati Covid-19 Ad Acireale 66 posti letto per i ricoveri meno gravi
Dimessi dagli ospedali in condizioni stabili, ma ancora positivi, pazienti con sintomi scarsi, persone da poco risultate affette da Covid-19 ma che non necessitano di ricovero e, infine, soggetti per i quali è necessario un periodo di quarantena. Sono quelli che verranno spediti nel primo albergo sanitario della provincia di Catania. L’effetto è quello di una ordinanza del 23 marzo firmata dal governatore Nello Musumeci. Una delle strutture individuate è l’hotel Ibis styles di Acireale. A fare da tramite l’Azienda sanitaria provinciale di Catania, come messo nero su bianco in una delibera pubblicata venerdì scorso con la spunta di «immediatamente esecutiva». Nel documento vengono forniti diversi dettagli su come verranno gestiti gli ex pazienti nelle prossime settimane. Periodo che potrebbe coincidere con il picco di contagi nell’Isola e in cui si vuole scongiurare la carenza di posti letto negli ospedali.
La struttura, che fa parte di una catena alberghiera internazionale e che in Sicilia ha il suo riferimento nell’imprenditore Salvatore Zappalà, metterà a disposizione 66 camere. Dentro ci finiranno anche i pazienti Covid che dagli ospedali verranno dichiarati «clinicamente guariti», cioè senza sintomi come febbre, tosse, rinite e mal di gola. Quindi soggetti di fatto asintomatici ma che «possono risultare ancora positivi al test per la ricerca di SARS-CoV-2». Ogni stanza dell’albergo, come si legge nello schema di convenzione, «sarà destinata a uso singolo e dovrà essere provvista di finestra». Dentro l’albergo potrà accedere soltanto il personale medico e i fornitori. Niente visite da parte dei parenti.
Per ogni camera impegnata la tariffa giornaliera a carico dell’Asp è di 30 euro. Con il contatore che scatterà «dal primo giorno di occupazione della struttura e termina quando viene conclusa la sanificazione di tutte le stanze». Tra i compiti demandati all’Asp ci sarà la fornitura della biancheria ospedaliera e dei pasti, ma anche l’approvvigionamento dei dispositivi di protezione individuale per tutti coloro che saranno presenti dentro l’hotel. Uno dei punti indicati nei documenti prevede l’esonero della struttura alberghiera da «qualsiasi responsabilità per eventuali contagi da Covid-19 che dovessero accadere all’interno». L’utilizzo delle camere dovrà essere garantito per un periodo non inferiore a 60 giorni.
Il corrispettivo complessivo presunto è di 118mila euro iva esclusa e graverà su un apposito conto di contabilità dell’Asp legato all’emergenza coronavirus. Sempre sul tema alberghi ad attendere una risposta dai piani alti di Regione e azienda sanitaria sono ancora infermieri e medici impegnati all’ospedale Gravina di Caltagirone, indicato dall’Asp come centro regionale Covid. In un documento del 23 marzo – stesso giorno dell’ordinanza regionale in cui Musumeci chiedeva la disponibilità delle strutture alberghiere – il sindacato delle professioni infermieristiche Nursid ha chiesto la requisizione della struttura Nh villa San Mauro. Per destinarla al personale sanitario, evitando così pericolosi rientri a casa e contatti con le famiglie.