Una cavalcata per un respiro. Il titolo di una giornata all’insegna della bellezza ma anche della solidarietà, quella organizzata dall’associazione Trekker del Golfo in collaborazione con Fitetrec-Ante (Federazione italiana turismo equestre e trekking). Ben cento cavalieri provenienti da tutta la Sicilia hanno partecipato al raduno, percorrendo circa 40 chilometri all’interno del percorso naturalistico e ambientale di […]
Foto di Claudio Colomba
Cento cavalli e cavalieri su Monte Inici: la giornata tra equiturismo e solidarietà
Una cavalcata per un respiro. Il titolo di una giornata all’insegna della bellezza ma anche della solidarietà, quella organizzata dall’associazione Trekker del Golfo in collaborazione con Fitetrec-Ante (Federazione italiana turismo equestre e trekking). Ben cento cavalieri provenienti da tutta la Sicilia hanno partecipato al raduno, percorrendo circa 40 chilometri all’interno del percorso naturalistico e ambientale di Monte Inici, a Castellamare del Golfo, seconda vetta montuosa del Trapanese con il suoi 1064 metri di altezza. Un appuntamento che è servito anche a raccogliere fondi destinati interamente alla Fondazione per la ricerca sulla fibrosi cistica.
«Abbiamo scelto i più bei sentieri strategici di Monte Inici, per far visitare il nostro territorio agli ospiti arrivati da tutta l’Isola – racconta Gianni La Piana, presidente dell’associazione Trekker del Golfo – Sono venute persone da Sciacca, Agrigento, Messina e Catania. Il percorso scelto – continua La Piana – con sentieri mulattieri molto panoramici, ha permesso di immergerci nella fitta macchia mediterranea». Cavalli e cavalieri, al termine del percorso, hanno inoltre potuto cavalcare sulla spiaggia di Castellammare. Una soddisfazione per l’associazione che si occupa proprio di «promuovere l’equitazione ma anche il territorio, attraverso l’equiturismo. Siamo uno dei pochi centri in Sicilia che ospita tutto l’anno centinaia di persone per scoprire i nostri luoghi» conclude La Piana. Appuntamenti che fanno bene al territorio, ma anche a chi lo vive.
Specie i soggetti più fragili. Per Emiliano Lo Monaco, responsabile della delegazione Trapani-Palermo della Fondazione per la ricerca sulla fibrosi cistica, «questi eventi sono momenti importanti per la fondazione che, in oltre vent’anni, ha investito in ricerca oltre 40 milioni di euro attraverso bandi pubblici e progetti finanziati annualmente – spiega – Ad oggi non esiste ancora una cura definitiva per la fibrosi, ma da qualche anno esistono dei farmaci modulatori che agiscono sul difetto di base (genetico, ndr) migliorando la qualità di vita dei pazienti». Una soluzione che, però, non è per tutti, rendendo ancora prezioso e necessario il supporto della ricerca. «Purtroppo circa il 30 per cento dei malati non può beneficiare di questi farmaci – conclude Lo Monaco – e la nostra fondazione è orientata a trovare cure anche per loro».